Superpsyco al Monte Pennino
Un po' di storia. “…Solo nell’anno 2008 il parmense Stefano Righetti violò la pace del Pennino tracciando linee classiche e di misto, in parte attrezzate e di gran classe, con lo stesso entusiasmo con il quale si cimentò sulle pareti alpine e del mondo tra le quali, solo per citarne una, quella del Cerro Torre in Patagonia, salito in vetta nel 1987 quando era poco più che ventenne. La storia alpinistica del Monte Penna è nota ai tanti frequentatori della zona, crocevia delle regioni Liguria, Emilia Romagna ed anche, seppur non confinanti, di Toscana, Piemonte e Lombardia. I dettagli sulle vie della parete Nord del Penna, ormai classiche, conosciute e ripetute ogni stagione, vengono rimandati ai testi ed alle relazioni già note… Per allietare i frequentatori di moderne novità, più consone anche all’arrampicata mista attuale, qui possiamo aggiungere che le possibilità di nuove salite di misto, anche molto difficili, sono tante e il terreno di gioco è ancora vasto…” (tratto dall’articolo “Misto Doc in Appennino” a firma di Davide Chiesa della Rivista CAI sul numero Novembre/Dicembre 2010).
Belle vie di drytooling erano state appunto aperte sul Pennino, seguendo le linee più logiche della parete Nord Ovest, ma “Superpsyco” era la più bella , la più logica, la più diretta, la più estetica, e guarda a caso la più difficile. E non era ancora stata aperta…
…06 marzo 2011 cronaca di una salita. Suona la sveglia alle ore 5. Tremendo...ma suona! La giornata già passata a sciare ed un impegno la tarda sera precedente mi ha fatto dormire pochissime ore. Cambio idea . Giro “gallone” nel letto e scrivo a Stefano dicendo che non sarò all'appuntamento prefissato per andare verso il Pennino tanto, penso fra me e me, saranno in due in cordata anziché in tre. Mi sveglio alle 10 e c'è un sole splendido che si distingue in questo orrendo, meteorologicamente parlando, inverno 2010/2011, per noi “padani”. Ricambio ancora idea... ce la posso fare!
Alle 10,15 sono già in auto e con una guida diciamo “sportiva” mi dirigo verso la Val d'Aveto ed il Monte Penna che raggiungo 1 ora e 45 minuti dopo, annunciando per telefono a Stefano il mio arrivo con ritardo “storico”. “Scalerò una delle facili vie classiche in neve del Penna, cosicchè oltre che allenarmi potrò fare delle foto alla cordata di Stefano impegnata sul vicinissimo Pennino” , cercando di dare una motivazione alla mia giornata ed al mio ritardo. Non tutti i mali vengono per nuocere!!
Con immenso piacere raggiungo la base della parete ed i canali di neve, mi alzo salendo con picche e ramponi appositamente per fare foto e salutando la cordata già in parete, composta da Stefano e da Daniele Colombo, quest'ultimo ventottenne alpinista di Sestri Levante che, alla sua prima esperienza su vie di questo tipo, si è “sparato” un M8 egregiamente da primo di cordata! Ecco... inquadro... scatto e godo: se ero con loro sulla via non avrei potuto ritrarli in questo modo unico e da questa prospettiva eccezionale. Peccato che non ho con me la fotocamera professionale...non devo pensarci, se no mi incavolo.
Ora mi viene molto freddo a stare fermo quindi salgo tutto il lungo canale e ridiscendo per la via normale ritornando sotto la parete, scaldato e pronto nuovamente a fare foto, mentre la cordata sè alzata al tiro di corda successivo. E via...altre foto!…
Loro sono all'ultimo tiro, mentre io penso già alla foto finale: salgo nuovamente il canale e mi dirigo poco sotto la vetta del Penna (dirimpettaio del Pennino) e aspetto loro all'ombra ed al freddo per oltre mezz'ora. … Quasi sto “per buttare dentro” e scendere, vista anche l'ora, ma ecco che Daniele sbuca in cima. Lo immortalo con la macchina fotografica, gli grido, lo saluto e lui... mi ringrazia! Ecco solo quelle parole mi fanno felice, sono contento per loro, per regalargli queste foto, e per la loro stupenda via. Sono talmente contento che non mi rammarico perchè non ero con loro. Anzi, penso tra me e me… va bene lo stesso così!
di Davide Chiesa
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