Nuvole Barocche alla Civetta: prima ripetizione per Baù e Beber

Il 15-16 luglio prima ripetizione per Alessandro Baù e Alessandro Beber di Nuvole Barocche (1240m, IX sup., A2) sulla parete nord ovest della Civetta (Dolomiti) aperta da Venturino De Bona e Piero Bez nel 1999.
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Nuvole barocche sulla nord-ovest
arch. Baù, Beber
Chi (alpinista, climber ma non solo) di fronte alla nord ovest della Civetta non è stato preso da quella vertigine che solo le grandi opere (d’arte) sanno dare? E’ unica la nord ovest. Non è solo immensa: è bella di una bellezza selvaggia e quasi irraggiungibile. Chiaro, che per chi scala, quella fantastica muraglia alta 1200 metri rappresenti una (impossibile) meta da sogno.

Un sogno che Alessandro Baù (26enne padovano) e Alessandro Beber (21enne di Pergine Valsugana) hanno realizzato in pieno cogliendo, tra il 15 e 16 luglio scorsi, la prima ripetizione di Nuvole Barocche, la straordinaria linea aperta da Venturino De Bona e Piero Bez nel 1999.

Nuvole presenta difficoltà massime di IX sup. e A2 (che Baù e Beber hanno superato con tre tratti e una sequenza sul 14° tiro, in artificiale) per 1240 metri di via che salgono, come un missile, proprio nel cuore della gran muraglia esplorandone le placche, i pilastri e tutto quel mondo a parte di questa parete infinita.

Alessandro Baù aveva questo progetto nel cassetto già nel 2005, dopo la prima ripetizione (insieme ad Enrico Marini) di “W Mejico Cabrones”, altra top via sulla nord ovest del gran maestro della Civetta, Venturino De Bona. Ma si sa i sogni hanno i loro tempi e le loro occasioni, alias il felice incontro con Ale Beber, forte climber anche se non veterano delle grandi pareti.

E’ stata davvero una bella salita quella di Ale & Ale. Un’avventura (alpinistica) che i due hanno affrontato accettando le incognite (compreso il bivacco) di una big wall com’è la nord ovest. Da sottolineare anche l’aiuto morale che hanno ricevuto da Walter Bellenzier (gestore del rifugio Tissi) e da Venturino De Bona che, dal suo rifugio Torrani, è andato ad accoglierli in cima. Lo meritavano loro e anche Nuvole Barocche una via che a detta anche dei primi ripetitori è davvero fantastica (onore agli apritori) e che ancora aspetta la prima (assolutamente non facile) libera integrale.


Transcivetta sulle Nuvole… Barocche
di Alessandro Baù

Decisamente troppo.Luglio 2003: ero al Tissi con il cuore in gola perché il giorno dopo andavo sul Philipp, era la mia prima via Lunga e il bivacco ci poteva anche stare. Dietro al camino del rifugio ricordo di aver visto la relazione di una via sul Cuore della Nord-Ovest… gradi assurdi! Il giorno dopo dal diedro vedo quel muro, senza capire come si potesse salire… passano due anni e dopo W Mexico Cabrones il Ventura (Venturino De Bona ndr) mi dice: “adesso tocca Nuvole”… ssssseeeeee, bella, troppo dura!!! Da allora un tarlo in testa, che senza riposo lavora, tutto in funzione di quella via.

Sembra tutto perfetto. Ad aprile conosco Ale e sento subito che è il “matto” giusto, più riflessivo che conosca, con cui condividere questo viaggio.
Sono teso perché siamo pronti ma l’alta pressione non vuole arrivare; tra poco inizierò a lavorare e si sa che per fare certe vie un weekend non basta. Ma anche questa volta la fortuna è dalla mia… ecco l’alta. Non chiamo neanche Walter (Walter Bellenzier gestore del Rif. Tissi ndr) per sapere se è asciutta, decidiamo di andare al Tissi e in caso “ripiegare” su Captain Sky Hook. Sul sentiero giro finalmente l’angolo del Philipp che copre la parete e… il “cuore” è asciutto (o quasi)… si va sulle Nuvole! Walter sulla porta della cucina è un po’ perplesso ma non possiamo aspettare!

