Gabriele Moroni e Silvio Reffo e il loro No Siesta Spain Trip
NO SIESTA SPAIN TRIP - intervista a Gabriele Moroni e Silvio Reffo
La Catalunya, è davvero così un paradiso per l'arrampicata sportiva come si racconta?
Gabriele: Beh che domanda... bisogna andarci a scalare di persona per darsi una risposta... si diciamo che loro sono molto fortunati perché hanno veramente tanta pietra e ancora tanto potenziale! E le vie nelle falesie più famose sono veramente di qualità eccezionale, anche se a volte la roccia non è delle migliori! E poi diciamolo, adesso la Catalunya va di moda e se non ci vai, sei out!
Silvio: Sicuramente due mesi sono molti, soprattutto nell’ottica Italiana, ma se si pensa che ci sono tantissimi arrampicatori da tutto il mondo che viaggiano e visitano le falesie per molto più tempo, alcuni mesi se non anni. La Catalunya ha riscosso molto successo negli ultimi anni e le ultime pagine della storia della scalata trovano come sfondo queste falesie. Oltre al grande numero di vie dure, questa regione della Spagna offre veramente una grande varietà e disponibilità di roccia: in pochi chilometri di distanza puoi cambiare stile di arrampicata, anche in base alla meteo. Per un arrampicatore la Catalunya è veramente il paradiso della scalata dato anche il clima caldo e l’alta pressione presente per quasi tutto l’anno.
Siete partiti alla grande ad Oliana. Parlateci di questo muro.
Silvio: Oliana è sicuramente un muro strepitoso. Tutta la prima fascia di roccia non è molto solida, infatti molte partenze su alcune vie sembra di essere su una Classica delle Dolomiti che non in una falesia di referenza mondiale. Superato questo zoccolo iniziale la roccia diventa veramente eccezionale, liste, buchi verticali, canne, un mix perfetto per riempire gli avambracci. La lunghezza di quasi tutti gli itinerari non è mai inferiore ai 35/40 metri, delle vere sfide contro la ghisa e la fatica fisica.
Gabriele: Io all'inizio del viaggio non mi sentivo in formissima, non essendomi preparato in maniera specifica per questo tipo di vie. Ci ho messo un paio di settimane a riabituarmi allo stile di scalata e alla vita da camper.
Silvio: A invece fin da subito ho avuto un buon feeling con Oliana, infatti già il secondo giorno sono riuscito nella flash di un 8b+/c dandomi la carica e la motivazione per realizzare qualcosa di più duro. In pochi giri sono riuscito anche su Joe Blau, un 8c+ non proprio facile e soprattutto di grande soddisfazione, ripetuto anche da Gabri quando siamo ritornati qualche settimana più tardi.
Visto la velocità in cui l’hai fatto Silvio, non era il caso di provare qualcosa di più difficile?
Silvio: Purtroppo un dolore alla spalla mi ha fermato per qualche giorno di troppo, ma dopo risolto il problema mi sono lanciato su Papichulo 9a+. Anche qui ho sentito subito che avrei avuto la possibilità di fare un tiro di questa difficoltà e che ci avrei veramente provato a salire questa super via al nostro ritorno le ultime settimane di permanenza in Spagna. Tra l’influenza che mi ha colpito le ultime settimane e solo quattro giorni per provarla non sono riuscito nel mio intento, ma sono sicuro che quest’anno ritornerò.
Poi subito dopo era la volta di Siurana, dove avete salito due vie completamente diverse.
Gabriele: Si, due stili completamente diversi. Chiaramente ci siamo trovati due progetti che si adattassero alle nostre caratteristiche quindi corto e bloccoso per me e lungo e di resistenza per Silvio. Poi li abbiamo saliti entrambi nello stesso giorno!
Silvio: Due vie opposte nello stile per due scalatori “opposti”! Ero già stato in questa storica falesia 5 anni fa sempre con Gabri, e anche questa volta sono rimasto entusiasta del luogo. I moltissimi settori con le diverse esposizioni danno la possibilità di scalare su vie con stili completamente diversi, ed infatti le nostre due distano soltanto 10 minuti. Gabri è riuscito sulla corta e boulderosa Jungle Speed e io su Estado Critico, entrambe valutate 9a. Gabri è veramente riuscito a dare il massimo, mi ha stupito per la facilità con cui l’ha salito.
E poi?
Silvio: Poi Margalef, la nostra terza tappa del viaggio. La scalata è prevalentemente su buchi, tipico del conglomerato. Anche in questa località gli svariati canyon che si diramano all’interno delle montagne soddisfano ampiamente le necessità degli arrampicatori. Ma non consiglierei di fermarsi soltanto in questa falesia, proprio perché salvo qualche rara eccezione la scalata è molto similare in quasi tutte le vie: prensioni a dita stese e movimenti principalmente di forza. Anche qui la roccia ancora a disposizione è veramente notevole e negli anno futuri ci sarà ancora molto sviluppo di nuovi settori stupendi.
