Via Casarotto alla Roda di Vael: il moderno e il vecchio di Ivo Ferrari
Ivo Ferrari: quello che in alpinismo è "vecchio" e quello che è "moderno"; riflessioni percorrendo la Via aperta nel 1978 da Renato Casarotto, Giovanni Majori e Maurizio Zappa sulla parete Ovest della Roda di Vael (Gruppo del Catinaccio, Dolomiti).
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Roda di Vael
archivio Ivo Ferrari
Ho letto da qualche parte che si può vincere un premio se si apre o si ripete una via in stile “TRAD”! Ho letto da qualche parte che nel 1921 sulla Nord –Est del Monte Agnèr fu salita una via di oltre mille metri senza usare nessun chiodo! Ho letto da qualche parte che nel lontano 1978 Renato Casarotto, Giovanni Majori e Maurizio Zappa salirono una linea nuova posta sul lato destro della parete Ovest della Roda di Vaél in stile “pulito”, usando solo blocchetti a incastro e nuts per sicurezza... Leggere a volte mi fa pensare, e sorridere…
Dopo essere stato in Valle San Lucano a riempire i polmoni di aria “dolomitica”, la mattina di questa prima domenica d’Estate mi trovo con Silvano al Passo di Costalunga, la temperatura è tutt’altro che estiva e una bella grandinata ha lasciato il segno sulle pareti. Mi piace l’idea di scalare una di quelle vie che il tempo ha relegato in un angolo, pochissimo ripetuta e ancor meno conosciuta, voglio salire e... capire.
Millenovecentosettantotto, Scarponi ai piedi e nuts d’epoca, forza e coraggio, bravura e passione, intuito e logica. Duemilatredici uno “stile” che sembra essere un’ invenzione moderna, tanto da riempire riviste, creare meeting e discussioni, schiodare vie... Forse per sentirsi “a volte” più bravi e senza usare la reclamizzata acqua "puliti dentro"!
Seicento metri di ripido sentiero ci depositano alla base della via, lo sguardo è rapito verso l’alto, il freddo entra dentro aiutato dall’umidità nell’aria. Ci prepariamo il più velocemente possibile, parto e le mani diventano subito insensibili, un po’ di paura mi esce dalle orecchie. Paura di cadere dal Cielo a testa in giù! Paura di non sentire gli appigli che tiro. Ma la conosco questa “paura”, so che poi si scalderà, mi farà scendere le lacrime dagli occhi dal dolore, ma come per incanto... sparirà!
Salgo e attrezzo le soste, una, due. Salgo e uso gli “amici” americani. Fessure adatte, di ogni dimensione. Roccia sana, pulita e ricca di appigli. Una bella via, scorrevole e “vergognosamente” poco ripetuta.
Grado, verticale e Dolomitico. Le gambe spaccano a destra e sinistra lungo diedri aperti, nessun chiodo, pochi chiodi ricoperti di ruggine, arrampicata pulita, libera e naturale.
Ci alziamo velocemente e il Cielo che prima era azzurro si tinge di grigio. Trovo alcuni passaggi più complicati a causa del bagnato, ma i provvidenziali Friends mi danno la sicurezza necessaria per progredire...
I pensieri corrono a ritroso nel tempo, ricordo Renato Casarotto in cava a Nembro intento ad allenarsi. Lo ricordo alto, robusto e silenzioso... Chissà se questa via è mai stata ripetuta d’inverno? Chissà che qualcuno non ci pensi... in stile pulito!
La sommità è una cima conosciuta. Quattro chiacchiere, i soliti saluti con gli escursionisti che salgono e scendono, e ci incamminiamo verso valle. Non abbiamo diritto a nessun premio ma abbiamo sicuramente guadagnato nel “sapere” e vedere con i nostri occhi e le nostre braccia che molto tempo fa il moderno attuale era già vecchio!
