Stucchi e Ferrari: 1a ripetizione Via dei Bellunesi, Spiz di Lagunàz
17-18/07/2004, Ivo Ferrari e Silvestro Stucchi hanno realizzato la prima ripetizione della mitica Via dei Bellunesi, aperta da Franco Miotto, Riccardo Bee e Stefano Gava dall'11 al 13 luglio del 1979 sul Pilastro sud-ovest dello Spiz di Lagunàz (Pale di San Lucano, Dolomiti).
Venerdì 17 e sabato 18 luglio 2004, Ivo Ferrari e Silvestro Stucchi hanno realizzato la prima ripetizione della mitica Via dei Bellunesi, aperta da Franco Miotto, Riccardo Bee e Stefano Gava dall'11 al 13 luglio del 1979 sul Pilastro sud-ovest dello Spiz di Lagunàz (Pale di San Lucano, Dolomiti). 1350 metri "di strapiombi e placche da collegare con traversate." descrive Alessandro Gogna in Sentieri Verticali, per poi aggiungere: "Lorgia di tetti gialli e muraglie grigie sfiora il delirio"... Un "viaggio" che ha aspettato ben 25 anni per essere ripetuto, appunto, da Ivo Ferrari e Silvestro Stucchi. Per ricercare, come dice Silvestro, "un Alpinismo fatto di sogni". I sogni loro e quelli di tutti gli amici che li hanno sostenuti da valle. Via dei Bellunesi - 25 anni dopo la prima salita. di Silvestro Stucchi Da Sentieri Verticali di Alessandro Gogna: Sotto il profilo esplorativo, dall11 al 13 luglio fu compiuto lultimo gesto da grande epopea. Fu salito infatti lo spigolo sud ovest dello Spiz di Lagunaz, 1500 metri di strapiombi e placche da collegare con traversate. Lorgia di tetti gialli e muraglie grigie sfiora il delirio, eppure il quarantottenne Franco Miotto, Riccardo Bee e Stefano Gava transitarono là. Di fronte a questa impresa tanti viaggi molto più celebrati devono cedere e questo è solo perché dellesperienza vissuta nulla fu scritto ed essa rimane solo nel cuore e nel ricordo dei protagonisti: allinferno e ritorno, passando per il Boral di San Lucano e piantando tre chiodi a pressione solo perché usare chiodi normali avrebbe significato far crollare un pilastro. Ma queste vie oggi non sono comprese, distanti come sono da tutto il resto. Dopo 25 anni dallapertura di questa eccezionale via, voglio raccontarvi la nostra storia. Non voglio parlare di tiri chiave, o di gradi perché di questo ne parlano già in tanti, ma di amicizia. Degli amici che ci hanno seguito per due interi giorni, degli amici che ci attendevano in valle con una bottiglia di prosecco e di tutti quelli che hanno festeggiato con noi quella sera. Perché solo se (amici) lo si è si può farla! Arriviamo in Valle di San Lucano venerdì notte e dopo solo qualche ora di sonno la sveglia suona. E la seconda volta in un mese che io ed Ivo affrontiamo lo stressante avvicinamento allo Spiz di Lagunaz per tentare la ripetizione della via dei Bellunesi. Nel primo tentativo siamo scesi dopo avere percorso circa 200m di zoccolo e i primi quattro tiri dellimpressionante diedro giallo, quelli che portano sotto ad un forte strapiombo. Troppe sono le diverse, e non chiare, opinioni che la gente ha sul quel tratto, e questo ci ha portato alla ritirata. Questa volta però le idee sono più chiare e noi siamo carichi di una forte motivazione. A mezzogiorno siamo nel punto massimo raggiunto nel precedente tentativo. Parto per il traverso e con passaggi in arrampicata libera su roccia friabile, ma soprattutto difficile scalata artificiale, arrivo dopo due ore e mezza alla sospirata sosta. Qui trovo un moschettone di calata e capisco subito che questo è il punto dove gli alpinisti, Pier Verri e Gianpaolo Galiazzo, si sono calati durante il tentativo del 1999. Probabilmente il tiro successivo, la Prua, ha giocato un brutto scherzo ai due! ![]() Infatti, la prua strapiombante, ben visibile dalla valle, ha impegnato notevolmente Ivo, che, anche dopo un volo senza conseguenze, è riuscito ad arrivare alla sosta successiva. Un urlo di gioia ed il suono dei clacson delle macchine degli amici che ci osservano dalla valle, mi ha fatto capire che siamo finalmente fuori dal temuto e difficile diedro. Alle 19,00 arrivo in sosta, ottimo posto per bivacco, e qui decidiamo di fermarci. La prima parte della via, quella che richiede notevole impegno fisico ma sopratutto psicologico, labbiamo fatta. Non abbiamo nulla per bivaccare ma il meteo è dalla nostra, e nel complesso è stata una bella nottata in compagnia di sua maestà il Monte Agnèr. Alle 6 del giorno seguente incominciamo a scalare la seconda parte della via. Senza acqua e cibo. Dobbiamo assolutamente uscire in giornata! La roccia diventa più solida e la scalata prevalentemente in libera. Già dal mattino presto dalla Quarta Pala le voci degli amici ci incitano, ma soprattutto emergono i suggerimenti e gli incoraggiamenti di Franco: Forza ragazzi, dai che siete a casa, siete grandi! Alle 15, dopo un totale di 24 tiri, arriviamo finalmente in vetta allo Spiz di Lagunaz, distrutti ma contenti. Dopo una breve pausa e la classica foto di vetta, ci attende ora la faticosa discesa. Tutti e due la conosciamo bene, visto che non è la prima volta che ci troviamo in vetta allo Spiz, ma ci sono volute comunque tre ore per arrivare nel punto dove ci attendevano Franco ed Ettore, con lacqua. Labbraccio con i due ci fa dimenticare la stanchezza... e lemozione sopraggiunge. Insieme scendiamo verso valle dove ci aspettano tutti gli altri per festeggiare insieme la salita. |
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