Progetto 'Il mio bivacco – Mon bivouac'
Il 30/06, alle ore 11, al Rif. Bertone (Courmayeur) sarà presentato alla stampa e agli operatori del settore l’interessante progetto di bonifica ambientale dei bivacchi in Valle d’Aosta, promosso dall’Amministrazione regionale.
Bella idea pulire i bivacchi. Buona anche la trovata di presentare liniziativa in quota. Sabato 30 giugno, alle ore 11, presso il rifugio Bertone (Courmayeur) a 2mila metri , sarà presentato alla stampa e agli operatori del settore il progetto "Il mio bivacco Mon bivouac": operazione di bonifica ambientale dei bivacchi in Valle dAosta. Posti magici i bivacchi. Scatole di latta inchiodate su rocce spazzate dai venti. Affogate, per otto mesi allanno, in metri di neve. Scatole di sardine in formato extra large che salvano la vita agli alpinisti. Perché lassù, sopra i 3mila metri, linverno non stacca mai e può tornare in servizio anche in piena estate. Così quando la neve prende a turbinarti attorno lunico tetto che puoi sperare di metterti sopra la testa è quello di un bivacco. Se cè. Gli alpinisti di un secolo fa sognavano un bivacco dove passare la notte, anche quelli di oggi lo sognano: pulito. Il progetto di bonifica, promosso e finanziato dallAmministrazione regionale e che vede coinvolti anche lUnione valdostana Guide di montagna e il CAI, provvederà innanzitutto al riassetto esterno ed interno (esaudendo il sogno degli alpinisti di oggi) di 30 dei 59 bivacchi censiti in Val dAosta. La più piccola regione dItalia, la prima a ripulire i bivacchi. Iniziativa lodevole, ma inevitabile, se si pensa al peso del turismo sul fatturato della valle. In secondo luogo e soprattutto, poiché è sempre meglio prevenire che curare , in ogni bivacco verrà installa una targa che, in quattro lingue (italiano, francese, inglese e tedesco), inviterà gli alpinisti a prendere coscienza dello sforzo fatto per bonificarlo e a rispettare lambiente. Chissà se questa semplice targa sarà capace di scongiurare lignobile trasformazione di un bivacco in una pattumiera. La speranza è che dora in poi ognuno riporti a casa almeno il proprio ruf (nota per i non milanesi: il ruf è quello che a Parigi si chiama ordures, a Londra garbage, a Berlino abfall e per resto degli italiani immondizia). Quando si scoprirà che molti dei bivacchi sono stati frequentati dai migliori alpinisti di tutto il mondo in effetti possiamo considerare queste scatole di latta dei piccoli monumenti della storia dellalpinismo sicuramente qualcuno ne riparlerà e troverà un mondo di cose da raccontare. Anche questa potrebbe essere una buona idea. di Luca Ferrario Il progetto Il mio bivacco Mon bivouac in sintesi Obiettivi - smaltire il pattume vario e dannata accumulato presso i bivacchi; - sostituire: coperte, materassi, reti eccetera (usurate da decenni di attività); - sensibilizzare gli alpinisti ad un maggiore rispetto dellambiente. Chi si rimboccherà le maniche le Guide alpine valdostane in collaborazione con i proprietari dei bivacchi e il supporto dellelicottero della Protezione Civile. I bivacchi che saranno ripuliti nel 2001 Alberigo e Borgna, Bobba, Bossi, Borghi, Brenva, Marco Crippa, Federigo, Fiorio-Dolent, Laura Florio, Gastaldi, Gervasutti, Gontier, Gerard Grappein, Luciano Gratton, Grauson, Adolfo Hess, Jachia, Lampugnani, Ulrich Lateltin, Leonessa, Malvezzi, Martinotti, Money, Nebbia, Perelli, Pol, Gino Rainetto, Luca Reboulaz, Rivolta, Sberna, Tzan. I tempi nel periodo maggioluglio e settembreottobre 2001 si eseguirà la bonifica ambientale di 30 bivacchi. Nel 2002 si prevede di bonificare i restanti 29 bivacchi. Ulteriori informazioni nel sito www.regione.vda.it/territorio/bivacchi_i.asp |
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