Ski Adventure - la traversata del ghiaccaio Vatnajokull in Islanda
Il giorno seguente il tempo peggiora ancora, ormai la pressione è decisamente in picchiata, in una notte è scesa di 150 mb, procediamo in fila, vicini, per tutta la mattina vago guardando fisso lo schermo del GPS e questa “manovra” quasi mi ipnotizza.
Mi viene da vomitare... la slitta mi costringe ad un fastidioso ondeggiamento del bacino, la mancanza totale di punti di riferimento e la perdita quasi totale dell’udito dovuta al forte vento fa sì che la nausea aumenti. Continuamente ci alterniamo al comando della carovana....
Se nei giorni scorsi trainavamo le slitte in due, in sincronia per ottimizzare il lavoro ed evitare gli ondeggiamenti, ora abbiamo allungato la corda e ci siamo disposti in serie, per darci il cambio al comando. Infatti seguire il piccolo schermo del GPS senza vedere null’altro che la punta degli sci, accettando a fatica le infinite crestine lavorate dal vento, genera una sottile nausea, che dopo qualche ora diventa insopportabile.
Percorriamo in quasi una giornata intera solo 13 km., ormai a qualche centinaio di metri dall’inizio della discesa, il vento rafforza paurosamente, decidiamo di legarci e procedere a tiri per evitare il pericolo di cadere in qualche crepaccio; i primi buchi, molto grandi e coperti da una sottile “cialda” gessosa non si fanno attendere. Procediamo, e assicurandoci alle soste costruite con gli sci superiamo due crepacci molto grossi, ma il tempo ci impedisce qualsiasi manovra, decidiamo di ritornare sui nostri passi e montare il campo.
Nevica tutta la notte, il mattino seguente ci rendiamo conto che il vento ha distrutto il muro (alto poco più di un metro) costruito la sera prima, ma non ci siamo accorti di nulla poiché la tenda è quasi completamente coperta di neve, dall’interno infatti non riusciamo a comunicare con gli altri.
Abbiamo deciso di rimanere fermi ma occorre uscire a liberare le tende, a turno passiamo la giornata costruendo muri sempre più grossi e alti, la pressione non accenna a risalire per tutta la giornata.
Finalmente, durante la notte, la pressione sale debolmente. Verso le sei del mattino Marco “il pompiere” esce dalla tenda ed incomincia ad urlare di gioia… - uscite… uscite! - Ci vestiamo velocemente per sfruttare lo sprazzo di tempo discreto. Liberiamo ancora una volta le tende e costruiamo, forse per l’ultima volta, il nostro fedele “boby” da traino.
Incominciamo a scendere, il vento cala sempre più la sua intensità, poi il cielo diventa azzurro intenso come i primi giorni e ci fermiamo a riposare alla fine dei 3-400 metri di dislivello continui che ci separano dalla lingua piatta del ghiacciaio che scende fin quasi alla Road Nr.1.
Siamo finalmente sicuri alla sera dormiremo su dei letti, faremo la doccia calda, mangeremo seduti a tavola e non dovremo sciogliere la neve per bere o mangiare. Percorriamo l’ultima parte del ghiacciaio a piedi con tutto sui nostri sacconi veramente giganti, giungiamo su un prato in vista della strada e ci sediamo a fare quattro chiacchere. La spedizione ora è veramente finita. Negli occhi di tutti noto una sottile luce, i visi scuri, cotti dal sole dei primi giorni sono tagliati dai sorrisi.
Abbiamo attraversato per poco più di cento km un ghiacciaio, per divertirci e per fare un’esperienza diversa, ci siamo conosciuti meglio tra noi e con noi stessi. Lontano dalle code alle funivie o in autostrada o lungo un sentiero affollato in agosto, qui non c’era veramente nessun’altro... o no?
