La Mamma va in Montagna
Quando posso, quando gli impegni da "Mamma" me lo permettono, vado volentieri in Montagna, lì a volte riesco anche a rilassarmi, scrivo a volte perché capita che dopo un lungo periodo in cui rimango lontana, all’inizio ho solo paura, il vuoto mi mette ansia e sembra tutto più difficile.
Oggi, grazie ai Nonni che tengono i miei due bambini posso finalmente andare ad arrampicare, non troppo lontano per non fare tardi, non troppo lunga per non addormentarmi prima di cena una volta rientrata! Avere come compagno un "malato" di montagna può aiutare, ma Ivo va preso con le pinze, devo vagliare attentamente le sue proposte, lui non conosce le mezze misure.
La scelta cade su di una via che già conosco, ma che ogni volta trovo diversa, piacevole e dura quanto basta per le mie voglie, la "Cassin" sulla Torre Palma, guglia slanciata nel vicinissimo gruppo delle Grigne. Un avvicinamento che scalda corpo e gambe, una zona frequentata sicuramente da molti, ma non da moltissimi... sulla Cassin è difficile fare la fila o aspettare alle soste. Partenza di buon ora, non prima di avere controllato il mio zaino e quello del mio compagno di cordata, altrimenti sono fritta!
Attraversiamo a mezza costa lungo il tortuoso sentiero e dopo un po’ di dislivello eccoci finalmente alla base del Palma, un resinato d’inizio con tanto di scritta sbiadita indica l’attacco. Durante la "sistemazione" delle vie in Grignetta e nel lecchese, la Cassin è cambiata, il percorso originale ha subito delle modifiche, sono state salite e attrezzate le placche nere alla sua sinistra. Esprimere il mio giudizio a tal proposito non è necessario, semplicemente perché io vado quando posso e cerco solo di divertirmi, etica e polemiche varie non fanno parte del mio interesse.
Ivo parte, il sole previsto è rimasto a letto, però la solita nuvola che sorvola la Grignetta per molti giorni all’anno c’è, in compagnia di un vento fresco, per niente primaverile. Impacciata muovo i primi passi, movimenti duri e coordinamento assente, "tieni bene"!
Certo Cassin sarebbe salito tranquillamente su queste placche, la bravura era nel suo dna, ma assicurarsi a quei tempi era pressoché impossibile a chiodi normali, quei chiodi che intravvedo pochi metri alla mia destra, abbandonati al loro destino, ricchi di storia e tempo.
Le mani congelate ad ogni fermata, la lontananza sempre più maggiore dalla base, il vuoto tutt’attorno, un po’ di normale paura e il tempo che passa veloce.
Siamo in cima, ho indossato tutti i vestiti che avevo, sono a strati e sento freddo comunque, ma sono felice, per tante cose, per la giornata, per il freddo, per la verticalità, per il male di braccia e per quella voglia che mi colpisce dopo un po’ di ore che non vedo i miei figli, la voglia di ritornare a casa e sentirli litigare, abbracciarsi e vederli crescere... pensando ad un'altra occasione per potere di nuovo avere paura.
La sera siamo tutti davanti alla tv, tutti meno uno, Ivo* che si è addormentato prima di cena! W le Mamme.
Federica Maslowsky
* Ivo Ferrari ndr