Sulla bellissima Heidi alla Cima Canali con Ivo Ferrari

Il viaggio di Ivo Ferrari tra bellezza, storia e arrampicata continua con Heidi (450m, VI) la via aperta da Diego Dalla Rosa e Marco Simoni nel 1978 sulla parete Ovest della Cima Canali (Pale di San Martino, Dolomiti).
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Cima Canali, Pale di San Martino, Dolomiti
archivio Ivo Ferrari
Il “viaggio” sta volgendo al termine, qualche linea ancora e poi ritornerò in falesia a giocare con gli spit, magari inizierò a pensare all’inverno, sono anni che dico: ”voglio imparare a sciare”. I ringraziamenti verso tutti gli Amici li penserò a settembre, in cima all’ultima via... magari la mia testa trasformerà in lettere una bellissima “storia inventata” che tengo dentro dall’inizio di questo gioco, come ultimo scritto. La “pensione” verticale è ancora lontana, ma molto più vicina di quella lavorativa. L'anno che verrà mi piacerebbe - se mi sarà concesso - raccontarvi ancora un “gioco”. Gli amici sanno che il mio livello mi tiene lontano dalle vie moderne, quindi il gioco sarà semplicemente... classico!

HEIDI il nome più bello!

1978, un anno prima che nell’aria rarefatta di Città del Messico Pietro Mennea alzasse il dito verso il cielo, entrando nella storia col suo meraviglioso record sui duecento metri, Fabrizio De André contornava di note le sue poesie regalandoci “Rimini” e altre canzoni destinate ad attraversare il tempo. 1978, due giovani arrampicatori feltrini, si spostano da fessure “certe” nel mezzo di placche all’apparenza inscalabili.

Sulla fotogenica Cima Canali, senza molta ferramenta, proteggendosi con esili clessidre, prende forma un pezzo di “storia” verticale, nasce la Heidi... Trentacinque anni dopo, attraversando il tempo e scavalcando le mode, la Heidi rimane una bellissima e coinvolgente salita, una di quelle vie che tutti dovrebbero “vivere” e “sognare”.

La Cima Canali non è proprio dietro l’angolo, per arrivarci bisogna camminare evitando di usare il “contapassi”. Sulla Canali c’è la Buhl, una delle grandi classiche delle Pale di San Martino, bella, lineare e logica. Nel mezzo della parete invece c’è il nome più bello: Heidi.

La linea è sopra le nostre teste, la maglietta è stesa su di un sasso ad asciugare, la riprenderò al ritorno, come lo zaino del resto. Questa mattina il Cielo è azzurro, il freddo delle prime lunghezze che ti accompagna lungo le linee di questa parete, oggi non c’è! La roccia è quella delle Pale, bella, generosa! Con movimenti simili e sempre diversi mi alzo.

Heidi è una gran via, un capolavoro di verticalità, ripetuta ma ancora lontana dal diventare una “classica”. Mentre recupero il compagno, guardo all’insù, sembra impossibile passare, lontano dai miei occhi un cordino dimostra il contrario.

Le braccia hanno imparato che devono collaborando con le gambe, aiutarmi a salire. Brevi spostamenti da destra a sinistra, piccoli allunghi e leggere spinte mi fanno guadagnare metri. La tensione è quella giusta, quella che serve per questo tipo di vie. Salgo...

Nel bel mezzo della parete osservo gli escursionisti che camminano alla base, in salita e in discesa, un’infinità di piccole persone dai mille colori, ognuno sicuramente nel mio stesso stato, “felice”. Oggi sono “dentro” una gran via, in un posto fantastico, sento la fatica del faticare... non chiedo altro.

Un’ultima lunghezza impegnativa e tutto si abbatte, la verticalità lascia il posto al “facile”, ci sleghiamo e, piano piano, risaliamo verso la Cima della Canali. Conosco bene il ritorno, conosco bene l’attenzione che richiede, conosco e ho visto cosa può succedere quando fuori dalle difficoltà si abbassa la guardia: un difetto Umano, che tutti possediamo e che scherzosamente “sorvoliamo”.

Conosco una persona, un Grande Alpinista, uno di quelli che ha scritto pagine straordinarie in Montagna, il condottiero della più bella e dura invernale Dolomitica, che per quel difetto Umano ha cambiato vita. Lui mi aiuta a pensare, a scalare in un modo diverso, cercando di godere al massimo il piacere del movimento senza mai abbassare la concentrazione, io voglio continuare a vivere in questo modo, se il destino lo permetterà!

I consigli non sono il mio forte, ma se cercate il divertimento verticale, se vi piace unirlo alla giusta preparazione, quale via più adatta se non il nome più bello delle Dolomiti? Heidi il capolavoro di Diego Dalla Rosa e Marco Simoni. Fidatevi!

Ps. una volta a Valle, ho dovuto portare i miei figli a “salire” sassi... che strana passione, sembra il mio stesso gioco!

Ivo Ferrari

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