Dean Potter: FreeBASE sull'Eiger
Senza corda su Deep Blue Sea, ovvero su quei 300 metri di via con difficoltà di 5.12+/7b+, aperti sullo spigolo nord-ovest dell’Eiger nel 2001 da Rathmaier e Ruhstaller. Il tutto è stato firmato, il 6 agosto scorso, dal 36enne climber statunitense Dean Potter con (ed è questa la novità) un paracadute da base jump sulla schiena.
Un paracadute al posto della corda… il sogno “nascosto” dei climber si è materializzato? Pare proprio di sì visto che Potter ha iniziato la sua solitaria tralasciando volutamente la prima parte della via perché lì l’inclinazione della roccia non avrebbe consentito l’apertura del paracadute in caso di volo.
Dunque, Potter - protagonista non solo di molte solitarie di “grido” a Yosemite ma che si “diletta” anche con il BASE jumper - coglie la prima "FreeBASE” sull’Eiger. E insieme dà un altro segnale di quella ricerca “libera” che unisce varie discipline che un tempo si sarebbero chiamate “estreme”. Un segnale per il futuro?
Anche se è troppo presto per dirlo con sicurezza, ci sembra difficile che sia così. Se non altro per l’estrema difficoltà del tutto. Quello di Potter, invece, ci sembra un ennesimo tentativo per trovare strade diverse per sfuggire forse ad un impasse dell’arrampicata. Per certi versi la sua sembra quasi una variante del deep water con il tuffo nell’acqua sostituito dal tuffo nell’aria, ovviamente con il paracadute.
Quello di Potter è un “gioco” sicuramente difficile da capire, soprattutto con i canoni tradizionali dell’alpinismo e dell’arrampicata. Probabilmente interpreta quella voglia diffusa di “surfare” tra diverse discipline per unire le emozioni che c’è nel nostro mondo. Anche se occorre dire, con il Baricco de I barbari, che questo sembra un “gioco” che sta in superficie e in qualche modo sfugge la profondità. Ma questi appunto sono i segni del futuro… se ne riparlerà.
Intanto la performance filmata da Jim Hurst e fotografata da Beat Kammerlander sarà trasmessa dalla NBC il prossimo ottobre.
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