Ragni di Lecco in Groenlandia terra per l'alpinismo e l'arrampicata
Dov'è quel posto che ci si può arrampicare per 24 ore di seguito ed è sempre giorno, dove ci sono ancora pareti infinite da esplorare e dove è ancora la natura a dettare i ritmi della vita? La risposta per i bene informati forse è una sola: la Groenlandia. E' proprio da qui che sono appena tornati i Ragni di Lecco Simone Pedeferri e Matteo Della Bordella accompagnati da Lorenzo "Pala" Lanfranchi e per l'occasione anche da Richard Felderer che di professione fa il fotografo ma che questa volta si è ben cimentato anche nelle vesti di alpinista.
Il risultato del viaggio-spedizione è stato di 5 vie nuove in 20 giorni per un'esperienza che un Pedeferri insolitamente loquace non ha esitato a definire come “Molto bella, anche esteticamente”. E se lo dice il climber-artista Pedeferri, c'è da credergli. Anche perché aggiunge subito che quel fiordo della Groenlandia orientale, il fiordo Tasiilaq - dove i 4 hanno posto il loro campo-bivacco lontani da tutto e da tutti - è uno dei più belli e selvaggi che lui abbia mai visto. Aggiungendo poi che le pareti di granito del Fox Jaw dove hanno aperto le loro vie, “sono fantastiche e con una roccia davvero super”. Senza contare che il tutto termina con una definizione che per un alpinista è tutta un programma: “Lì sei così isolato e ci sono ancora tante pareti da scalare che sembra di essere nella Patagonia di 30 anni fa...”.
Un territorio integro e selvaggio, insomma. Così selvaggio, spiega ancora Pedeferri, che “lì è ancora la natura che comanda”. Come del resto in tutta la Groenlandia e nei suoi villaggi “dove il ghiaccio ti entra in casa e ti senti 'fuori dal mondo' proprio per questioni ambientali, perchè è la natura che è ancora la più forte”. Tanto imbattibile quanto le “assurde quantità di zanzare che infestavano il nostro campo base”. Ma sembra di capire che questo è solo un piccolo dettaglio insignificante visto che “in parete zanzare non ce n'erano e si può arrampicare anche per 20 ore filate, tanto lì è sempre giorno. Così quello che qui scali in tre giorni lì lo fai in uno...”
Appunto le scalate e le vie nuove. La prima, 'Emozione Polare', che ha visto impegnati tutti e quattro i componenti del team, corre su un Pilastro di 700m che Pedeferri ha definito “Perfetto e con roccia straordinaria per una via tra le più belle che conosco”. Il tutto è stato risolto in 26 ore (dal campo base al campo base) con 15 tiri, una difficoltà complessiva di VIII, usando solo uno spit di via e lasciando solo qualche sosta attrezzata per le calate in doppia.
Questo dell'attrezzatura minima, spiega Pedeferri, era una componente essenziale dello stile che il gruppo voleva seguire: “Cercavamo di salire in stile clean, molto pulito e alla 'british': a vista e senza lasciare il segno”. Così la coppia Pedeferri-Lanfranconi ha prodotto la psicologica 'El cavajo dell'angel', 430 m con difficoltà di 7b superati in 16 ore di arrampicata a-vista e in stile totalmente 'trad', appunto. Come del resto i 630m con difficoltà di 7b della più fisica 'Il Gemello Diverso' aperta in 20 ore, sempre dagli stessi.
Dal canto loro Della Bordella e Felderer in due giorni hanno realizzato 'Ingirumimusnocte' una bella via di 420m con difficoltà di 7b+ (6c+ obbl) in cui sono stati usati 28 spit compresi quelli di sosta. Si tratta di una via che, a scanso di equivoci, è assolutamente 'psicologica' ovvero del tipo: spit lontani e "pedalare". Infine sempre per Della Bordella e Felderer è arrivata 'Qui, nell'universo': 480m di VI che hanno percorso senza lasciare nulla del loro passaggio dedicandola poi all'amico Marcello Meroni.
"Su Angel non pensavamo di passare senza spit, ma alla fine probabilmente è servita tutta l'esperienza che abbiamo accumulato fin qui” racconta Pedeferri. Poi, a proposito di esperienza, fa un elogio ai suoi compagni e in particolare a Matteo Della Bordella che nonostante fosse alla sua prima spedizione (o forse proprio per questo) era assolutamente irrefrenabile. “Matteo ha doti che ho visto in pochissimi arrampicatori: è davvero bravissimo e dimostra una padronanza davvero incredibile quando va a-vista in parete... Ha una passione davvero pura e incontenibile”. E poi... e poi l'artista-arrampicatore si lascia sfuggire un “Sì, sono proprio felice. Mi sono sentito libero di scalare in Groenlandia!” E, si sa, per un climber non c'è nulla (o quasi) di più bello.
TUTTE LE VIE APERTE DAL TEAM
Emozione Polare
Lanfranchi, Pedeferri, Della Bordella, Felderer
680 mt. diff: VIII
15 tiri, uno spit di via, qualche sosta attrezzata
Aperta in 26 ore da campo a campo
Ingirumimusnocte
Della Bordella, Felderer in due giornate (20 più 18 ore circa)
420 mt, diff: 7b+ (6c+ obbl)
Usati 28 spit comprese le soste
El cavajo dell'angel
Pedeferri, Lanfranchi
420 mt. diff: 7b+ (totalmente trad)
Aperta a vista in 16 ore
Il Gemello Diverso
Lanfranchi, Pedeferri
630 mt. diff: 7b (totalmente trad)
Aperta a vista in 20 ore
Nessun materiale in via
Qui, nell'universo
In ricordo dell'amico Marcello Meroni
Felderer, Della Bordella
480 mt diff: VI
Nessun materiale in via
I Ragni di Lecco ringraziano per il supporto alla spedizione per il materiale:
Df Sport Specialist, The North Face, Edelrid, KyBoom
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