La miccia. Siamo impegnati sui tiri centrali del cuore. A noi interessa ripetere la via ma passare non è proprio facile: il tiro è bagnato e il Ventura ha segnato i gradi dei singoli passi (VIII+)… in continuità quel tiro sarà 8b mi dirà in seguito! Dopo 2 voli e una sofferenza durata 2 ore (con un tratto superato con 3-4 passi su cliff dato che non c’ho capito… nulla, VIII+?!?) arrivo in sosta finito. Siamo demoralizzati, pensiamo di essere lenti e l’idea di calarsi prende piede, anche se sento che “o adesso o mai più”, ho una carica dentro che spaccherei il mondo, voglio salire ma non so se ne ho le forze. Quella convinzione che mi mancava arriva da Walter: lo chiamo al telefono per dirgli che è dura, che Venturino è stato un matto. Lui ci incita, ci dice che non possiamo tornare indietro, non ora: scopriamo di avere la dinamite in corpo e lui ha acceso la miccia. Decidiamo di proseguire fino ad un aereo bivacco in amaca: numeri da circo per entrarci su un vuoto da assenza di gravità, mentre osserviamo uno splendido tramonto e Walter “sfanala” dal Tissi per farci compagnia.

Il turbo. Al mattino superato il tetto che sbarrava la visuale, la mente è più libera, la convinzione cresce e le braccia sono sempre più acciaiate. Usciti dal “cuore”, come da accordi, chiamiamo il Ventura. E’ sorpreso perché siamo già alti; mancano ancora parecchi tiri e, dato che sulla “coppa” il sole batte, è già pomeriggio inoltrato. Venturino suona la carica e ci dice che secondo lui possiamo uscire in giornata. Nello stesso istante, non so come, la stanchezza si volatilizza e mettiamo il turbo. La roccia è sempre bella e l’arrampicata sostenuta ma piacevole.

Sogno realizzato. Mancano pochi metri, Ale mi sta recuperando… tra poco la stretta di mano! E’ in quel momento che vedo il Ventura: è li appollaiato all’uscita e ci aspetta infreddolito ma euforico. Ci giriamo verso il Tissi e in lontananza sentiamo la festa attorno al falò, riempio i polmoni ed esplodo in un urlo di gioia. Sono stato diverse volte in Civetta, sempre di corsa, sempre senza arrivare in cima. Questa volta non si può: firmiamo il libro di vetta dopo che Venturino ha sprecato una birra sui nostri vestiti. Grazie Nord-Ovest.

di Alessandro Baù

Le mie Nuvole Barocche di Alessandro Beber

Non fosse stato per il nome, forse sarebbe andata diversamente. Da buon appassionato della musica di Fabrizio de’Andrè invece, quando Alessandro mi ha parlato del progetto su cui stava meditando da un paio di stagioni, mi sono subito entusiasmato.

L’idea di una via-viaggio nel cuore della “Parete delle Pareti” ha cominciato a prendere forma anche nella mia testa, e quel nome suadente è servito ad ammortizzare il colpo, quando la stampante mi ha cortesemente riposto fra le mani una relazione a dir poco intimidatoria;
così, scorrendo una fila di numerini comunque troppo alti, alla fine lo sguardo si posava su quel nome corsivo scritto sopra al profilo accennato della cresta sommatale, e in qualche modo i timori si dileguavano, lasciando il posto ad una sorta di romantico ottimismo.“Ci si può provare!”.

Se i nostri propositi sono andati a buon fine poi, è stato merito di tanti fattori diversi… fra tutti la straordinaria tenacia del Baù, la sua volontà di crederci fino in fondo, a dimostrazione di come i propri sogni vadano inseguiti e “coltivati” per riuscire a tramutarli in realtà.

