Michele Caminati sul gritstone inglese tra neve, pioggia e sole
Il mio obiettivo principale quest’anno era Voyager sit start, il boulder di Ben Moon a Burbage, ma nonostante ci abbia dedicato circa il 70% del mio tempo su roccia devo dire che non sono mai riuscito a trovare una buona giornata di vento che mi concedesse di scalarlo dall’ inizio alla fine... quest’anno il vento a sempre soffiato da est, rendendo tutta la falesia di Burbage North estremamente riparata, una beffa dato che di solito il vento soffia da ovest e pure sulla guida consiglia di ripararsi dalle intemperie a Burbage West, che si trova giusto di fronte! Nelle ultime settimane ci sono state condizioni perfette a Burbage West, e la differenza era incredibile: potevo stare fermo in maglietta a contemplare quanto fossero intenibili le prese di Voyager da una parte, mentre avrei avuto bisogno di cuffia e tre strati di vestiti se mi fossi spostato a scalare dall’ altra.
Quest’anno non sono riuscito a trovare molte persone motivate ad andare a provare vie trad, ma devo dire che sarebbe comunque stato troppo freddo per mettersi a trafficare con corda e moschettoni. Infatti sull’ unica mia esperienza con la corda (Messiah E7 6c) mi sono completamente congelato dopo aver messo la prima protezione, e incapace di proseguire mi sono dovuto appendere per cercare di far tornare a circolare il sangue nelle mani. Per la salita poi ho scelto di non fermarmi a mettere la prima protezione, e di continuare fino alla grande crepa dopo il crux, dove ci si può poi proteggere per l’uscita.
Per il resto dopo l’abbondante nevicata è stato tempo di Highballs: sin dal giorno successivo si vedevano gli arrampicatori in giro con le pale a pulire dalla neve le pareti e a compattarne solidi mucchi alla base per “addomesticare” gli atterraggi scoscesi o pieni di pietre. Così una volta assestata la neve ha offerto un’ imperdibile opportunità di provare con pochi crash pad alcune vie che in genere risultano quasi improteggibili: e così ha pure visto le prime ripetizioni Superstition (E8 7b?) la via di Miles Gibson accanto a “the Promise” che rimaneva inviolata dal lontano 1999! Ho fatto la via con Ned Feehally alcuni giorni dopo la salita di Ben Bransby, penso sia un poco più difficile di the Promise, e soprattutto necessita di un ultimo “lancio” che non so se ci saremmo fidati a fare senza la presenza di una seppur stretta piattaforma di neve. Forse 7c boulder? Sempre con l’aiuto della neve ho salito Black Car Burning e Living in Oxford (entrambe E7 6c), ma quest’ultima è stata sempre una sfida in quanto mi trovavo solo e con 3 materassi!
Per il resto la neve non ha fatto molta differenza su Simba’s Pride (E8 6b) e dopo il secondo spaventoso volo di rinuncia dalla cima mi sono accontentato di provare il lancio con la corda per evitare ulteriori cadute sulle mie ginocchia già malandate.
Anche su Samson la neve non ha fatto veramente la differenza, ma ha in parte aiutato a pareggiare il terreno scosceso, così non ho avuto bisogno di molti materassi. Mi sono calato con la corda a pulire le prese e ho provato brevemente la sezione finale in autosicura, il tempo a mia disposizione non era molto per provare una difficile salita ground-up, e non ho voluto farmi scappare l’occasione di portare a casa questa via che sognavo da parecchi anni avendola vista fare da Jerry Moffatt in Hard Grit. Devo dire chè è sicuramente una delle linee che mi ha dato maggior piacere riuscire a scalare: una serie di movimenti incredibili incrociano una fessura, due buchi e un arco di svasi. Il connubbio perfetto tra via e boulder, per un solido 8a di blocco, di quelli che non ti dimenticherai mai.
Sempre indimenticabile quanto inaspettata è stata la salita di Superbloc (8a+), in una delle rare giornate di sole e aderenza che ho avuto all’inizio del viaggio. Provavo questo blocco che tanto ricorda le forme di Fontainebleau da ormai due anni, e la considero una delle cose più difficili in assoluto che ho salito nel Peak District, almeno una di quelle che mi ha richiesto più tempo.
Sono abbastanza contento di aver scalato il più possibile durante le ultime due settimane, da sole sono riuscite a salvare il bilancio della vacanza, che altrimenti sarebbe stata proprio disastrosa tra pioggia, umido e neve. Quest’anno il meteo inglese, come mi ha detto un amico, si è proprio voluto rifare nei miei confronti, dopo tutto il bel tempo che ho preso l’anno scorso! Qui una sintetica lista con le cose più difficili che ho fatto un questo viaggio!
Boulder
Superbloc Gardoms 8A+
Super Size Me Curbar 8A+
Samson Burbage South Edge 8A
Walk on By Curbar 7C+
Greater White Curbar 7C+
Vie trad
Superstition Burbage North E8 7a
Simba's Pride Burbage South Edge E8 6b
Messiah Burbage South Edge E7 6c
Living in Oxford Burbage North E7 6c
Black Car Burning Stanage Apparent North E7 6c
Silk Stanage Plantation E6 6c
Michele Caminati
04/05/2011 - Michele Caminati e il gritstone inglese
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