Scozia, l'arrampicata invernale continua

Una serie di dure ripetizioni e prime salite invernali sul Ben Nevis, Coire an t-Sneachda e Lochnagar, compresa la seconda salita di The Hurting (XI, 11 Dave MacLeod, 2005) da parte di Andy Turner.
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Tim Neill durante la prima ripetizione di Storm Trooper (VIII,8) a Creag Coire na Ciste, Ben Nevis.
Keith Ball
Sul fronte delle prime ripetizione, la notizia più importante è senz'altro la ripetizione di The Hurting (XI, 11) a Coire an t-Sneachda di Andy Turner e Phil Dowthwaite. La via era stata aperta nel  2005 da Dave MacLeod e all'epoca era considerato il tiro di misto tradizionale più difficile del mondo. Turner ha ripetuto la via il 28 gennaio in condizioni difficili, dopo un primo tentativo fallito un paio di giorni prima. Quindi la prima a-vista rimane ancora da fare e quando arriverà, segnerà un passo importante nell'arrampicata invernale in Scozia.

Lo stesso giorno di Turner e Dowthwaite su The Hurting, ha visto anche Tim Neill e Keith Ball centrare la prima ripetizione di Storm Trooper (VIII, 8 Andy Turner e Steve Ashworth 01/2008) sul Creag Coire na Ciste, Ben Nevis. La loro descrizione della via: semplicemente "geniale". Il giorno dopo Neill e Ball sono tornati sul Ben Nevis e hanno effettuato un'altra prima ripetizione di rilievo, salendo  Arcangelo (VII, 7, Chris Cartwright & Simon Richardson 02/2005).

Il 29 gennaio sul Ben Nevis è stato interessante anche per un altro motivo: Ewan Lione e Ewan Olivarius hanno inavvertitamente aperto una partenza diversa per la via "Route Major" sulla Little  Brenva Face. La loro “Right Major” (IV, 6) è alta 320m ed è nata per caso perché nella nebbia i due non hanno trovato l'attacco giusto. ”E' una variante strana e meravigliosa” è stata il loro commento.

L'ultimo fatto, ma non per questo meno importante, è successo il 6 febbraio quando Simon Richardson e Sandy Simpson si sono recati sulla Eagle Buttress a Lochnagar dove hanno aperto “Eagle-Eye”, una linea che segue  una serie di fessure a sinistra della famosa “Where Eagles Dare”. Richardson ha commentato: "Spaccature al limite, protezioni ridotte, polpacci e bicipiti che urlavano e una doppia dose di bicipiti e di adrenalina mi hanno portato in una posizione esposta sulla parete finale. Avevamo raggiunto un vicolo cieco e ho pensato che avremmo fallito proprio sull'ultimo tiro, ma proprio quando le ombre hanno cominciato ad allungarsi su tutta la valle abbiamo trovato un modo, per superare le fessure sporgenti, che ci ha aperto la strada verso una rampa che poi ci ha condotto sulla cresta. Dopo una camminata facile siamo giunti in cima."



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