Altri Cieli, l'arrampicata e l'arte ad Ulassai in Sardegna
La prima via di Ulassai, un piccolo paese dell’Ogliastra incastonato tra verticali "tacchi" di roccia, fu aperta nel 1981. Ma non fu, come per tante altre pareti, il frutto della fantasia di un arrampicatore o di un’alpinista. Quella volta le cose andarono diversamente e tutto nacque dalla mente geniale di un artista straordinaria. Maria Lai, allieva di Martini, grande amica di Gramsci e di Mila, per citare solo alcuni dei grandi artisti ed intellettuali che l’hanno accompagnata nel suo cammino di vita, quel giorno decise che le case del suo paese potevano essere unite da un nastro celeste e che questo poi doveva essere portato sulle rocce, collegando così il paese alla montagna. Un evento che non aveva precedenti, carico di simbolismo che affondava le sue radici nelle leggende popolari, ma che era anche un gesto d’amore verso la sua gente e la sua terra, la montagna stessa, che l’aveva generata. Per portare il nastro sulla parete che incombe sul paese, allora giudicata da tutti inaccessibile, furono chiamati i più esperti scalatori sardi di allora. Corrado Pibiri e alcuni amici riuscirono ad aprire una via il giorno dell’evento, sotto gli occhi attoniti dei paesani, il tutto documentato dalla cinepresa di Tonino Casula, anche lui grande artista.
Da allora sono passati molti anni. L’arrampicata si è sviluppata inizialmente nel paese vicino, Jerzu, ma le prime falesie ad Ulassai sono nate solo poco dopo il 2000, per mano degli attrezzatori isolani Gianluca Piras, Simone Sarti e Vlady Selis. Nei primi anni la valorizzazione delle opere artistiche di Maria Lai e altri artisti, sparse su tutto il territorio, e l’arrampicata, procedevano su due binari separati. Ma alla fine del decennio, quando mi dedicai alla chiodatura di un nuovo settore proprio sopra il paese, si creò un primo punto di contatto tra due mondi apparentemente molto distanti.
Con mia moglie Cecilia Marchi avevano conosciuto Maria e, rimasti soggiogati dal suo carisma, le avevano chiesto il permesso di dedicarle la parete, battezzando le vie con i nomi delle sue opere. Una cosa apparentemente semplice che poteva essere risolta banalmente con un si o con un no. Ma non per un artista come Maria Lai, che vedeva in questa nostra idea qualcosa di molto più profondo. Alla fine riuscimmo addirittura a farci concedere un’intervista (che fu pubblicata su Alp) in cui ci fece anche un sacco di domande e persino a scattarle una fotografia! Poi volle decidere lei personalmente i nomi da dare alle vie… che naturalmente non dovevano essere dati a caso, ma in base a ciò che lei vedeva attraverso la roccia.
Da quel giorno l’arrampicata si è sviluppata sempre più ad Ulassai, tanto che sta diventando una delle zone più famose in Italia! Una specie di nuova frontiera della scalata in Sardegna con un potenziale immenso, all’altezza delle famose zone della Catalogna. Maria è scomparsa da solo un paio di anni ma la sua presenza a Ulassai si sente ovunque, non solo nelle sue opere e nel Museo a lei dedicato, ma sui muri delle case del paese, nelle strade, sui sentieri. Ed anche sulle rocce che noi torniamo ripetutamente a scalare.
L’amministrazione ha preso coscienza di questo e si è adoperata per organizzare eventi, per promuovere l’attrezzatura di nuovi settori, per diffondere le bellezze del suo territorio. Altri Cieli, che ho realizzato grazie all’aiuto di mia figlia Sara e di tanti altri amici, è solo l’ultimo tassello di questa bella storia che desideravo raccontare, attraverso le immagini spettacolari delle scalate e dei paesaggi dei tacchi ma anche le leggende e la memoria della gente che Ulassai vive. Solo nell’ultimo anno, durante la realizzazione del film, abbiamo vissuto emozioni intense ed irripetibili: scalato due guglie vergini, scoperto clamorose fessure e vinto pareti a fianco a spettacolari cascate. Tutte documentate nel film, oltre naturalmente alle più consuete immagini di vie molto difficili oppure delle feste e degli eventi in paese che ne sono seguiti.
"Altri Cieli" da un’espressione che Maria usava spesso, per indicare gli orizzonti dell’arte e dello spirito a cui tutti dovremmo tendere, è stato terminato in questi giorni e sarà presentato in anteprima alla Sala Polifunzionale di Ulassai il 20 Febbraio. Per il momento ecco qui un trailer diffuso dall’Amministrazione di Ulassai.
di Maurizio Oviglia