Torri del Paine: Via dei sudafricani ripetuta in libera da Imanol Amundarain, Cedar Christensen, Tyler Karow

La Via Sudafricana sulla parete est della Torre Centrale del Paine, nel gruppo Torri del Paine nella Patagonia cilena, è stata ripetuta in libera all'inizio di gennaio 2023 da Imanol Amundarain, Cedar Christensen e Tyler Karow. I dettagli di Christensen
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Via degli sudafricani, Central Tower, Torri del Paine, Patagonia (Imanol Amundarain, Cedar Christensen, Tyler Karow 01/2023)
Imanol Amundarain / Cedar Christensen / Tyler Karow

All'inizio di gennaio un piccolo team internazionale composto dal basco Imanol Amundaraine e dagli statunitensi Cedar Christensen e Tyler Karow ha completato una salita in libera della Via Sudafricana sulla impressionante parete est della Torre Centrale del Paine, nel Parco Nazionale Torres del Paine in Cile. Aperta da Paul Fatti, Roger Fuggle, Art McGarr, Mervyn Prior, Mike Scott e Richard Smithers durante la stagione estiva 1973/1974, la via era originariamente gradata A4/5.10. Nel 2003 è stata ripetuta da un team sudafricano, poi liberata con difficoltà fino a 7b+/5.12c nel 2009 da Ben Ditto, Nicolas Favresse e Sean Villanueva che avevano spiegato come la via di 1200 m offriva sezioni di arrampicata in libera tra le più sorprendenti che avevano mai visto. Adesso ciascuno dei 30 tiri è stato salito in libera da almeno uno dei componenti della spedizione, e Christensen fornisce i dettagli della recente ripetizione.

 Cedar, innanzitutto come mai le Torri del Paine e questa via?
Tyler ha sempre avuto un’infatuazione per l’arrampicata su big wall in luoghi remoti, fin dalle prime esperienze in arrampicata. Per questo ha speso molto tempo online ricercando e sognando nuove destinazioni per le sue prossime avventure. A forza di cercare, prima o poi ti imbatti inevitabilmente nelle Torres Del Paine, una delle big wall più impressionanti al mondo. In particolare la Via dei Sudafricani è la prima via aperta sulla est della Torre Centrale, e anche la prima a essere salita in libera, quindi la scelta ci è sembrata ovvia. La storia della parete e la qualità della via non fanno che aumentarne il fascino.

Quindi quando siete arrivati?
Siamo volati a Puerto Natales il 22 dicembre, e subito dopo l'arrivo c'è stata una finestra di bel tempo di 3 giorni che ci ha permesso di portare un carico di materiale fino alla base della parete e di salire e fissare i primi 9 tiri della via. Successivamente abbiamo trascorso una settimana in città, in attesa della prossima finestra, facendo un po’ di arrampicata sportiva per passare il tempo.Il 4 gennaio siamo saliti con il resto del nostro materiale, e il 5 ci siamo lanciati verso l’alto per i successivi 10 giorni.

Com’è andata?
Il tempo era piuttosto incredibile per la Patagonia. Siamo riusciti ad arrampicare tutti i giorni che abbiamo trascorso in parete, tranne l'ultimo. Pioveva quasi ogni notte, ma durante il giorno si schiariva a sufficienza per salire qualche tiro.

La Patagonia è famosa per il tempo piuttosto inclemente
Un grande vantaggio è stato il fatto che la South African Route sale un enorme diedro che fa davvero un ottimo lavoro nel ripararti dal vento. Guardavamo le nuvole correre sopra la vetta a 300 chilometri orari, ma eravamo ragionevolmente protetti nel nostro bivacco anche se riuscivamo a sentirlo chiaramente; Il campo 2 si trova sulla cengia denominata Boeing Ledge, e crediamo sia stata chiamata così perché qui il vento si sente come se avessi un un jet che ti vola accanto.

Ci parli dello stile che avete adottato?
Lo stile di salita che avevamo scelto era “team free”, il che significa che solo un membro del nostro team ha salito ogni tiro da capocordata. Tyler ha chiuso l’Enduro Corner di .12c e l'offwidth .11+. Io invece ho chiuso il tiro chiave di .12c e la fessura d’incastro di dita .12b finger crack. E Ima ha salito alcuni rognosi tiri che assomigliavano a cascate ghiacciate, che potrebbero tranquillamente essere ben più difficili di tutti gli altri tiri appena citati.

Secondo Ditto, Favresse e Villanueva la via offre sezioni in libera tra le più sorprendenti che avevano mai visto.
La qualità dell'arrampicata è stata sorprendente. Ci sono stati sicuramente alcuni tiri orribilmente marci o di brutta qualità, ma gli altri tiri ci hanno lasciati senza fiato. Tyler dice che il diedro Enduro potrebbe essere il miglior tiro che abbia mai scalato nella sua vita.

Quando siete arrivati in cima?
Siamo saliti in vetta l'11 gennaio. Il giorno dopo abbiamo chiuso un paio di tiri che non avevamo ancora salito in libera, e dopo aver aspettato un po' il maltempo ci siamo calati il 14.

Ci sono alcune belle foto in cui si vede che vi divertite nel portaledge…
Nonostante la nostra cura di rimanere leggeri e portare solo il minimo di materiale, siamo piuttosto entusiasti nel concederci dei lussi inutili che portano la vita in parete al next level.

A esempio?
Abbiamo portato un minuscolo forno olandese in ghisa delle dimensioni di un jetboil, che usavamo per cuocere muffin, empanadas e pizza quasi ogni sera. Abbiamo portato 3 litri di vino, in verità una quantità oggetto di aspre contese per giorni (non abbastanza!), fili luminosi multicolori, un flauto e l’armonica. Alpinismo classico all'ennesima potenza.

È stata la prima volta per voi qui alle Torri del Paine?
A dire il vero, Tyler e io avevamo provato a venire qui in Cile per tentare questa via già 2 anni fa, ma le restrizioni Covid ci hanno obbligati ad andare altrove, quindi è da un po' che la sogniamo. Ima aveva salito la via Bonnington anni fa, ma per me e Tyler è la prima via in questo massiccio. Sicuramente non l’ultima però, stiamo già spasimando per la prossima.


Note: South African route, Torre Centrale del Paine, Paine, Chile
Prima salita:
Paul Fatti, Roger Fuggle, Art McGarr, Mervyn Prior, Mike Scott, Richard Smithers, 1973/1974
Prima libera: Nicolas Favresse, Sean Villanueva e Ben Ditto, 02/2009
Difficoltà: via originaria A4/5.10, in libera 7b+/5.12c
Lunghezza: 1200m (30 tiri, molti di 50m)



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