“Ci ho messo un’anno per sistemare queste righe... Ora Beppe non c’è, purtroppo un incidente in montagna lo ha allontanato dalla sua famiglia, io penso solo ad un caro saluto... Come quello che mi fece ritornando da quest’isola magnifica”
SCHEDA
Giunti a Reykjavik in aereo, abbiamo si contattato un’agenzia specializzata in trasporti con hummerjeep all’interno dell’isola. Questi mezzi, per motivi di sicurezza, non possono percorrere le piste in questa stagione se in numero inferiore a tre. Infatti, spesso siamo stati costretti a recuperi, con l’argano, per togliere i mezzi dal ghiaccio e dai laghetti nascosti dalla neve. In questo modo, abbiamo percorso circa 200 km. in due giorni. Una volta che ci hanno depositati ai margini del ghiacciaio, i nostri “accompagnatori” sono ritornati a Reykjavik. Da quel momento eravamo isolati, non c’è alcun modo per comunicare per un eventuale soccorso.
Avevamo le carte del ghiacciaio ed eravamo in grado di calcolare i waypoint sulla rotta seguita solitamente in estate, e quindi apportare le eventuali variazioni (che si sono poi rese necessarie). Inoltre è bene possedere il cavo per la connessione del GPS con il PC. Consigliamo tende assolutamente resistenti a condizioni climatiche estreme con venti forti.
Alla fine della traversata, una volta usciti dal ghiacciaio, percorrendo 2 km. in direzione Hofn, si incontra un Hotel. Da lì è possibile informarsi sulle date e gli orari del bus (non c’è tutti i giorni) che riporta a Reykjavik, percorrendo la strada costiera (Road 1).
Voli
Diverse compagnie aeree offrono i voli per raggiungere Reykjavik. Tutte in accordo con la Icelandair che opera in coincidenza nell’ultimo tratto. Quindi via Francoforte, Londra e Copenaghen da Milano o da Roma spendendo circa 6/700,00 Euro si raggiunge la capitale dell’isola con un giorno di viaggio.
Spostamenti interni
Giunti all’eroporto di Reykjavik. è necessario un bus per raggiungere la città, Il costo varia a seconda delle autolinee, circa 15,00/20,00 Euro a persona, il capolinea in città è ben gestito con taxi. Calcolate che per i trasporti in taxi le tariffe sono doppie rispetto all’italia. Per tutti gli spostamenti nella capitale è meglio servirsi del Bus, il suo costo varia a seconda del tragitto, calcolate una spesa media di 2,00/4,00 Euro a viaggio. Per ritornare alla capitale una volta raggiunta la strada principale abbiamo utilizzato il bus che percorre la Road 1 abbastanza spesso (ogni due giorni), il costo è circa 50,00 Euro.
Periodo
La traversata è sicuramente proibitiva durante la stagione invernale. Il periodo migliore va da metà Marzo a tutto Aprile. In questo periodo le condizioni di innevamento, la durata delle giornate, e la stabilità della meteo sono le più favorevoli per la traversata del ghiacciaio.
Dove dormire
Attorno a Reykjavik e anche in centro sono numerosi gli ostelli, i B&B e gli appartamenti in affitto. Tutti sono molto costosi, come del resto in tutti i paesi nordici. Calcolare una spesa minima di 40,00 Euro a testa per notte. Se si pensae di prenotare una notte in albergo, calcolare una spesa minima di 80,00 Euro a testa.
Dove mangiare
Per i ristoranti, numerosi e ricchi di specialità di pesce, la spesa varia dai 20,00 ai 50,00 Euro, attenzione a fare bene il conteggio del cambio...noi abbiamo speso 30,00 Euro a testa da McDonald’s!
Indirizzi utili:
Associazione “Amici dell’Islanda” con sede a Roma tel. 06-7017936
Siti internet:
Associazione “Amici dell’Islanda” www.islanda.it
Sito ufficiale compagnia aerea Islandese www.icelandair.com
Corriere islandesi www.asturleid.is