Mont Rouge di Greuvetta, nuova via di misto Eyes Wide Shut
L’intento originale di Bracey e Helliker era di effettuare la prima ripetizione di Coracrazion, la via aperta nel 1986 da Mark Charlton e John Silvester sulla parete nord del Mont Greuvetta, ma i due si erano subito resi conto che le condizioni erano del tutto proibitive. Il loro viaggio dalla loro base a Chamonix in Val Ferret si è rivelato comunque interessante perché i due sono rimasti colpiti da una bellissima parete sull’altro lato della valle, la nordest del Mont Rouge di Greuvetta. Un contrafforte alto 900m che secondo le ricerche non era mai stato salito prima; una sfida a cui era semplicemente impossibile resistere
Helliker e Bracey sono tornati 10 giorni più tardi e, trovando la parete ricoperta di neve, hanno bivaccato sul ghiacciaio per poi partire prestissimo il giorno successivo. Dopo aver superato il difficile avvicinamento alla base della parete hanno iniziato la via vera e propria, affrontando subito dei difficili tiri di misto fino all' M6. Nonostante le condizioni ottime, a mezzogiorno i due avevano salito soltanto 1/3 della parete, ma poi una provvidenziale sottile linea di ghiaccio, non visibile dal basso, ha aperto la strada verso alto. Dopo svariati camini e altro ghiaccio verticale difficile da proteggere, Helliker e Bracey hanno finalmente raggiunto la cresta sommitale. Altri due tiri li hanno finalmente portati in vetta, dalla quale sono scesi in sette ore con 20 corde doppie lunga la via di salita.
A sentire l’esperto della zona, Luca Signorelli, sullo “scudo” visibile sul lato sinistro della foto esistono alcune vecchie vie aperta da Ugo Manera, che però non arrivano alla cima del Mont Rouge. E’ possibile quindi che Eyes Wide Shut – così si chiama la nuova via di Bracey e Helliker - sia la prima a salire per intero questo versante. Una via che secondo Bracey affronta sempre un granito stupendo per difficoltà complessive di ED1, M6, AO, UIAA IV+ e che è "molto, molto bella, e da ripetere"
01/06/2011 - The Cartright Connection sul Monte Hunter - intervista a Matt Helliker
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