Elettroshock più La Spada nella Roccia per Pedeferri e Lanfranchi
A metà agosto Simone Pedeferri e Lorenzo “Pala” Lanfranchi hanno concatenato in 18 ore 'Elettroshock', al Pizzo Amedeo, e 'La Spada nella Roccia', al Qualido.
"Non la velocità fine a se stessa, ma l'idea di concatenare due vie che, per i due giganteschi lamoni che le contraddistinguono e per la loro storia, ci erano sembrate sempre come la stessa via. Un'idea come tante già avute in Yosemite, e che potrebbe essere applicata in altri posti, che costa fatica ma appaga anche interiormente". E' così che Simone Pedeferri presenta la galoppata di 18 ore, fatta in compagnia di Lorenzo Pala Lanfranchi, su 'Elettroshock', al Pizzo Amedeo, e su 'La Spada nella Roccia', al Qualido. Vie aperte da Tarcisio Fazzini e considerate tra le più difficili ed impegnative delle Alpi Centrali. Un volo tra estetica e storia, dunque. Tra fatica e ricerca interiore. Per una voglia di sperimentare, di giocare anche, che apre prospettive altre come la visione d'insieme che unisce due linee, spazialmente distanti, in un unico segmento di continuità. Tutto è successo a metà dello scorso agosto. La partenza dal parcheggio è alle 5 e mezza di mattina. Dopo 2 ore e 15 minuti di sentiero i due sono all'attacco dei 500 metri di 'Elettroshock', sulla parete sud est del Picco Luigi Amedeo. La prima via è conclusa dopo 4 ore, e dopo 3 ore e mezza (di corsa) Simone e Lorenzo sono ai piedi della est del Qualido, all'attacco dei 550 metri de 'La Spada nella Roccia'. La strategia della cordata mirava ad unire molti tiri con una singola molto lunga, proteggendosi il meno possibile, e tirando la libera fino al 7a/7a+. Così l'avventura verticale s'è conclusa, non senza impegno, con il lungo run-out della foglia e l'ultimo tiro di 'Elettroshock'. Poi, il trip è continuato, prima con un break a guardar le stelle, quindi con il ritorno alla partenza, all'auto cioè. Erano le 23,30; 18 ore, dunque, dopo l'inizio di una lunga ed intensa giornata trascorsa attraverso le pareti e le montagne.
Nella foto il Qualido (ph arch. Lorenzo Lanfranchi). | ||||||
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