Parlando di qualche rara eccezione: tu Gabri che sei riuscito a trovare l'unica via di Margalef senza buchi…
Silvio: Si dopo Siurana avevo voglia di trovare un progetto un po' più particolare, non la solita via con un boulder durissimo o una cammellata di resistenza. E questa via, La Nevera Severa, è stata un bel challenge e ha messo alla prova anche la mia intelligenza motoria!
Mentre tu Silvio sei stato messo veramente alla prova da Era Vella
Silvio: Si, Era vella è stata una vera battaglia, ma con tutta sincerità soprattutto una battaglia con le temperature. Già prima di arrivare a Margalef avevo intenzione di fare un giro su questo famoso 9a di riferimento. Dopo i primi due giri avevo capito che era un tiro che potevo fare veramente velocemente e in pochi tentativi e già al secondo giorno di tentativi sono caduto dopo il tratto chiave per un errore di impostazione. Ero fiducioso e carico, purtroppo però le alte temperature che ci avevano accolto al nostro arrivo erano decisamente cambiate, il vento forte e il termometro sempre vicino allo zero ha reso i tentativi una vera e propria sofferenza. Partivo caldo quanto volevo ma dopo poche prese i piedi e le mani risultavano completamente ghiacciate. Oltre l’insensibilità creata dal freddo mi accorgevo che il clima rigido mi stava veramente consumando fisicamente. Poi finalmente, dopo qualche giorno di riposo sono riuscito a venire a capo anche di questa via. E’ sicuramente una via dai movimenti bellissimi, un vero test di resistenza. Non ci sono passaggi particolarmente difficili e le prese sono tutte di dimensione media, il problema è la costante inclinazione a 45-50 gradi che non permette di scaricare molto sui piedi lasciando il lavoro principalmente alle braccia per 40 metri di via!
Qualche trucco?
Silvio: Ho scalanto con una pietra scaldata nel fuoco e inserita nel sacchetto di magnesio in modo da avvertire un po’ di tepore ad ogni pucciata!
Come'è misurarsi contro la vie di Sharma?
Silvio: Confrontarsi con le vie di Chris è stato sicuramente un onore. Grazie alla sua lungimiranza ha donato alla Catalunya e a tutto il mondo verticale delle bellissime e durissime vie a 5 stelle.
Prima di concludere il vostro viaggio sono arrivate due chicche, una via nuova di Gabri e per Silvio Mind Control in stile flash…
Gabriele: Avevo gia addocciato questa linea diretta lo scorso anno e ne avevo parlato con Daniel Jung, però poi non avevo avuto il tempo di chiodarla. Quest'anno ho aggiunto questi cinque spit ed è uscita una super via, a mio parere molto piu logica della linea originale. L'emozione più grande però è stata liberarla e così chiudere il cerchio. La Carriola dovrebbe essere attorno a 8c+
Silvio: Mind Control è stata per me una realizzazione molto importante. Prima di partire è stata l’unica via che mi ero programmato veramente, non come progetto lavorato ma come via da tentare al primo colpo in stile flash dato che avevo visto alcuni filmati. Le prime settimane a Oliana rimanevo ad osservare la splendida linea, un po’ intimorito soprattutto per l’ambizione che avevo di provare la salita al primo colpo. Ho deciso dunque di aspettare e di tentarla in un secondo momento quando mi sarei sentito più deciso. Il ritorno nell’ultima settimana ad Oliana non è stato come speravo, infatti avevo passato sette giorni chiuso in camper con la febbre e problemi di digestione. L’idea di tentare Mind Control era ormai volata via e già dentro di me, mi dicevo che l’avrei provata in un’altra trasferta. Questo forse è stato l’evento che mi ha permesso di calare la pressione sul mio obiettivo.
Quindi
Silvio: Un giorno arrivato in falesia sentivo che era il momento buono e che la dovevo tentare. Ho aspettato che il sole girasse l’angolo e che l’ombra portasse con se le migliori condizioni di aderenza e dopo aver raccolto un po’ di informazioni sui metodi sono partito. Sono partito e pian piano guadagnavo metro dopo metro, con i suggerimenti di Gabri che faceva il traduttore da altre due persone che conoscevano bene la via, fino ad arrivare a moschettonare la catena. Sono sempre stato in grado di gestire con totale controllo le difficoltà della via, è stato più impegnativo infatti riuscire a gestire la tensione lungo la via e rimanere concentrato sui consigli che mi davano da sotto e trasferirli sulla roccia. Nonostante sia forse la più “importante” realizzazione del viaggio in termini di grado, per le sensazioni avute durante la salita, non è stata la via che mi ha lasciato di più, infatti trovo molta più soddisfazione nelle vie che riesco a salire arrivando in catena con le braccia veramente gonfie e le mani che si aprono.