Per me Nuvole Barocche è stata una prima volta in molte cose, soprattutto un mettersi in gioco su qualcosa di meno certo, dove il dubbio di essere o meno all’altezza è stato un fedele compagno; ancora, il caloroso contorno che ci ha sostenuto e fatto da sipario mi ha fatto respirare l’atmosfera di un alpinismo autentico e partecipato come non mi era mai successo.

Per questo ringrazio Walter, Paola e Giacomo del rifugio Tissi per i loro preziosi incitamenti, e anche Venturino de Bona, che ha concepito questa via da vero visionario.
Anche grazie a loro quella che abbiamo vissuto è stata un’esperienza indimenticabile, che ci lascia in bocca il sapore di una grande avventura.

di Alessandro Beber


Ringraziamo Kiwi Sport di Alleghe per il materiale che ci ha fornito
Note: Via Nuvole Barocche
Civetta parete nord-ovest (Dolomiti)
Apritori: Venturino De Bona, Piero Bez (1999)
Prima ripetizione: Alessandro Baù e Alessandro Beber
Sviluppo: 1240m circa
Difficoltà: IX sup. A2
Materiale: serie friends da 04 al 3, serie completa nuts, 9 rinvii, 2 corde da 60m
I magnifici 35 tiri di Nuvole Barocche: tiro: 50 m, IV, 1 chiodo; tiro: 45 m, V, 1 chiodo; tiro: 45 m, V, 2 chiodi; tiro: 45 m, VI-; tiro: 30 m, VI+, 1 chiodo; tiro: 40 m, VII+ e VI+, 1 chiodo; tiro: 50 m, VI-, 2 chiodi; tiro: 50 m, V; tiro: 30 m, V; 10° tiro (il primo del “cuore”): 40 m, VI+, VII+ e VIII+, 6 chiodi; 11° tiro: 30 m, VIII-, VI, VIII+ e IX+, 6 spit, 3 chiodi; 12° tiro: 10 m, pendolo (VIII) e VIII, 2 spit e 1 chiodo; 13° tiro: 20 m, VIII-, A2, VIII+ e VIII-, 6 spit e 1 chiodo; 14° tiro: 35 m, VIII, VIII+ e VIII-, 7 spit e 3 chiodi; 15° tiro: 15 m, A0, VIII, 2 spit e 3 chiodi; 16° tiro: 30 m, VIII+, IX-, VII+ e VI, 5 spit, 1 chiodo (“miglior” posto da bivacco); 17° tiro: 40 m, VI, VII+, VIII+, VIII- e VII-, 2 spit, 4 chiodi; 18° tiro: 25 m, VI+ e V, 1 chiodo; 19° tiro (grande tetto): 35 m, VII-, A2, VIII+ e VII+, 4 spit, 4 chiodi; 20° tiro: 30 m, VII- e VIII- ; 21° tiro: 30 m, VII-; 22° tiro (ultimo del muro): 50 m, VII- e V; 23° tiro: 50 m, I e II; 24° tiro: 20 m, II; 25° tiro: 10 m, I; 26° tiro (in comune con la Comici, come il seguente): 50m, V, 1 chiodo di Comici; 27° tiro: 50 m, IV+; 28° tiro (primo del pilastro): 50 m, VIII-, VII e V, 2 clessidre; 29° tiro: 30 m, VII+, VI e VII+, 2 clessidre; 30° tiro: 25 m, VI+; 31° tiro (ultimo del pilastro): 40 m, VI e VII-; 32° tiro: 40 m, IV; 33° tiro: 40 m, V e V+, 2 chiodi; 34° tiro: 50 m, IV+ e III; 35° tiro: 50 m, III e IV-.
Discesa: lungo la via normale (con sosta d’obbligo al rif. Torrani).

Planetmountain
W Mejico Cabrones” per Baù e Marini



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