Spedizione alpinistica 'MADAGASCAR 98'
'Never the same' via nuova, sul granito del Tsaranoro Be, Madagascar
La spedizione " Madagascar 98 ", composta da Rolando Larcher, 33 anni, di Trento, Marco Sterni, 33 anni ed Erik Svab, 27 anni, di Trieste, ha conseguito un bel successo alpinistico sulle ripide pareti del Madagascar.
Nel sud-est dell’isola, in una zona quasi del tutto inesplorata, nel cuore del massiccio dell’Andringitra, che raggiunge i 2.600 m s.l.m., vi è una valle con alte pareti di compattissimo granito. La più imponente di queste forma il versante est del monte Tsaranoro che è largo 2 km e alto fino a 800 m e si trova su un altopiano isolato dal resto del mondo. Dopo cinque giorni di arrampicata i membri della mini-spedizione hanno aperto una via nuova, salendo una parete verticale e strapiombante di compattissimo granito, per giungere il 16 settembre 1998 sulla cima ancora inviolata che hanno battezzato, in accordo con gli abitanti del luogo, “Tsaranoro Atsimo” (Sud), 2.000 m.
La via è stata salita dal basso, utilizzando gli spit necessari solo per l’assicurazione e mai per la progressione, salendo tutti i tiri in arrampicata libera già durante l'apertura.
670 m, 13 tiri dai 35 ai 60 m
difficoltà massima 8a+
difficoltà obbligatoria 7b
96 spit + 26 spit di sosta
discesa in doppia sulla via.
Le difficoltà dei singoli tiri sono: 6a+, 45 m, 6 spit ; 6a, 55m, 6 s.; 6c+/7a, 45 m, 7 s.; 6c+, 40 m, 9 s.; 7b, 45 m, 9 s.; 7c, 45 m, 11 s.; 7b+, 40 m, 9 s.; 8a+, 50 m, 11 s.; 7a+,35 m, 7 s.; 6c+, 60 m, 7 s.; 6c, 35 m, 5 s.; 6c+/7a, 45 m, 5 s.; 6a, 60 m, 4 s.; III, 70 m.
Per una ripetizione bastano 11 rinvii e due corde da 60 m.
La roccia è un granito quasi sempre verticale con lame, reglettes e piccoli cristalli da pinzare con due dita sui tiri più difficili; la roccia è estremamente compatta e del tutto priva di fessure e non presenta alcuna possibilità di assicurazione con i tradizionali chiodi da roccia. Pertanto è stato indispensabile utilizzare spit, posizionati con l’aiuto di un trapano a batteria, stando appesi ai cliff. Lo stesso numero degli spit usati fa capire come questi siano stati posizionati ad una media di circa 6 metri, dunque non si tratta di una via di falesia ma di una salita che richiede un certo impegno psicologico, poiché anche sul tiro più difficile di 8a+ sono possibili voli di 15 metri, sugli altri tiri voli fino ai 25 metri, mentre in alcuni tratti semplicemente non si può volare, perché troppo pericoloso.
I tre arrampicatori hanno scelto questa zona perché ancora poco conosciuta e perché essa offriva loro la possibilità di salire una via nuova, difficile, nello stile che hanno adottato già da tempo sulle montagne di casa, sempre dal basso e tirando sempre al massimo in arrampicata libera. I primi salitori hanno anche effettuato la prima salita in rotpunkt della via (escluso il tiro più difficile, salito con un resting).
Alla via è stato dato il nome "Never the same" (Mai più così).
Nel sud-est dell’isola, in una zona quasi del tutto inesplorata, nel cuore del massiccio dell’Andringitra, che raggiunge i 2.600 m s.l.m., vi è una valle con alte pareti di compattissimo granito. La più imponente di queste forma il versante est del monte Tsaranoro che è largo 2 km e alto fino a 800 m e si trova su un altopiano isolato dal resto del mondo. Dopo cinque giorni di arrampicata i membri della mini-spedizione hanno aperto una via nuova, salendo una parete verticale e strapiombante di compattissimo granito, per giungere il 16 settembre 1998 sulla cima ancora inviolata che hanno battezzato, in accordo con gli abitanti del luogo, “Tsaranoro Atsimo” (Sud), 2.000 m.
La via è stata salita dal basso, utilizzando gli spit necessari solo per l’assicurazione e mai per la progressione, salendo tutti i tiri in arrampicata libera già durante l'apertura.
670 m, 13 tiri dai 35 ai 60 m
difficoltà massima 8a+
difficoltà obbligatoria 7b
96 spit + 26 spit di sosta
discesa in doppia sulla via.
Le difficoltà dei singoli tiri sono: 6a+, 45 m, 6 spit ; 6a, 55m, 6 s.; 6c+/7a, 45 m, 7 s.; 6c+, 40 m, 9 s.; 7b, 45 m, 9 s.; 7c, 45 m, 11 s.; 7b+, 40 m, 9 s.; 8a+, 50 m, 11 s.; 7a+,35 m, 7 s.; 6c+, 60 m, 7 s.; 6c, 35 m, 5 s.; 6c+/7a, 45 m, 5 s.; 6a, 60 m, 4 s.; III, 70 m.
Per una ripetizione bastano 11 rinvii e due corde da 60 m.
La roccia è un granito quasi sempre verticale con lame, reglettes e piccoli cristalli da pinzare con due dita sui tiri più difficili; la roccia è estremamente compatta e del tutto priva di fessure e non presenta alcuna possibilità di assicurazione con i tradizionali chiodi da roccia. Pertanto è stato indispensabile utilizzare spit, posizionati con l’aiuto di un trapano a batteria, stando appesi ai cliff. Lo stesso numero degli spit usati fa capire come questi siano stati posizionati ad una media di circa 6 metri, dunque non si tratta di una via di falesia ma di una salita che richiede un certo impegno psicologico, poiché anche sul tiro più difficile di 8a+ sono possibili voli di 15 metri, sugli altri tiri voli fino ai 25 metri, mentre in alcuni tratti semplicemente non si può volare, perché troppo pericoloso.
I tre arrampicatori hanno scelto questa zona perché ancora poco conosciuta e perché essa offriva loro la possibilità di salire una via nuova, difficile, nello stile che hanno adottato già da tempo sulle montagne di casa, sempre dal basso e tirando sempre al massimo in arrampicata libera. I primi salitori hanno anche effettuato la prima salita in rotpunkt della via (escluso il tiro più difficile, salito con un resting).
Alla via è stato dato il nome "Never the same" (Mai più così).
Note:
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