Ricordando Jerzy Kukuczka, leggendario alpinista polacco

Sono passati 30 anni: il 24 ottobre 1989 è morto l’alpinista polacco Jerzy Kukuczka, il secondo uomo ad aver salito tutti i 14 ottomila dopo Reinhold Messner, ed un mito assoluto dell'alpinismo himalayano.
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Jerzy Kukuczka, tratto dal film Jurek by Paweł Wysoczański
archive film Jurek

Trent'anni fa sulla parete sud del Lhotse in Nepal è morto il polacco Jerzy Kukuczka, unanimemente conosciuto come uno dei più forti alpinisti di tutti i tempi. Noto anche per essere diventato il secondo uomo al mondo a scalare tutti i quattordici ottomila, il 18 settembre del 1987 e soli undici mesi dopo Reinhold Messner, l’eredità di Kukuczka non è tanto l’enorme quantità delle sue vie e quella corona dei 14 Ottomila, bensì l’assoluta qualità delle sue salite.

Gli obiettivi che si è prefissato e lo stile che ha adottato “Jurek” lo contraddistinguono e non hanno uguali: nonostante le poche risorse economiche, nei soli sette anni in cui ha completato l’ambita collezione sugli Ottomila, Kukuczka è riuscito ad aprire dieci nuove vie sulle montagne più alte della terra, quasi tutte in stile alpino (soltanto sull’Everest ha usato l’ossigeno supplementare) e una - l’inviolata cresta nord-ovest del Makalu - in solitaria. Inoltre, ha salito quattro giganti himalayani in inverno, effettuando ben tre prime invernali: Dhaulagiri il 21 gennaio 1985 con Andrzej Czok, Kanchenjunga il 11 gennaio del 1986 con Krzysztof Wielicki e Annapurna I il 3 febbraio del 1987 con Artur Hajzer. Da notare che la quarta invernale, ovvero la cima del Cho Oyu, è arrivata il 15 febbraio 1985, immediatamente dopo il Dhaulagiri quindi, soltanto tre giorni dopo la storica prima invernale effettuata dai suoi compagni polacchi Maciej Berbeka e Maciej Pawlikowski, e soli 7 giorni dopo l’arrivo di Kukuczka al campo base del Cho Oyu.

Nato a Katowice in Polonia nel 1948, Kukuczka ha iniziato ad arrampicare a 17 anni, progredendo rapidamente dai Monti Tatra alle Alpi, dall’Alaska all’Himalaya. La sua forza fisica, il suo coraggio, l’ambizione e la sua capacità di soffrire erano proverbiali. Ovviamente faceva parte dell’assoluta elite dell’alpinsimo polacco e himalayano, insieme ad altri grandi come Wojciech Kurtyka, Wanda Rutkiewicz e Krzysztof Wielicki per nominarne soltanto tre.

Per certi versi il colpo magistrale di Kukuczka è stata la nuova via sulla magnifica, inviolata parete sud del K2 nel 1986, superata in stile alpino e con uno sforzo enorme - quattro bivacchi in salita - insieme a Tadeusz Piotrowski. Descritta da Kukuczka stesso come la salita tecnicamente più difficile che aveva mai effettuato in quota, questa impresa ha portato i limiti dell’alpinismo in Himalaya a nuovi livelli, ma purtroppo è stata oscurata dalla tragica morte di Piotrowski in discesa lungo lo Sperone Abruzzi, e dalla tragica stagione del ’86 che ha registrato ben 13 decessi.

Dopo aver salito il “rosario himalayano” come l’aveva definito Kukuczka, e per il quale è stato nominato L’uomo dell’anno in Polonia, Kukuczka non si è riposato sugli allori, anzi. Già nel 1988 è tornato in Himalaya dove, insieme ad Artur Hajer, ha aperto in stile alpino una nuova via sulla parete sud e cresta est dell’Annapurna I East.

Il suo interesse però era per l’inviolata parete sud del Lhotse, una sfida impossibile descritta come l’ultimo grande problema dell’ Himalaya. Per questo nel 1989 si è recato in Nepal insieme a Ryszard Pawłowski. Mesi di brutto tempo hanno segnato l’inizio della spedizione, poi è arrivato la sognata finestra di bel tempo e i due sono saliti velocemente. Dopo un bivacco a circa 8200m hanno continuato ad arrampicare con meteo perfetta. Kukuczka stava salendo da primo, assicurato ad una corda da 7mm, quando la mattina del 24 ottobre 1989 è precipitato, spezzando la corda. Pawłowski, grazie a tutta la sua esperienza, è riuscito a scendere da solo da oltre 8000 metri mentre il corpo di Kukuczka, uno dei più grandi Himalaysti di sempre, non è mai stato trovato.

Il trailer del film Jurek di Paweł Wysoczański


Gli 8000 di Jerzy Kukuczka
1979 - Lhotse (Nepal) - via normale, stile alpino. Con Andrzej Czok, Zygmunt Andrzej Heinrich e Janusz Skorek, 4/10/1979
1980 - Mount Everest (Nepal) - via nuova. Con Andrzej Czok, 19/05/1980
1981 - Makalu (Nepal) - via nuova, stile alpino, in solitaria. 15/10/1981
1982 - Broad Peak (Pakistan) - via normale, stile alpino. Con Wojciech Kurtyka, 30/07/1982
1983 - Gasherbrum II (Pakistan) - via nuova, stile alpino. Con Wojciech Kurtyka, 23/06/1983
1983 - Gasherbrum I (Pakistan) - via nuova, stile alpino. Con Wojciech Kurtyka, 23/07/1983
1984 - Broad Peak (Pakistan) - via nuova, stile alpino. Con Wojciech Kurtyka, 13-17/07/1984
1985 - Dhaulagiri (Nepal) - prima invernale. Con Andrzej Czok, 21/01/1985
1985 - Cho Oyu (Nepal) - seconda invernale, via nuova. Con Zygmunt Andrzej Heinrich, 13/02/1985
1985 - Nanga Parbat (Pakistan) - via nuova. Con Carlos Carsolio, Zygmunt Andrzej Heinrich, Sławomir Łobodziński, 13/07/1985
1986 - Kanchenjunga (Nepal) - prima invernale. Con Krzysztof Wielicki, 11/01/1986
1986 - K2 (Pakistan) - via nuova, stile alpino. Con Tadeusz Piotrowski 8/07/1986
1986 - Manaslu (Nepal) - via nuova, stile alpino. Con Artur Hajzer, 10/11/1986
1987 - Annapurna I (Nepal) - prima invernale. Con Artur Hajzer, 3/02/1987
1987 - Shishapangma (China) - via nuova, stile alpino. Con Artur Hajzer, 18/09/1987
1988 - Annapurna East (Nepal) - via nuova, stile alpino. Con Artur Hajzer, 13/10/1988

Link: jerzykukuczka.com




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