Realizzazioni estive a Flatanger di Luca Bana, Marcello Bombardi e Stefano Carnati
È la sera del 30 luglio quando arrivo per la terza estate consecutiva a Flatanger, con gli amici Luca Bana e Marcello Bombardi, che condivideranno con me queste due settimane di vacanza. È un viaggio inaspettato a causa del particolare momento che stiamo vivendo, organizzato velocemente solo dopo l’apertura della Norvegia ai viaggi per turismo, decisione valida dopo la metà di luglio.
Le condizioni meteo delle prime giornate mi ricordano esattamente gli ultimi giorni di vacanza dello scorso anno: pioggia e nebbia costanti. Il fango e massi scivolosi rendono assai fastidioso il seppur breve avvicinamento, ma non ci demoralizziamo: pensiamo a preparare i tiri che ci interessano attrezzandoli adeguatamente e provando le sezioni scalabili. Appena il vento asciuga le prese e porta via la nebbia, anche dall’interno della grotta, iniziamo finalmente a fare dei seri tentativi sui nostri progetti. Io salgo Illusionist, una via corta e molto intensa, firmata Adam Ondra, che anche Marcello realizza dopo due giorni di tentativi. Non è certo la via che più coglie l’attenzione a chi visita il luogo per la prima volta, ma le prese e i movimenti sono tanto particolari e vari da renderla speciale! Luca intanto si diverte su vie più lunghe, di oltre 60 metri e 140 movimenti, portando a termine prima Nordic plumber e successivamente Nordic Flower. Marcello in seguito, con molta determinazione e caparbietà, riesce a flashare prima Muy verdes e poi Nordic plumber, su cui la battaglia per la realizzazione dura oltre 40 minuti!
Io nel frattempo mi dedico a Little badder, un tiro molto strapiombante, lungo e fisico, chiodato, in parte, e liberato da Seb Bouin. Provo inizialmente ogni sezione con l’aiuto di corde e jumar, come si usa fare qui, considerato che i passaggi chiave sono posti spesso ad oltre 40 metri dalla partenza. Il secondo giorno di tentativi dal basso, quando anche la fessura iniziale risulta in condizioni buone, chiudo il tiro ringraziando le mie braccia, ma soprattutto le gambe, visti i numerosi incastri di piede, per aver sopportato i quasi 150 stancanti movimenti per raggiungere la catena. Nella stessa giornata Luca chiude il suo principale progetto Odin’s eye, una delle vie simbolo di Flatanger e chiamata così per la particolare grande conformazione ad occhio formata dallo gneiss, posta sulla sezione chiave.
Nei pochi giorni rimasti provo la linea di Brunhilde, una fantastica via che attraversa la grotta nella parte sinistra. Assieme a Luca troviamo le giuste method, seppur molto differenti, per superare i diversi passi chiave. Luca riesce in breve nella salita ed io, dopo qualche giorno, realizzo Brunhilde low start, la linea che Ondra ha messo insieme concatenando la prima parte di Thor’s hammer e Brunhilde, al fine di evitare la partenza originale (dalla la corda fissa) di quest’ultima.
In questa stessa giornata anche Marcello e Luca salgono i loro ultimi progetti. Marcello riesce, dopo soli tre giorni di tentativi, su Thor’s hammer, probabilmente la miglior via della grotta, in cui la difficoltà maggiore è nei primi 20 metri, ma gestire i successivi 40 in continuità non è per nulla semplice! Luca, invece, porta a termine Sledgehammer. Marcello fa anche di più, salendo Odin’s eye come defaticamento!
Alla fine della vacanza la conta dei tiri realizzati è lunga, ma tanti ancora sono i progetti che ci regalano sogni per, spero, un prossimo futuro!
di Stefano Carnati
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