Arrampigranda anno zero: boulder a Ponte Murato in Valle Ellero

I Blocchi di Ponte Murato in valle Ellero, la falesia del Gias Gruppetti in Val Ellero e il settore del Grande Reset a Miroglio sono soltanto tre delle ultime 'realizzazioni' dell’associazione sportiva Arrampigranda della provincia di Cuneo. Ad illustrare il progetto, e a spiegare in questa prima puntata i boulder in valle Ellero, è Giovanni Massari.
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Giovanni Massari in azione ai massi di Ponte Murato in Valle Ellero
L. Dutto

Con il 2021 termina il primo anno di attività dell’associazione sportiva dilettantistica Usacli Arrampigranda nata con lo scopo di promuovere gli sport di montagna in tutte le loro forme dall’alpinismo allo sci alpinismo ma soprattutto tenendo come punto fermo l’arrampicata sportiva.

Arrampigranda è nata dalla volontà di un gruppo di amici che credevano e credono in questo progetto e soprattutto grazie all’Usacli Montagna che sfruttando l’inserimento nell’elenco CONI di Alpinismo, Sci Alpinismo e arrampicata Sportiva ha dato inizio a questa nuova proposta di cui Arrampigranda e le altre realtà associative affiliate e promosse dall’Usacli costituiscono soltanto la punta dell’iceberg di un movimento che si sta propagando in tutta Italia attraverso altri competenti appassionati che diventeranno tecnici a loro volta.

Ma cosa ci proponiamo e cosa abbiamo fatto attraverso la nostra ASD in questi mesi?Arrampigranda è innanzitutto una realtà locale del basso Piemonte e precisamente della provincia di Cuneo, la “Provincia Granda”, che si propone di promuovere in primis, come ho detto, l’arrampicata sportiva perché crede nell’utilità di questo sport e nei valori che essa può trasmettere. Arrampigranda ha concretizzato i suoi ideali attraverso i suoi corsi che si sono letteralmente riempiti di neofiti entusiasti che hanno colto in pieno lo spirito da cui siamo animati regalandoci grandi soddisfazioni e magnifiche giornate in falesia; noi cerchiamo innanzitutto di trasmettere le indispensabili nozioni di sicurezza alla cordata oltre che le basilari tecniche del movimento verticale.

E’ stato molto gratificante vedere che molti, una volta terminati i corsi, si recavano quasi subito autonomamente in falesia sperimentando di persona quanto avevano appreso e motivandosi a vicenda per superare le loro iniziali difficoltà.

L’arrampicata infatti e’ uno sport in cui il soggetto mette in campo una serie di abilità che si rivelano molto utili al transfert nella vita quotidiana. Arrampicare su roccia mette in gioco nell’individuo delle apparenti sicurezze acquisite, come muoversi facilmente sul piano orizzontale articolando braccia e gambe, che trasportate in un diverso ambito spaziale e cioè quello verticale diventano insicurezze; il loro superamento determina una nuova presa di coscienza su chi si è e su cosa si può fare impegnandosi a fondo per risolvere un progetto con disciplina e concentrazione ma sempre con la coscienza del proprio limite.

Superare l’ancestrale paura del vuoto e di cadere può determinare una reazione positiva nell’individuo, tale da aumentare il senso di autoefficacia e, di conseguenza, l’autostima personale.

Ma al di là dell’ambito strettamente individuale, non secondario è l’aspetto relazionale e collaborativo che pone l’individuo padrone delle sue azioni ma al tempo stesso, quando sbaglia e rischia di cadere completamente dipendente dalla cura e dall’attenzione di un’altro soggetto a cui, idealmente ma anche praticamente, deve riporre la sua stima e a cui affida la sua incolumità.

Tutte queste caratteristiche rendono l’arrampicata, oltre che un sano esercizio fisico, anche un’ottimo mantra motivazionale per chiunque sia in cerca di una passione che arriva all’io profondo o che abbia la necessità di trovare maggiori conferme personali ed un rapporto di fiducia nel prossimo. E dopo aver acquisito le necessarie competenze tecniche e le abilità motorie di base viene il bello e si incomincia a sognare...e si sa che non c’è niente di più bello che realizzare i propri sogni...ci si immerge nella roccia alla ricerca di quel magico “flow” dove corpo e mente si fondono in uno stato di concentrazione massima e ci si percepisce dall’esterno quasi senza peso in una magica simbiosi con la natura. E chi almeno una volta l’ha provato sa di cosa parlo...

