Donnas, il Climbing Park Balteo e la viticoltura eroica

Il 6 Novembre scorso a Donnas, in Valle d'Aosta, è stata inaugurata la Via Ferrata delle Peredrette e tre nuove falesie di arrampicata sportiva: la Falesia delle Ciliegie, la Piramide di Pomerou e il Masso Vigneti di Reisen. Insieme, costituiscono il nuovo Climbing Park Balteo espressamente dedicato alle famiglie e a chi muove i primi passi con l'arrampicata.
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In arrampicata al Masso Vigneti di Reisen al Climbing Park Balteo di Donnas in Valle d'Aosta
Piotr Drozdz

E' la prima volta che mi capita di inaugurare una ferrata. Cioè di fare, diciamo così, una delle prime salite di "collaudo". Siamo a Donnas, porta d'ingresso della Valle d'Aosta. E siamo, anche, all'incrocio di tre famosi cammini: il Sentiero Balteo, il Chemin des Vignobles e la Via Francigena. Il nostro percorso attrezzato, insieme a tre nuove falesie, costituisce il nuovissimo Climbing Park Balteo espressamente dedicato "alle famiglie e a chi muove i primi passi con l'arrampicata". Siamo un piccolo gruppetto, tra giornalisti e addetti ai lavori. In cielo non c'è una nuvola e la montagna risplende al sole: sopra brillano i colori del bosco e dei castagni, appena sotto il rosso-verde dei vigneti abbarbicati sui terrazzamenti che sfidano la verticalità. Amedeo Follioley, il sindaco di Donnas, che è dei nostri e che ha fortemente voluto questo progetto, ci parla di questa "viticoltura eroica". Qui, la coltivazione dell'uva risale al periodo preromano, e quei terrazzamenti e quelle viti sono il frutto di secoli di fatiche immani. Ancora oggi, è grazie alla fatica degli uomini che li curano, se la montagna resiste.

"Occorre accarezzarla la terra, amarla e rispettarla, se vuoi i suoi frutti", dice il sindaco che ha un cuore da viticoltore. C'è un nesso tra questa resistenza e la sua cura, ci spiega. Il rischio, con l'abbandono del territorio, è quello delle frane e del bosco che si espande fino al fondovalle. Anche per questo da un po' di tempo si cerca di coltivare l'ulivo che con le sue radici contribuisce a tenere più saldo il terreno. D'altra parte Donnas ha un microclima speciale, che un po' ricorda quello ligure. Ecco, appunto l'ulivo, ma anche i terrazzamenti e quella verticalità che in Liguria è a picco sul mare e qui incombe sulla Dora Baltea il fiume della Valle d'Aosta. Tanto a picco che in alcuni casi i terrazzamenti sono stati attrezzati con delle corde, una sorta di "corrimano" (ferrata?), anche a beneficio di chi vuole visitarli. Sì, perché, ci racconta sempre il Sindaco, a Donnas si cerca di sviluppare un turismo eno-gastronomico che idealmente bene si sposa con il turismo outdoor e in particolare con l'arrampicata che storicamente qui è presente da decenni, a partire dalla più famosa e frequentata "Falesia dei Biellesi". Dunque, la "viticoltura eroica", verticale e faticosa, che celebra una sorta di alleanza tra l'uomo e la terra, può ricevere sostegno ed essere in sinergia anche con l'outdoor e l'arrampicata, e il turismo da essi generato. Da qui l'idea del Climbing Park prendendo spunto, ed esperienza, anche da Arco e dalla Valle del Sarca, perché non c'è nulla da vergognarsi se si guarda a chi è più avanti.

Di sicuro c'è che il tutto sembra essere parte di una visione complessiva (che fa sistema) da cui deriva anche la scelta, da parte del Comune, di farsi responsabile e garante della manutenzione del Climbing Park, ben sapendo che il rischio zero nell'arrampicata, come del resto nell'outdoor, non esiste. Un passo, visto lo sviluppo dell'arrampicata e il suo impatto sui territori, fondamentale.