Ivo Ferrari
IVO FERRARI 2013
10/06/2013 - Pareti che si chiamano Montagne, le Piccole Dolomiti
30/05/2013 - A Federico, la via sulla Presolana di Castione ti entra dentro.
27/05/2013 - Sul Pilastro Lomasti: la via Lomasti - Ricchi, di Ivo Ferrari
20/05/2013 - Via Del Risveglio sulla Parete Rossa di Catteissard
14/05/2013 - Sete d'Oriente al Castello Provenzale
17/04/2013 - Ho sentito le sirene cantare (Monte Gallo, Sicilia)
12/04/2013 - Sperlonga, l'arrampicata tra memoria e bellezza
04/04/2013 - La via Annamaria sulla Pala del Cammello
25/03/2013 - Grazie Heinz (Grill)
03/01/2013 - Hellzapoppin', viaggio a ritroso nella storia dell'arrampicata
Dopo essere stato in Valle San Lucano a riempire i polmoni di aria “dolomitica”, la mattina di questa prima domenica d’Estate mi trovo con Silvano al Passo di Costalunga, la temperatura è tutt’altro che estiva e una bella grandinata ha lasciato il segno sulle pareti. Mi piace l’idea di scalare una di quelle vie che il tempo ha relegato in un angolo, pochissimo ripetuta e ancor meno conosciuta, voglio salire e... capire.
Millenovecentosettantotto, Scarponi ai piedi e nuts d’epoca, forza e coraggio, bravura e passione, intuito e logica. Duemilatredici uno “stile” che sembra essere un’ invenzione moderna, tanto da riempire riviste, creare meeting e discussioni, schiodare vie... Forse per sentirsi “a volte” più bravi e senza usare la reclamizzata acqua "puliti dentro"!
Seicento metri di ripido sentiero ci depositano alla base della via, lo sguardo è rapito verso l’alto, il freddo entra dentro aiutato dall’umidità nell’aria. Ci prepariamo il più velocemente possibile, parto e le mani diventano subito insensibili, un po’ di paura mi esce dalle orecchie. Paura di cadere dal Cielo a testa in giù! Paura di non sentire gli appigli che tiro. Ma la conosco questa “paura”, so che poi si scalderà, mi farà scendere le lacrime dagli occhi dal dolore, ma come per incanto... sparirà!
Salgo e attrezzo le soste, una, due. Salgo e uso gli “amici” americani. Fessure adatte, di ogni dimensione. Roccia sana, pulita e ricca di appigli. Una bella via, scorrevole e “vergognosamente” poco ripetuta.
Grado, verticale e Dolomitico. Le gambe spaccano a destra e sinistra lungo diedri aperti, nessun chiodo, pochi chiodi ricoperti di ruggine, arrampicata pulita, libera e naturale.
Ci alziamo velocemente e il Cielo che prima era azzurro si tinge di grigio. Trovo alcuni passaggi più complicati a causa del bagnato, ma i provvidenziali Friends mi danno la sicurezza necessaria per progredire...
I pensieri corrono a ritroso nel tempo, ricordo Renato Casarotto in cava a Nembro intento ad allenarsi. Lo ricordo alto, robusto e silenzioso... Chissà se questa via è mai stata ripetuta d’inverno? Chissà che qualcuno non ci pensi... in stile pulito!
La sommità è una cima conosciuta. Quattro chiacchiere, i soliti saluti con gli escursionisti che salgono e scendono, e ci incamminiamo verso valle. Non abbiamo diritto a nessun premio ma abbiamo sicuramente guadagnato nel “sapere” e vedere con i nostri occhi e le nostre braccia che molto tempo fa il moderno attuale era già vecchio!
Ivo Ferrari
IVO FERRARI 2013
10/06/2013 - Pareti che si chiamano Montagne, le Piccole Dolomiti
30/05/2013 - A Federico, la via sulla Presolana di Castione ti entra dentro.
27/05/2013 - Sul Pilastro Lomasti: la via Lomasti - Ricchi, di Ivo Ferrari
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