Presanella parete est, le vie

Un inverno particolare per svegliare il richiamo alla selvaggia parete est della Cima Presanella. Il racconto di questa parete e le sue poche vie di Francesco Salvaterra, Silvestro e Tomas Franchini e Patrick Ghezzi.
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La parete est della Presanella.

RITORNO ALLA EST di F.Salvaterra, T. e S. Franchini e P. Ghezzi.

Cima Presanella: con i sui 3558 metri di quota risulta essere la più alta elevazione del Trentino. Esistono varie vie che permettono di calcane la vetta, le vie normali dal rifugio Denza e dalla Val Nardis, lunghe e faticose salite tecnicamente facili. A nord il versate presenta ripidi pendii ghiacciati, famosa e molto ripetuta è la classica “Pala nord”, una bella salita di neve e ghiaccio di medie difficoltà. Di certo il versante più selvaggio e invitante per gli alpinisti in cerca di vere “sfide” è la vasta e complessa parete est: seicento metri di placche verticali, diedri, nevai pensili e fessure a sbalzo sulla val d’Amola. Bella quanto nascosta ed isolata, questa parete non è mai stata molto frequentata. In passato ci sono stati dei pregiudizi su questa parete, in certi periodi e nelle zone più esposte è in effetti soggetta a crolli e scariche di sassi, ma se si sceglie il periodo e il momento giusto di salirla si apprezza veramente la sua inedita granodiorite e il suo ambiente vasto e fantastico.

Pochi sono gli itinerari tracciati come anche le ripetizioni, tutti impegnativi dal punto di vista della logistica e dell’impegno globale vista anche la lunghezza di parete, l'avvicinamento e il rientro. La via delle guide, elegante e diretta scalata che supera il grande diedro centrale conta probabilmente meno di dieci ripetizioni dal lontano 1949, e (prima di questo inverno) una sola cordata si è spinta nella stagione più repulsiva su questa parete: nel 1975 proprio sulla via delle guide. Dopo anni di languore questo inverno (e primavera) la “est” ha visto un insolito movimento sulle sue crode, alcuni giovani alpinisti locali non hanno saputo resistere al suo fascino misterioso e si sono messi in gioco su diedri e fessure ghiacciate “aprendo” tre vie nuove. Si tratta di notevoli realizzazioni di “misto moderno”che sfruttano in chiave invernale tracciati difficilmente ripetibili in estate, ma che in condizioni rappresentano molto probabilmente tra i più belli e difficili itinerari di “misto” del gruppo Adamello-Presanella.


LE VIE DELLA PARET EST
Via Bonfilioli - Collini:
V. Bonfilioli e A.Collini 30/07/1909
E' la prima via della parete, sale nel settore all’estrema destra della parete, attaccando nei pressi del canalino che sale alla cresta nord-est e mantenendosi alla sua sinistra nella prima parte. Difficoltà non conosciuta, non si hanno notizie di ripetizioni.

Via delle Guide: (TD- V 600mt) B. e C. Detassis, G. Alimonta, S. Serafini, N.Vidi 8/9/1949. Prima ripetizione: C. Maffei e C. Maestri 20/10/1949. Prima solitaria: Franco Gadotti 6/09/74. Prima invernale: F. Gadotti, G.Cantaloni, M.Zandonella 4-6/1/1975
E' (per modo di dire) la classica della parete, bella via di roccia, difficoltà continue nel diedro, la parte superiore è di difficile interpretazione. Roccia buona, mediamente chiodata. Esiste il pericolo di scariche di sassi dalla cengia mediana.
Variante Gadotti: F.Gadotti durante la prima solitaria e successivamente prima invernale. Dalla cengia prosegue direttamente per una placca e terreno misto, percorso sconosciuto (V+).
Varianti Salvaterra-Paoli: F. Salvaterra e G. Paoli 29/8/2011 al terzo tiro evita il diedro molto bagnato per una fessura sulla destra e una fessurina in placca (V+/A2). Nella parte alta dopo la cengia esce a destra del tetto rosso per fessure (VI).


Via Maffei - Violi: C. Maffei e E. Violi 12/09/1950 sale tra la Bonfilioli e la via delle guide per una serie di diedri. Difficoltà paragonabili alla via delle guide, non si conosce il percorso preciso e non si hanno notizie di ripetizioni.

Via Trepin: (TD VI+ 600m) G. Trepin e G. Pretti 18 giugno 2005
Sale per tre tiri nel diedro sul grande sperone roccioso a sinistra del diedro della Via delle Guide e a destra di Alice in Wonderland con bellissima arrampicata in fessura su ottimo granito chiaro, alla fine del diedro esce a destra portandosi sui facili pendii nevosi fino in vetta. Prima ripetizione: (inconsapevolmente da S. e T. Franchini 30 marzo 2012 (solo del diedro iniziale).

Via Alice in Wonderland: (TD M6 550mt) F. Salvaterra, M. Fedrizzi, L. Tamburini (19/1/2012)
Via di misto molto bella, logica e impegnativa che sfrutta i punti deboli della parete collegando i vari nevai pensili con difficili salti rocciosi. Aperta in condizioni di neve polverosa e utilizzando sempre gli attrezzi.

Via Linea del Tempo: (TD+/ED- VII/A0 M6 600mt) T. e S. Franchini (30/3/2012)
Itinerario costituito dall’unione di due precedenti vie e una variante finale. Complessivamente via di notevole impegno ed eleganza: sale i primi tre tiri della Via Trepin (VI+) per poi collegarsi ad “Alice in Wonderland” (M6) e dalla grande cengia prosegue direttamente per 5 lunghezze lungo difficili tratti su roccia e nevai pensili.

Via Depravation: (TD+/ED- WI 5 M6 VI+ A1/2 250mt) F. Salvaterra, P. Ghezzi (31/3/2012)
Entusiasmante e completo itinerario: effimere goulotte si alternano a difficili lunghezze su ottima roccia fino alla cengia centrale dove crollano le difficoltà. Rientro in doppie lungo la via a causa di condizioni di neve marcia nella parte alta, è possibile proseguire su percorso non obbligato e difficoltà nettamente inferiori fino in vetta.


INFO PRESANELLA
Accesso:
I tempi sono sensibilmente variabili in base alle condizioni, a seconda dell’innevamento può essere molto utile utilizzare delle ciaspole. Generalmente si accede alla parete est dalla Val d’Amola: da Pinzolo ci si porta verso Campiglio e si prende la strada che risale la val Nambrone, se la strada è praticabile si sale fino al parcheggio per il rifugio Segantini e da qui a piedi fino al rifugio (1 ora dal parcheggio estivo altrimenti almeno 2 ore). Dal rifugio Segantini (presente bivacco invernale con 8 posti letto) si prosegue a mezza costa e poi al centro della valle superando il monte Nero e portandosi verso la bocca d’Amola (che permette di accedere al versante nord), la parete è inconfondibile (2 ore buone).

Rientro: Dalla vetta (presente bivacco Orobica con 3 posti letto 100 metri più in basso verso ovest) si può scegliere se tornare in val d’Amola attraverso la bocchetta del monte Nero o scendere inzialmente in val Nardis e prendere il passo dei quattro cantoni (consigliato), quindi ci si porta al rif. Segantini (in entrambi i casi) e si ripercorre il sentiero di accesso (almeno 3 ore).





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