Come lo è prevedere, per esempio, che le auto vengano lasciate in spazi appositi e non sotto le falesie. Infatti, le macchine per accedere al Climbing Park di Donnas si lasciano al grande parcheggio all'uscita dal paese. Giusto sotto il lastricato della strada e dell'arco di epoca romana che in un attimo danno accesso al vecchio borgo medioevale di Donnas. Un luogo dove il tempo sembra davvero essersi fermato. E anche un posto da salvare e recuperare: è qui che secondo il progetto dovrebbe nascere, burocrazia permettendo, un "albergo diffuso" da cui raggiungere, rigorosamente a piedi e in pochi minuti, la nostra ferrata e poi anche le falesie del Climbing Park. C'è un silenzio quasi irreale mentre lo percorriamo, sul muro di una casa ci sono ancora i segni, altissimi, dell'alluvione del 2000, si ha la sensazione di essere, per magia, altrove e come sospesi. Sì, non si può rischiare di perdere tutto questo.

Tempo di uscire e fare qualche curva della strada che punta verso i vigneti di Reisen, e ormai è tempo di attaccare il nostro percorso attrezzato, il primo del genere in bassa quota della Valle d'Aosta. La ferrata delle Peredrette (Pietre dritte) da subito si presenta come una vera e propria cavalcata di cresta. Una dolce e rilassante cavalcata. Con lunghe traversate, stile "dorso di mulo", si sale per raggiungere grandi cenge alberate e spiazzi dove è caldamente consigliato sostare. Per guardarsi intorno, senza fretta. Per ammirare i terrazzi a vigneto di Pomerou e Reisen. Per godersi la montagna.

Per chi invece vuole anche arrampicare, superato il primo tratto di dorsale c'è la prima delle tre falesie del Climbing Park: La Piramide di Pomerou. Un posto ideale per l'arrampicata ("facile") di placca, con 8 vie dal 4a al 5c.

Proseguendo con la ferrata, piano piano, il panorama sulla Valle si apre sempre di più. Il corrimano (stile Half Dome, per intenderci) con alcuni brevi tratti "gradinati" conduce fino alla bellissima cornice terminale a picco sulla Dora. Davvero mozzafiato il panorama, pur rimanendo assolutamente sempre facile il percorso. Gli ultimi metri, verticali ed esposti ma evitabili, danno un pizzico di verve al tutto.

Poi, l'ampio spiazzo di vetta, oltre al panorama da belvedere e al meritato spuntino, offre anche la seconda falesia del Park, quella delle Ciliegie. Anche qui si arrampica su placca appoggiata e subverticale (18 vie da 15 a 22 metri di lunghezza con difficoltà compresa tra il 4b ed il 6a).

La discesa merita quanto la salita. Anzi né è l'altra faccia: un sentiero che attraversa un meraviglioso bosco di castagni contrappuntato da grossi massi (di quelli che potrebbero interessare i boulderisti) chiude l'anello portandoci nuovamente a valle, ai Vigneti di Reisen.

Qui ci attende l'ultima sorpresa: il masso che ospita la terza e ultima falesia del Climbing Park. Si tratta di un enorme blocco che, nel 2013, si è staccato dalla montagna e che poi, nessuno sa per quale miracolo, si è fermato proprio a ridosso dei vigneti. Sono 13 le vie dal 5b al 7c di questa falesia dei Vigneti di Reisen che rappresenta la foto simbolo di questo progetto che unisce i vigneti e la viticoltura eroica con l'arrampicata e l'outdoor.

Alla fine è stata davvero una bella giornata. Un bel tour, di quelli rilassanti che un po' ti riconciliano con il mondo. La speranza è che la visione del sindaco, e di chi crede in questo progetto, possa andare lontano e dare ulteriore senso e forza a chi abita, protegge e lavora (duramente ed eroicamente) in montagna. Va da sé che è una strada difficile, sicuramente in salita e anche costellata di pericoli e possibili errori. Ho pensato anche che ci vuole coraggio per resistere e lottare ancora. Poi però, a sera, con un calice di Nebbiolo di Donnas in una mano e nell'altra un pezzetto di fontina doc (entrambi sinceramente commoventi), tutto mi è sembrato ancora possibile.

di Vinicio Stefanello

Note:
Il Climbing Park Balteo è stato realizzato con finanziamento del GAL Valle d’Aosta.
Il progetto è stato affidato alla società Outdoor Advisor srl di Arco TN, specializzata in piani di sviluppo e progettazione per il turismo e lo sport nella natura.
Le opere sono state realizzate dalla ditta IR & B di Arnad e dalla ditta MA.SPE di Gressoney.

SCHEDA: Via Ferrata delle Peredrette

SCHEDA: la falesia delle Ciliegie 

SCHEDA: la falesia Piramide di Pomerou 

SCHEDA: la falesia Il Masso Vigneti di Reisen 

Link: FB Climbing Park Balteo, IG Climbing Park Balteo, www.comune.donnas.ao.it




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