Tsaranoro: Dancing with the World, nuova via in Madagascar

Nel giugno 2013 i climbers sudafricani Duncan Fraser, Leonard Le Roux e Benjamin de Charmoy hanno aperto Dancing with the World (350m, 6c +) sulla cima Mitsinjoarivo, Tsaranoro, Madagascar
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Dancing with the World (350m, 6c+, Duncan Fraser, Leonard le Roux, Benjamin de Charmoy 06/2013) Tsaranoro, Madagascar
archive Leonard le Roux
Il massiccio del Tsaranoro in Madagascar continua ad attirare climbers da tutto il mondo e nel giugno del 2013 i tre sudafricani Duncan Fraser, Leonard le Roux e Benjamin de Charmoy sono riusciti ad aprire una nuova via nel centro della parete Mitsinjoarivo. Il trio ha aperto la linea in 9 giorni di arrampicata, salendo e spittando la via dal basso. Anche se il tiro chiave non è più difficile di 6c+, alcuni dei tiri sono descritti come "praticamente il massimo."


DANCING WITH THE WORLD
di Leonard le Roux

Nel Parco Nazionale Andringitra ci sono delle remote e selvagge pareti di roccia alte fino a 800 metri che si ergono sopra le colline circostanti. Queste superbe pareti di granito hanno attirato alcuni dei migliori arrampicatori del mondo come Arnaud Petit, Lynn Hill, Adam Ondra e il sempre attivo apritore di nuove vie Michel Piola. Tutti hanno visitato questa zona per aprire nuove vie in quello che viene spesso definito come la "Yosemite dell'Africa." Una delle vie più famose è probabilmente Tough Enough sulla parete Karanbony che, con il suo grado di 8c, è una delle vie di più tiri più difficili del mondo.

Il massiccio del Tsaranoro è ormai una zona di arrampicata famosa con molte vie esistenti, quindi la maggior parte delle linee evidenti sono già state salite. Siccome la roccia è compatta ed offre poche possibilità di proteggersi con protezioni tradizionali lo spit è consentito, ma nel corso degli anni si è sviluppata un'etica di apertura e spittatura dal basso sulle pareti principali alla quale la maggior parte dei primi salitori hanno aderito.

Decidere su quale linea puntare è stato più difficile di quanto ci aspettassimo, ma alla fine abbiamo optato per una in particolare: una linea al centro della Mitsinjoarivo, che con i suoi 350m è una delle pareti più piccole della zona, ma sufficientemente grande per noi. Abbiamo trovato una grotta ed una sorgente d'acqua alla base e in due giorni abbiamo trasportato tutto il nostro materiale e cibo in quello che sarebbe diventato il nostro campo base per i successivi nove giorni.

Siamo partiti una mattina e abbiamo iniziato il primo tiro; appesi su uno sky-hook agganciato ad una piccola tacca, 3 metri sopra l'ultimo spit mentre a braccio teso cercavamo di tenere dritto il trapano sopra la nostra testa, tutto era nuovo per noi. Il nostro trapano, un 36V Bosch, è stato il miglior strumento che potessimo sperare di avere in questa situazione. Nei giorni successivi siamo lentamente saliti lungo la parete, Duncan sfidando un tiro di 45m che ha superato un orribile cammino offwidth per portarci in cima ad un pilastro dove abbiamo depositato del materiale durante la notte. Da lì sono seguiti due immacolati tiri di placca su tacche perfette. Ogni mattina ci svegliavamo nella nostra grotta mentre il sole sorgeva sopra il bellissimo orizzonte montuoso. Salivamo le corde fisse per raggiungere il punto più alto e poi continuavamo verso l'alto, sperando che il tiro successivo non si sarebbe rivelato troppo difficile. Tutti i mesi di pianificazione e di sogni stavano finalmente dando i frutti sperati. Finalmente eravamo lì dove speravamo di essere, nel nostro mondo su una parete remota, circondati da quel paesaggio magico ed entusiasti dall'intensità e dall'eccitazione che ci dava l'aprire la nostra nuova via.

I tiri in placca ci hanno portato a quello che abbiamo soprannominato il "Rubicon Pitch", una serie di enormi buchi sulla roccia che ci hanno portato in diagonale per poi finire con un traverso mozzafiato ed una sosta su una cengia. Questo tiro, e quello subito prima, probabilmente sono i migliori di tutta la via. Da lì Benj ha salito un altro camino per un tiro e questo ci ha portati agli ultimi due, facili tiri per raggiungere la vetta.

Dopo un giorno di riposo abbiamo salito alcuni monotiri nella valle sottostante, distruggendo le nostre braccia in una fessura che sembrava foderata al suo interno con denti di squalo, e tentando uno spigolo disperato "il miglior spigolo ancora da salire a Madagascar", sul quale Benj ha fatto qualche progresso ma che alla fine abbiamo dovuto lasciare inviolato, sarà per la prossima volta. Abbiamo poi deciso di salire tutta la nostra via in libera ed in giornata, cosa che abbiamo fatto senza intoppi, ciascuno salendo i tiri da lui spittati. E' stato immensamente soddisfacente, ma dopo le fotografie in cima ed una festa in grotta siamo stati felici di portare i nostri bagagli a Camp Catta e bere delle birre fresche al bar. Dopo un altro giorno abbiamo iniziato il lungo viaggio di ritorno ad Antananarivo, e tre giorni dopo siamo atterrati a OR Thambo, l'aeroporto internazionale di Johannesburg ed un altro pianeta rispetto a Tsaranoro. Benj ed io abbiamo iniziato con due giorni di ritardo l'università, mentre Duncan è andato a lavorare.

I viaggi in posti lontani sono facili da sognare ma difficili da realizzare. Questo non ha fatto eccezione e non ci saremmo mai potuti andare senza il sostegno della MCSA Supertramp Award, il Mountain Club del Sud Africa, l'Università della Città del Capo, Bosch Power Tools, Beal e Black Diamond. Un ringraziamento particolare è dovuto anche a Simon Larsen, Alec McKirdy, Andrew Pedley e Jimbo Smith per il loro aiuto e consigli. Infine, siamo grati che un posto come Tsaranoro esista e speriamo che rimanga a lungo selvaggio come l'abbiamo trovato noi.




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