Sass dla Crusc: "Loss lei, heb schun", invernale e 1a ripetizione
Il 12/02 le Guide Alpine Nicola Tondini e Adam Holzknecht hanno realizzato la prima ripetizione e la prima invernale della "Loss lei, heb schun" (X-, 250m) al Sass dla Crusc, via aperta nel 2003 da Helmut Gargitter e Renato Botte.
Lo scorso sabato 12 febbraio le Guide Alpine Nicola Tondini e Adam Holzknecht hanno realizzato la prima ripetizione e la prima invernale della via "Loss lei, heb schun" al Sass dla Crusc, via aperta nel 2003, dalla cordata Helmut Gargitter e Renato Botte, con protezioni naturali. Questa la nota di Nicola Tondini e Adam Holzknecht alla via: è magnifica e meriterebbe una bella recensione. La roccia sul grigio è ottima, sul giallo è buona e ben ripulita dagli apritori. Chiodatura: pur essendoci solo chiodi (nessuno spit neanche sulle soste), questi sono tutti buoni e ben messi. Veramente un complimento agli apritori! SASS DLA CRUSC - Parete SO VIA LOSS LEI, HEB SCHUN Aperta: da Helmut Gargitter e Renato Botte (06/2003) Prima ripetizione e prima invernale: Nicola Tondini e Adam Holzknecht 12/02/05 Difficoltà: IX- Lunghezza: 250m Materiale: la via è attrezzata solo con chiodi normali, portare una serie di freends (fino al 3 camelot) e di nuts. Prima ripetizione e prima invernale di Nicola Tondini e Adam Holzknecht Ore 2 e 50, suona la sveglia! Alle 3 e 30 eccomi in macchina: destinazione Val Gardena. Ho appuntamento alle 5 e 30 con Adam ad Ortisei. Incredibilmente dopo anni che tentiamo di accordarci per fare qualcosa insieme, questinverno è già la seconda volta che riusciamo a muoverci insieme e per di più di Sabato, giorno che per noi guide alpine è quasi sempre lavorativo... sarà la poca neve scesa sulle nostre montagne, che ci permette qualche giorno di libertà. Alle 6 e 30 siamo a San Cassiano in Val Badia. Destinazione la Cima del Sass dla Crusc. La via che abbiamo deciso di ripetere è stata aperta nellestate del 2003 da Gargitter e Botte. Attacca nello stesso punto della mitica Mephisto ma poi labbandona subito e si inoltre a sinistra su compatte placche grigie. Per chi conosce il Sass dla Crusc sa che molte vie partano dalla grande cengia. Per raggiungerle due possibilità: salire lo zoccolo di 250m e qualche tiro del Diedro Mayerl fino in cengia, oppure raggiungere la cima a piedi e poi calarsi fino alla cengia. Questa volta optiamo per la seconda possibilità: se non altro una volta finita la via avremo gli sci ai piedi e il rientro sarà veloce.
Sci ai piedi raggiungiamo in 4 ore la cima (con qualche spauracchio a causa di una mia scivolata sul pendio che porta alla forcella che dà laccesso al regno di fanis). Laccoglienza in cima non è delle migliori: vento forte da Nord-Ovest, cielo velato e... un bel vuoto sotto di noi. Da qui la linea che dovremo salire fa impressione e sembra tutta su roccia compattissima. Abbiamo un attimo di perplessità... potremo girare gli sci, farci una bella sciata e essere giù per pranzo... oppure buttare le doppie verso lignoto, non sapere se usciremo dalla via per sera e patire un bel po di freddo (-4 gradi con il vento = sofferenza!). Optiamo per la seconda scelta: lavventura inizia. Armati di tenacia e moonboth (sì, quei dopo sci sci caldi caldi che sembrano delle calzature per andare sulla luna) alle 13,00 ci troviamo sulla cengia pronti ad iniziare la scalata.
I primi tre tiri si svolgono su calcare grigio da sogno e sono secondo noi i più impegnativi. I passaggi sono obbligati e oltre ai chiodi lasciati dagli apritori si riesce ad aggiungere poca roba. Sul secondo tiro rimpiango di non essermi guardato la via scendendo in doppia. Si sale lungo muri compatti alternati da brevi fessure orizzontali dove ti aspetta un buon appiglio e qualche volta un bel chiodo. Io e Adam ci alterniamo da capocordata e a chi rimane in sosta cè il piacevole confort di piumino e moonboth. Gli ultimi tiri, pur essendo sulla carta più difficili, salgono lungo esili fessure che ci permettono di integrare con freends le protezioni già presenti. Sulle prime lunghezze il vento era stato un po clemente con noi, ma ora mani e piedi perdono continuamente sensibilità, ciò nonostante alle 17,00 siamo fuori e possiamo stringerci la mano. Mancano pochi minuti alle 19,00 e contenti mettiamo in moto la macchina per fare rientro alle nostre case. Commento sulla via: Abbiamo trovato la via molto bella e la consigliamo vivamente (magari in estate!!) a chi ha un buon livello di arrampicata in montagna. Le protezioni sono tutti chiodi e qualche clessidra. Non ci sono spit nemmeno sulle soste, i chiodi lasciati dagli apritori sono però ben messi! Portare una serie di freends (fino al 3 camelot) e di nuts. Un grosso complimento a Helmut Gargitter e Renato Botte che hanno realizzato in stile classico un vero gioiello su questa storica parete. Nicola Tondini e Adam Holzknecht
Nelle foto, dall'alto: Il tracciato della via "Loss lei, heb schun" al Sass dla Crusc (ph PlanetMoutain.com). Momenti della prima ripetizione e della prima invernale della via (ph Nicola Tondini e Adam Holzknecht). |
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