Barbara Zwerger, l'allenamento e il dry tooling al Bus del Quai
La settimana scorsa ero ancora una volta a Lagundo, la palestra di dry più vicina a casa e, per la prima volta dopo un bel periodo intenso, ho scalato dopo essermi concessa un bel riposo che mi ha dato finalmente la possibilità di un recupero completo. Il test è stato decisamente positivo e sono riuscita a salire in successione vari tiri fra D9 e D10. Poi, dopo un altro giorno tranquillo, il 24 dicembre sono andata a Campitello di Fassa. Ad aspettarmi c’era Mario (Prinoth) e poco dopo ci ha raggiunto anche Mauro (Dorigatti). Scalare con Mario mi rende sempre tranquilla perché lui riesce a dare una carica emotiva in più. Così, in questa terza volta della stagione nella Grotta di Campitello, sono riuscita a concatenare al terzo giro tutti i movimenti di Albertina fino all’ultimo rinvio, il tiro più duro, caratterizzato da un ampio strapiombo con movimenti molto lunghi. Visto il risultato mi sono proposta di ritornare presto: voglio chiudere il tiro come si deve con l’uscita sul ghiaccio, visto che non ho moschettonato l’ultimo rinvio per evitare la doccia che mi sarei beccata a causa del crollo per le alte temperature di quella vela ghiacciata che faceva da "protezione".
Dopo un altro giorno di riposo, dedicato completamente alla famiglia, il 26 dicembre mi sono recata ad Iseo, al Bus del Quai, dove avevo preso appuntamento con Matteo Rivadossi. Da parecchio volevo provare il D12 del Bus, ma in questa stagione era solo la mia seconda volta in quella falesia, perché arrivarci, anche partendo dalla vicina Bergamo, richiede parecchio tempo, più che altri posti d’allenamento. Poi, far combaciare una stagione agonistica con gli impegni di Simone (Simone Moro, suo marito ndr) è sempre un'acrobazia. Così ci alterniamo nella gestione di nostro figlio Jonas che ha quasi tre anni. Certo quando scalo su roccia o vado in una palestra indoor tutto è più semplice: posso portare mio figlio che è abituato a stare con me e con i nostri amici. Ma in una falesia Dry, tutto è più complicato: la maggior parte non è tanto "bimbo friendly“ e il rischio che possa cadere un piccozza è sempre lì, in agguato.
Ritornando al Büs. La prima volta che c'ero andata in questa stagione ero riuscita a chiudere Dry Girl D11-. Dopo una caduta al terzo spit, ero ridiscesa a terra e subito sono ripartita riuscendo ad arrivare tutto di un fiato in catena. E’ stata una bella soddisfazione. Per questa mia seconda volta, il 26 dicembre, tutto sembrava perfetto. Dopo un buon riscaldamento e dopo aver osservato Matteo nella prima lunga parte del tiro, arriva il mio turno. Silvio mi fa sicura (grazie mille!) e Matteo mi sprona e continua a darmi ottimi consigli su dove trovare i buchi giusti. Tutto fila liscio nella prima parte, con dodici moschettonaggi, fino ad incrociare Dry Girl con la quale ha gli ultimi 7 spit in comune. Riposo a dovere nella fessura orizzontale e poi continuo il mio lungo viaggio verso l’alto. Arrivo all’ultimo rovescio della via e una doccia sottile mi centra in pieno il mio viso, gli occhiali si bagnano e si appannano. Non so più che fare. Così prendo gli occhiali e li getto giù… Pur dovendo conoscere questa parte della via non mi ricordo nulla e solo con l’aiuto di Matteo, che continua a fare da "souffleure“, e del gruppo di climber trentini e bresciani che mi incitano, raggiungo la catena di Squirting Woman D12, dopo un viaggio di ben 38 metri e 19 moschettonaggi in Flash/Redpoint.
Contenta della forma e sollevata torno a terra e, dopo un ultimo tiro al Büs, rientro a Bergamo nel primo pomeriggio per dare il cambio a Simone con Jonas. Certo che senza Simone non sarei mai riuscita a preparami a dovere visto che con famiglia e lavoro non ho le possibilità e gli spazi d’allenamento di altri atleti. Ma forse proprio questo mi aiuta, mi carica e mi motiva ad andare avanti e a sperare, anche alla mia età…
Grazie a tutti e un speciale ringraziamento a Matteo Zanga per le foto.
BUS DEL QUAI INFO
Il Bus del Quai, sul Lago d'Iseo (Bs), sito ad interesse speleologico ed alpinistico, è ad oggi la palestra di dry-tooling più completa d'Italia dove è possibile allenarsi tutto l'anno e con qualsiasi condizione meteo. Oltre ad alcune vie di arrampicata libera ed artificiale, conta 15 itinerari di difficoltà compresa tra D6 e D12+ con alcuni progetti più duri in via di allestimento.
Le vie di dry sono state attrezzate a partire dal 2007 da Alberto Damioli e Matteo Rivadossi che ha liberato anche tutte le linee (ad eccezione di The Roof 12+ ad opera di Eugeny Krivoscheitcev nel 2010). Squirting Woman, D12 è una linea lunga ben 38 metri che segue una fessura naturale da sx a dx sul bordo di un enorme strapiombo per poi continuare con la seconda parte di Dry Girl (D11-). E' un itinerario che richiede grande resistenza obbligando ad alcuni allunghi.
E' stata liberata da M. Rivadossi nel 2007 e ha visto parecchie illustri ripetizioni da parte di M. Rizzi (1a libera senza speroni 2009) e di tantissimi big mondiali, da Angelika Rainer ai fratelli Tomilov.
di Matteo Rivadossi
Expo.Planetmountain | |
Expo C.A.M.P. | |
Expo La Sportiva | |
Expo The North Face |