Ospo e le sue vie lunghe
Il Paretone di Ospo è entrato nella cronaca delle falesie triestine nel lontano 1977/78, quando Luciano Cergol e Roberto Giberna aprirono le prime vie su questa parete alta solo 120 metri ma terribilmente strapiombante. Con tecniche di artificiale e uso del perforatore vinsero gli strapiombi creando dei piccoli capolavori di arrampicata. Con il passare del tempo altri alpinisti, italiani e sloveni, lasciarono la loro traccia su queste pareti. Con l'avvento dell'arrampicata sportiva le vie classiche furono integrate con una chiodatura a fix rendendone possibile la salita sia in arrampicata artificiale che in arrampicata sportiva.
Nuovi itinerari aperti con ottica sportiva dalle alte difficoltà obbligatorie sono stati aperti. Di questi itinerari, classici e moderni, si ha traccia nelle guide di arrampicata sportiva recenti, dove però sono stati inseriti con i soli dati sportivi. L'unica traccia storica in lingua italiana è la vecchia guida di Tullio Piemontese, da anni introvabile e comunque ormai datata, superata e incompleta. Mi sembrava giusto e doveroso dare a questa parete una sua specifica dignità cercando di catalogare e descrivere tutti gli itinerari presenti, classici e moderni, e citare gli itinerari ormai dimenticati, menzionando gli apritori e laddove conosciute anche le prime salite in libera.
Ormai il gran cavernone di Ospo ospita in estate la falesia più dura e interessante della zona, e nessun giovane giustamente ricerca tecniche artificiali su quelle canne. La conoscenza della storia può sicuramente però dare ai giovani la giusta visione del loro agire su quegli strapiombi. Questo lavoro potrà anche essere spunto per tanti arrampicatori e alpinisti per andare ad allenarsi su vie di più lunghezze che poco hanno da invidiare a certe pareti alpine e che per l'ambiente aereo in cui si svolgono regalano sempre grosse sensazioni quando vengono salite, oltre ad esser un bel banco di prova per pareti più alte in giro per il mondo.
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ACCESSO
Dal casello autostradale di Trieste continuare per l'autostrada per una ventina di chilometri ed uscire seguendo le indicazioni per Basovizza e il valico di Pese/Pesek. La parete si trova in Slovenia. Obbligo di documento valido per l’espatrio anche se il confine non è più presidiato. Dal valico entrare in Slovenia e proseguire fino al paese di Divaca, dove si prende a destra la strada per Capodistria, Koper. Dopo una quindicina di chilometri si arriva al bivio a destra per Ospo Osp. Seguire la stradina e parcheggiare presso il Camping Vouk. Qualsiasi altro luogo è vietato per parcheggiare. Parcheggio a pagamento. 3 euro a giornata che poi vengono scalati in parte se si consuma qualcosa. Si può anche rimanere sempre in autostrada valicando il confine a Fernetti e poi prendendo l'autostrada per Capodistria Koper uscendo a Osp, obbligo di vignetta slovena. Oppure da Trieste raggiungere Muggia ed il valico di Rabuiese da cui si prende la strada che da Capodistria porta verso l'interno fino ad Ospo.
PERIODO
Ad Ospo si arrampica tutto l'anno seguendo il percorso del sole, anche se le stagioni intermedie sono le migliori. L'affollamento risente molto della stagionalità del luogo. In primavera e autunno e nelle giornate festive certi settori sono decisamente sovra affollati. Difficile invece trovare coda sulle vie del paretone, tranne a volte su Medo.
ALLOGGIO
Il camping Vouk nel centro del paese è polo di ritrovo per gli arrampicatori sia per campeggiare che per mangiare. Tutta la zona sia in Italia che in Slovenia offre svariate soluzioni per il pernottamento.
Per vedere l'elenco di
tutte le vie visitate: www.rampegoni.it
di Massimo Esposito, Trieste