Con queste prerogative ci siamo premuniti di creare dei protocolli di lavoro che partono dal corso base attraverso l’intermedio fino all’avanzato e che abbiamo testato e seguito nei nostri corsi ma che sono sempre aperti a modifiche migliorative esterne proprio perché il nostro spirito non è quello di sentirci tenutari di verità assolute ma di essere aperti ad altre realtà nella speranza di apprendere sempre nuove tattiche e di cercare di trasmetterle attraverso un servizio il più possibile al passo con le novità tecniche e con le più recenti strategie di miglioramento gestuale.

Parallelamente ai corsi Arrampigranda si è impegnata a reinvestire parte dei suoi introiti promuovendo con relazioni, attrezzature e/o ri-attrezzature, aree boulder e nuove e vecchie falesie con materiali sicuri, testati e inderogabilmente in acciaio inox ma soprattutto con particolare cura per il livello “no big” che determina l’affluenza maggiore alle falesie e conta il maggior numero di appassionati e praticanti. Le nostre realizzazioni si sono poi tradotte in relazioni tecniche che abbiamo postato sui nostri canali social.

Il primo nato è stato il settore boulder di ponte Murato in Val Ellero, luogo idilliaco e bucolico, che era stato frequentato sporadicamente e ora è stato ripulito, recensito ed addizionato di nuove interessanti linee.

La seconda nata è stata la falesia del Gias Gruppetti in alta val Ellero; una barra di calcare a rigole su cui abbiamo tracciato trenta tiri su una roccia favolosa e nonostante il lungo avvicinamento (1h20’) ha registrato uno strepitoso successo fino a trenta presenze giornaliere.

Il terzo nato è un insieme di pareti della classica palestra dei Distretti Beppino Avagnina o Miroglio 1 in val Maudagna, rinominato complessivamente “Il Grande Reset", che ovviamente era già stato parzialmente esplorato ma ora è stato ampliato con oltre venti nuove lunghezze e riattrezzato nelle rimanenti totalmente in acciaio inox sempre curando gli aspetti peculiari dell’arrampicata “no big”.

L’affollamento di tanti propositivi appassionati ai nostri corsi e la costante frequentazione dei siti di arrampicata nati o rinati dal nostro lavoro spontaneo ci convincono ogni giorno di più della bontà del nostro progetto complessivo che non nasce da singoli isolati pianeti ma da una costellazione di persone che formano un team affiatato di “climbers” animati da sincera passione e che spero in futuro si possa ampliare con l’ingresso di nuove valide figure.

Non da meno per noi è la soddisfazione che proviamo nel vedere i progressi e quegli sguardi soddisfatti che non mentono dei nostri allievi che molto spesso senza alcuna esperienza pregressa iniziano a muovere i primi passi nel mondo verticale sotto il nostro sguardo; e’ un grande piacere al termine dei corsi condividere con loro delle giornate in falesia monitorando a distanza i risultati raggiunti.

I corsi e le lezioni individuali hanno coinvolto, senza interruzione, da giugno a novembre una vasta tipologia di nostri associati dai bambini agli adulti passando per una cooperativa sociale fino alla collaborazione con il liceo sportivo di Mondovì.

Mi sono esposto personalmente nella mia zona per questo cambiamento nel mondo della montagna che definirei epocale; sono molto soddisfatto che si sia finalmente arrivati a questa pluralità di offerte dove ciascun appassionato può scegliere le sue figure di riferimento perché la diversità è sempre motivo di riflessione e di crescita reciproca.

Anche se nel corso degli anni l’arrampicata, nata come movimento spontaneo che contava pochi appassionati, è cresciuta ed è stata fagocitata dal sistema e restituita come moda per trarne legittimi profitti, mantiene comunque inalterato il naturale e simbiotico rapporto dell’uomo con i suoi limiti, la roccia e la natura e, di conseguenza, il ruolo importantissimo di chiunque a vario titolo propone questi valori. In fin dei conti sappiamo bene che i meri interessi personali sono effimeri e caduchi mentre l’arrampicata, quella che ti fa stare bene, e il suo ruolo formativo ed educativo e di auto realizzazione personale di sogni concreti per giovani o diversamente giovani, resta ed e’ questo ciò che conta.

Ci credo, ci ho creduto fin dall’inizio dell’arrampicata sportiva investendo molto e con passione e questa possibilità, offerta dall’Usacli, è un’ottima occasione per promuovere quello che per me non è solo uno sport ma soprattutto uno stile di vita che spero possa dare ad altri quello che mi ha regalato come metodo e stimolo per affrontare con determinazione altri aspetti della mia esistenza.

di Giovanni Massari

SCHEDA: la zona boulder Piquenique Area, Ponte Murato Val Ellero

Giovanni ringrazia Montura per il supporto




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