Il Viaggio Panoramico sulla Cima Pourset in Valle dell’Orco
L’andare in montagna per il piacere di farlo e di scoprire posti nuovi esula dal molte volte routinario andare in falesia e provare alla morte quel tiro che non ne vuole sapere di entrarti, oppure dall’andare di corsa all’ attacco di una via, con addosso l'eccitazione del doverne uscire in giornata. Qui la frustrazione della mancata “prestazione” lascia lo sguardo libero di correre oltre ai soliti confini e riempie lo spirito di quella soddisfazione che solo il godere appieno della natura ci sa dare.
Nell’ alta valle dell’Orco, vicino alle blasonate pareti del Sergent o del Caporal, ci sono moltissime altre strutture che hanno una loro dignità di parete ed il “Purset” è una di queste. Certo non stiamo parlando di un appicco imperdibile, ma l’amico Marco quando ci ha coinvolto in questa avventura non voleva proporci nient’altro che una visione dell’arrampicata che contemplasse la possibilità di trascorrere una bella giornata in montagna godendo di panorami mozzafiato e perché no spellandosi le dita su qualche tiro di corda non troppo difficile. Personalmente posso dire che il risultato è stato raggiunto a pieni voti ed invito coloro i quali volessero sposare questo tipo di filosofia ad andare a metterci il naso, non ne resteranno delusi. (Elio Bonfanti)
IL VIAGGIO PANORAMICO di Marco Cecchin
La scorsa estate ero per qualche giorno a Ceresole; una mattina, solo e con poco tempo, su consiglio di alcuni amici del soccorso alpino ho fatto una sgambata al Purset per un veloce allenamento. L’ho trovata una gita molto bella e panoramica, con un finale da EE sulla cresta finale alla croce. Per cui parlandone entusiasticamente è venuto fuori che già qualcuno aveva pensato a farci una via ma alla fine non ne aveva mai fatto nulla. Il posto merita davvero per la visuale sul lago di Ceresole, sulle Levanne e sulla triangolare parete del Courmaon e così il tarlo ha iniziato a lavorare.
Non essendo un chiodatore, chiesi all’amico Cajo (al secolo Claudio Payola), ben più esperto di me, di venire a dare un occhiata per capire se fosse stato possibile tracciare qualche itinerario sulla parete che guarda direttamente il lago. Poi è venuto l'inverno, lo sci ed infine il lockdown, così il progetto è rimasto nel cassetto.
Al "liberi tutti" di maggio c' era una gran voglia di fare gite, di libertà, di uscire di casa, cose che penso tutti gli sportivi e appassionati di outdoor abbiano provato.
Facciamo un veloce sopralluogo eh… sì, anche per Claudio qualcosa di bello poteva uscire, purtroppo non di così facile com'era la mia idea iniziale, ma una bella linea tra diedri e fessure l’avevamo individuata.
Intorno alla metà di maggio carichi come muli cominciamo l'avvicinamento, facciamo i primi ometti sulla pietraia e trapano alla mano l’amico inizia a muovere i primi passi in scarpette.
Il posto è ideale per l’estate, infatti in quella prima giornata un po' incerta e con il consueto vento “Ceresolino” ci siamo congelati per bene, ma tra una pietra disgaggiata qualche buco di trapano e qualche bella spazzolata i primi due tiri erano imbastiti.
Siamo ritornati lassù più volte, lasciando alla base un po' di materiale per non massacrarci ad ogni avvicinamento e pian piano abbiamo pulito i tiri, aggiunto qualche fix, fatto le soste e studiato dove passare cercando una bella linea non estrema e che potesse prestarsi a integrare un po’.
In una di queste volte gli amici Elio Bonfanti e Antonio Migheli, sono saliti a vedere il progetto e a darci una mano, così mentre noi concludevamo il nostro terzo tiro restando su una linea più “alpinistica”, l'occhio dei due ha fatto nascere una bella variante sull’affilato spigolo a sinistra del terzo tiro. Da lì scopriamo che senza diventare banale, il salto iniziale si abbatte decisamente ma man mano che saliamo gli scorci panoramici aumentano a dismisura.
Da scalatori ci mettiamo in versione alpinisti e dopo un breve trasferimento, proseguiamo la linea su difficoltà minori, sfruttando dei diedri ed un filo di cresta sino a sbucare finalmente e con gran soddisfazione. sulla cresta principale.
Con la sensazione ormai di avercela fatta e con una facile scalata in conserva, mettendo su un saltino più esposto ancora due protezioni, raggiungiamo la croce di vetta, concludendo così il progetto iniziale di una via semi-alpinistica in ambiente di comodo accesso.
Nasce così Viaggio panoramico una via che consente di scalare dei bei tiri impegnativi per poi chiudere, su panorami mozzafiato con un po' di sano e facile alpinismo, nel cuore di una valle che ha una forte vocazione alpinistica.