Leopoldo Faria libera il primo 9a del Portogallo a Sagres

PEIXE PORCO di Leopoldo Faria
Sabato 2 marzo ho finalmente completato quello che avevo iniziato quasi due anni fa. E’ stata di gran lunga la sfida più grande che ho affrontato nell’arrampicata e sono davvero felice di esserci riuscito, così oraposso guardare avanti, e non lasciare niente di incompiuto.
Ho spittato questa linea nella primavera del 2011, in un momento in cui mi stavo riprendendo da un grave infortunio subito durante una spedizione in Pakistan nel 2010. Dopo molti mesi senza arrampicare e con il polso ancora non guarito perfettamente, ho cominciato a pensare che non sarei mai più riuscito a salire qualcosa di difficile. Ma all'inizio del 2011 ho iniziato nuovamente ad arrampicare, lentamente, e dopo 3 mesi ho sentito che ero pronto per qualcosa di serio. Il polso mi faceva ancora male ma mi era ritornato la forza e anche la motivazione. Così ho iniziato a cercare una linea che per me rappresentasse un passo in avanti e, al tempo stesso, mi ispirasse da investire tutte le energie e la concentrazione.
Non c'è molta roccia in Portogallo, in particolare per difficili vie di arrampicata sportiva, quindi se si vuole tentare qualcosa di più difficile, bisogna spittare una linea nuova e, prima di tutto, bisogna trovarla! Per molti versi questo è quello che rende l’arrampicata in Portogallo cosi bella: qui si parte sempre da zero.
Ho pensato a dove trovare questa sfida perfetta e immediatamente mi è venuta in mente Sagres. Non solo perché la falesia ha ancora un certo potenziale per nuove vie, ma anche perché è un posto davvero speciale, con una bellissima atmosfera. Visto che avevo già spittato la maggior parte delle sue vie dure, sapevo esattamente quello che rimaneva ancora da fare e, anche se non era molto, sapevo di una via da me spittata anni prima, "Pop Star" 8b+. All’epoca avevo spittato la parte bassa mentre in cima, per evitare la sezione di roccia liscia, avevo deciso di collegare la via con quella immediatamente a destra. Così, senza pensarci due volte ho preso in mano il mio trapano e mi sono fiondato là, convinto che avrei trovato qualcosa…
Non avrei potuto vedere meglio! Ho spittato la parte alta, provato i movimenti e subito dopo la prima sessione sapevo di aver trovato quello che stavo cercando! Era difficile credere quanto fosse perfetta la via, prese con delle forme pazzesche e un bi-dito nel bel mezzo. Era difficile capire come fare tutti i movimenti, ma giorno dopo giorno ho iniziato a trovare la sequenza.
Uno dei maggiori problemi era qualcosa che non aveva contemplato prima di spittare la via: non ci sono climbers a Sagres e la scogliera si trova a 300 chilometri da Lisbona… quindi questa odissea era un grande ostacolo. Detto questo, la sfida più grande è stata sicuramente nella mia testa, ad un certo punto mi sono reso conto che avevo tutto il necessario per liberare la via, ma per qualche ragione continuavo a cadere... al punto che cominciavo a dubitare che ci sarei mai riuscito.
Dopo aver fallito così tante volte è impossibile non avere un senso d’incertezza e cercare di riflettere sul perché si sta facendo qualcosa. Ovviamente non si può tentare qualcosa per sempre, ad un certo punto bisogna lasciare perdere. Capire quando non è facile, perché alla fine sei sempre tu a decidere.
Il primo sabato del mese di marzo ce l'ho fatta. Inutile dire che sono molto felice per la soddisfazione e il senso di realizzazione che mi ha pervaso dopo questa grande battaglia. In questi ultimi mesi ho continuato a dire a me stesso che non mi sarei mai più imbarcato in un una cosa del genere, ma chi lo sa, questo feeling è troppo bello!
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