Red Rocks - boulder alle porte di Las Vegas
Il volo è stancante, ma dopo 24 ore di viaggio raggiungiamo la luminosissima e suggestiva città di Las Vegas. Il giorno dopo prepariamo tutto ciò che ci serve per la nostra permanenza: spesa, noleggio auto, acquisto dei pad, acquisto della guida e, al tramonto, troviamo il tempo per andare a passeggiare nel settore più classico, toccando l'arenaria tanto desiderata.
La mattina successiva arriva finalmente il momento di scalare in questo ambiente così diverso dal nostro con roccia, blocchi e persone differenti rispetto a ciò che siamo abituati. Subito capisco che si tratta di un posto davvero complementare e appropriato ai miei gusti. La conferma arriva al termine della prima settimana, dopo aver visitato parte dei numerosi canyon del parco; ognuno dei quali offre un settore della zona con una roccia incredibile. L'arenaria in alcuni sassi è perfetta nei colori, nella grana, nelle forme e nelle prese che compongono le linee. L'intera zona, eccetto qualche settore più vecchio, richiede grandi avvicinamenti, a volte per pochi sassi, o almeno pochi di essi già aperti. Si vedono massi ovunque e probabilmente il potenziale per nuove linee è ancora buono.
Stando qui per la prima volta e "solamente" due settimane decisi di dedicarmi a blocchi già aperti che mi ispiravano di più come Atlas Shrugged, una linea in compressione con la qualità al top; il muro perfetto di Wet dream, Abstraction, che sembra una scaglia di cioccolato in formato gigante, The book of nightmare, Stand and Deliver, Jack of all trades e molti altri belli ma non con la qualità eccezionale e impressionante come questi.
L'obbiettivo principale per me era Meadowlark Lemon, un sasso situato in Gateway canyon che mi ispirò sin da quando Paul Robinson lo liberò qualche anno fa. Anche questo mi impressionò molto alla prima vista per molteplici fattori e, ai piedi di sassi come questi, mi sentii subito ripagato dal lungo viaggio, dal costo e dalla distanza percorsa per raggiungerli. Il blocco risultò più duro degli altri e mi richiese tre giorni interi di lavoro per il pazzesco mix di tecnica, forza, metodo, precisione, freddo e pelle adeguata che mi richiese. Desideravo molto salire Meadowlark Lemon e, se pur ormai risulta famosa e conosciuta, l'attrazione era del tutto personale ed ero emozionato ogni volta che lo vedevo. Con un po' di fortuna il penultimo giorno a Red Rocks riuscii a completarlo e la sua bellezza, insieme alle caratteristiche scalatorie che presenta, mi rese davvero felice.
Nei giorni di riposo riuscimmo anche a visitare due parchi "vicini" a Las Vegas, siccome eravamo motivati di vedere parti della natura americana che sapevamo non ci avrebbe deluso. Il primo fu il parco della Death Valley, un ambiente pazzesco per le piccole e diverse zone geologiche che è capace di offrire. Pur rimanendo nella stessa valle deserta si possono vedere zone di tutti i tipi nell'arco di poche miglia. Il secondo invece fu il Bryce canyon, a 5 ore di auto dalla città, situato sulle montagne in Utah. Il Bryce è più piccolo della Death Valley e fortunatamente visitabile in giornata per il sue dimensioni ridotte. I canyon che offre sono mozzafiato con pinnacoli di roccia arancione in contrasto con qualche macchia di neve e il verde di qualche pianta.
Le due settimane passarono davvero in fretta in un posto in cui mi sono trovato perfettamente a mio agio. Gli Stati Uniti sono grandi e regalano numerose zone boulder; per questo quando tornerò preferirò vedere ambienti e posti nuovi, ma spero un giorno di tornare anche a Red Rocks visto la buona permanenza che abbiamo avuto.
di Niccolò Ceria
SCHEDA: Red Rocks, Nevada, USA
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