8c flash però non capita tutti i giorni…
Silvio: E’ stato per me un importante step che mi stimola a non mettere mai dei limiti mentali nel porsi degli obiettivi nella scalata ma anche nella vita di tutti i giorni. Perché quello che si vuole realizzare lo si può realizzare.
Nell'agenda manca Santa Linya, come mai?
Gabriele: Purtroppo nei giorni in cui volevamo andare la grotta era quasi interamente bagnata e sarebbe stata solo una perdita di tempo quindi abbiamo deciso di tirare dritto e andare a Oliana.
Silvio: Mi è veramente dispiaciuto non poter passare un po’ di tempo a Santa Linya perché sicuramente ci sono anche qui alcune bellissime vie da fare. Spero in futuro di poter far visita a questa immensa grotta e farmi venire problemi cervicali a far sicura!
Gabriele, quali sono i punti forti e deboli di Silvio? E Silvio a te la stessa domande al contrario.
Gabriele: I suoi punti forti sono sicuramente la motivazione, la sua resistenza fisica sulle vie e la tenacia. Punti deboli non ce ne sono tanti ma qualche volta un po’ troppo testone e orgoglioso... Nel senso che vorrebbe essere sempre al 100% e non tollera i cali di forma!
Silvio: Gabri secondo me è l’arrampicatore più talentuoso che io conosca, oltre a scalare benissimo ha una coordinazione veramente rara. Le sue doti sono sicuramente la forza, però si difende bene anche sulla resistenza visto i tiri che ha fatto. Sicuramente se si dedicasse nell’allenare la resistenza sarebbe uno degli atleti al mondo più polivalente. I punti deboli, avendo passato molte giornate a scalare insieme e conoscendolo ormai bene, penso che siano nella capacità nel gestire la tensione quando si è vicini a fare un tiro duro. Forse deve solo essere più testone e orgoglioso ;-)
E degli altri climbers che avete incontrato... Cosa o chi vi ha colpito?
Gabriele: Abbiamo incrociato veramente tanta gente e ci siamo fatti molti nuovi amici. Tutte persone genuine, innamorate di arrampicata proprio come noi.
Silvio: In viaggi di questo tipo conosci tantissime persone e scopri veramente quanto ogni persona ti può lasciare e soprattutto insegnare qualcosa. Dal punto di vista arrampicatorio è stato bello condividere alcune giornate con Chris Sharma e Adam Ondra, in particolar modo è stato stimolante come in ogni tentativo loro riescano a focalizzarsi sul loro obiettivo e veramente spingersi al massimo dandotutte le energie mentali e corporee. Adam quando è sulla roccia si trasforma completamente, negli urli la voce è profonda, scala con una decisione quasi volesse spaccare le prese… quando è con i piedi per terra invece tutto tranquillo sorridente che studia e legge libri. Incredibile! Poi mi ha colpito il fatto che tutte le persone che abbiamo incontrate sono accumunate da un’apertura mentale notevole, capaci di accogliere l’estraneo e di dialogare. Durante il nostro viaggio si avvertiva un vero senso di comunità.
Tornando ai due mesi on the road. Che cosa riportate a casa di questa esperienza?
Gabriele: L'importante è aver riportato a casa le dita, che dopo due mesi non era una cosa sicura! E poi il furgone che ha tenuto botta fino alla fine! Scherzi a parte, è stata una bellissima esperienza e mi ha fatto capire quanto l'arrampicata è un vero lifestyle... grazie alla nostra passione vivere con poco ma godersi i momenti molto intensamente!
Silvio: Dal punto di vista arrampicatorio questi due mesi trascorsi mi hanno dimostrato i miei non limiti e che con la volontà e la dedizione puoi raggiungere qualsiasi cosa, basta volerlo veramente. E’ stata sicuramente un’esperienza che mi ha fatto crescere molto ma soprattutto riflettere su quello che desidero veramente dalla mia vita. Dedicare in questo modo il mio tempo mi ha mostrato i pro ma anche i limiti di vivere una vita così. Sicuramente l’arrampicata è la mia più grande passione e desidero realmente avere la possibilità di dedicarmi da professionista, però condividendo le giornate ed esperienze di questo tipo non solo con amici ma con la persona con cui si condivide il proprio progetto di vita. Questo viaggio mi ha insegnato che è necessario vivere ogni giorno della propria vita con lo spirito dell’avventura e il senso di ricerca nelle cose. Buon viaggio a tutti!
Per saperne di più visitate nosiestaspaintrip.com
Expo.Planetmountain | |
Expo Five Ten | |
Expo La Sportiva | |
Expo Petzl | |
www | |
nosiestaspaintrip.com |