Nanga Parbat: Walter Nones e Simon Kehrer salgono verso la salvezza
19/08 Walter Nones e Simon Kehrer hanno ripreso a salire raggiungendo quota 7200 sulla parete Rakhiot del Nanga Parbat. Si riaccende la speranza per i due alpinisti italiani che martedì scorso hanno perso il loro capocordata Karl Unterkircher.
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Il versante Rahiot sul Nanga Parbat (8125m)
www.karlunterkircher.com
Sul Nanga Parbat ora è scesa la notte, dopo una giornata segnata dai tentativi e dalle attese ma anche dalle speranze. La novità più grande è che oggi pomeriggio, quasi inaspettatamente, Walter Nones e Simon Kehrer hanno ripreso a salire raggiungendo quota 7200m, proprio sotto al bordo del ghiacciaio pensile che aprirebbe loro la via della discesa e della salvezza.
Questa la situazione alla fine della quinto giorno trascorso sulla montagna dai due alpinisti italiani, la quarta dalla scomparsa di Karl Unterkircher in un crepaccio a circa 6.400 metri di quota. Ma molte altre cose sono successe oggi. Prima di tutto i due voli degli elicotteri organizzati da Silvio Mondinelli e da Maurizio Gallo che compongono la squadra di soccorso organizzata da Agostino Da Polenza. Nel primo è stato lanciato un sacco con viveri e una radio che però è stato portato via dal vento. Poi nel secondo, effettuato solo dai piloti a carico minimo, finalmente si è riusciti quasi miracolosamente a calare vicino alla tenda dei due alpinisti un sacchetto di viveri, due termos di bevande calde e un satellitare che però non è mai entrato in funzione.
Attraverso il telefono satellitare la speranza era di riuscire a comunicare ai due che nel punto dove erano non c’era alcuna possibilità di recuperarli con l’elicottero. Mentre se fossero scesi di circa 400 metri fino ai 6400 metri (circa alla quota dove ha perso la vita Unterkircher) era stato individuato un punto dove ciò sarebbe stato possible. Inutile dire che comunque sarebbe stato un salvataggio difficile ma anche rischioso, ed inutile dire che i due elicotteristi pakistani impegnati con Gallo e Mondinelli nell’operazione sono due autentici specialisti. Basti dire che uno di loro è lo stesso che nel 2005 ha portato in salvo, proprio sul Nanga Parbat, il forte alpinista sloveno Tomaz Humar rimasto bloccato per vari giorni a 6000m sul versante Rupal. Poi, quando ormai non era ben chiaro che altro fare, la svolta: nel pomeriggio Nones e Kehrer hanno smontato la tenda e hanno cominciato a salire. E anche in fretta secondo quanto si vedeva dal campo base.
Insomma, la buona notizia è che Walter e Simon hanno ripreso in mano il pallino della situazione scegliendo di scappare verso l'alto, verso il ghiacciaio Bazin. Da lì avranno due possibilità di discesa: per la via tracciata da Hermann Buhl nel ’53 o per la Kinshofer, la via “normale” che percorre il versante Diamir. Dovessero scegliere quest’ultima possibilità, Silvio Mndinelli sarebbe trasportato in elicottero in un punto il più possible congeniale del Diamir e andrebbe incontro ai due. “La situazione sarà valutata domani” ha affermato Agostino Da Polenza “Sono loro che decidono, ancora adesso infatti tutti i tentativi di contattare Nones e Kehrer sono stati vani.”
Va detto, come ha precisato Da Polenza, che sia la spedizione americana sia quella iraniana, che ha salito pochi giorni fa la cima del Nanga Parbat per il versante Diamir, hanno dato la loro piena collaborazione lasciando attrezzati i campi lungo la discesa per agevolare l’eventuale fuga da quel versante. Come è stato di grande aiuto l’opera di Davide Arrigo del Nodo Infinito che ha tenuto i contatti con le due spedizioni. In questa difficile storia forse è questa solidarietà la cosa più bella. Intanto si attende la nuova alba per ricominciare a sperare. Tutto è nelle mani e nel cuore di Walter e Simon. Forza!
Questa la situazione alla fine della quinto giorno trascorso sulla montagna dai due alpinisti italiani, la quarta dalla scomparsa di Karl Unterkircher in un crepaccio a circa 6.400 metri di quota. Ma molte altre cose sono successe oggi. Prima di tutto i due voli degli elicotteri organizzati da Silvio Mondinelli e da Maurizio Gallo che compongono la squadra di soccorso organizzata da Agostino Da Polenza. Nel primo è stato lanciato un sacco con viveri e una radio che però è stato portato via dal vento. Poi nel secondo, effettuato solo dai piloti a carico minimo, finalmente si è riusciti quasi miracolosamente a calare vicino alla tenda dei due alpinisti un sacchetto di viveri, due termos di bevande calde e un satellitare che però non è mai entrato in funzione.
Attraverso il telefono satellitare la speranza era di riuscire a comunicare ai due che nel punto dove erano non c’era alcuna possibilità di recuperarli con l’elicottero. Mentre se fossero scesi di circa 400 metri fino ai 6400 metri (circa alla quota dove ha perso la vita Unterkircher) era stato individuato un punto dove ciò sarebbe stato possible. Inutile dire che comunque sarebbe stato un salvataggio difficile ma anche rischioso, ed inutile dire che i due elicotteristi pakistani impegnati con Gallo e Mondinelli nell’operazione sono due autentici specialisti. Basti dire che uno di loro è lo stesso che nel 2005 ha portato in salvo, proprio sul Nanga Parbat, il forte alpinista sloveno Tomaz Humar rimasto bloccato per vari giorni a 6000m sul versante Rupal. Poi, quando ormai non era ben chiaro che altro fare, la svolta: nel pomeriggio Nones e Kehrer hanno smontato la tenda e hanno cominciato a salire. E anche in fretta secondo quanto si vedeva dal campo base.
Insomma, la buona notizia è che Walter e Simon hanno ripreso in mano il pallino della situazione scegliendo di scappare verso l'alto, verso il ghiacciaio Bazin. Da lì avranno due possibilità di discesa: per la via tracciata da Hermann Buhl nel ’53 o per la Kinshofer, la via “normale” che percorre il versante Diamir. Dovessero scegliere quest’ultima possibilità, Silvio Mndinelli sarebbe trasportato in elicottero in un punto il più possible congeniale del Diamir e andrebbe incontro ai due. “La situazione sarà valutata domani” ha affermato Agostino Da Polenza “Sono loro che decidono, ancora adesso infatti tutti i tentativi di contattare Nones e Kehrer sono stati vani.”
Va detto, come ha precisato Da Polenza, che sia la spedizione americana sia quella iraniana, che ha salito pochi giorni fa la cima del Nanga Parbat per il versante Diamir, hanno dato la loro piena collaborazione lasciando attrezzati i campi lungo la discesa per agevolare l’eventuale fuga da quel versante. Come è stato di grande aiuto l’opera di Davide Arrigo del Nodo Infinito che ha tenuto i contatti con le due spedizioni. In questa difficile storia forse è questa solidarietà la cosa più bella. Intanto si attende la nuova alba per ricominciare a sperare. Tutto è nelle mani e nel cuore di Walter e Simon. Forza!
Note:
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