Juanjo Garra, addio sul Dhaulagiri
Sul Dhaulagiri (8167m) è morto l'alpinista spagnolo Juanjo Garra.
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L'alpinista spagnolo Juanjo Garra
archivio Garra
Continuano ad arrivare brutte notizie dall'Himalaya. Questa volta è il Dhaulagiri, la settima montagna più alta della terra, a far parlare di sé con un drammatico ma purtroppo inutile tentativo di salvataggio dell'alpinista spagnolo Juanjo Garra.
Come sempre sono ancora da approfondire le dinamiche e i fatti di questi giorni, ma sembra che il 49enne sia caduto in fase di discesa dopo aver raggiunto la cima giovedì 23 maggio. Una caduta sopra il Campo 3 che gli ha procurato la frattura di una caviglia, inizialmente descritta come "un piccolo incidente" che però gli ha impedito di raggiungere il Campo.
Secondo quanto scrive la rivista spagnola Desnivel, Garra ha quindi trascorso una notte sopra gli 8000m ed altri tre giorni in quota. Garra, che aveva salito nove cime di 8000m, era anche stato raggiunto da Kheshap Sherpa che era risalito dal Campo 3 per aspettare insieme a lui i soccorsi. Ancora una volta Simone Moro e Maurizio Folini hanno giocato un ruolo importante nell'operazione di salvataggio portando, secondo l'Eco di Bergamo, tre Sherpa con cibo, ossigeno e vestiti a quota 6300 metri con l'elicottero. Il forte vento ha impedito a Moro e Folini di volare ancora più in alto e anche se Garra è stato raggiunto da due Sherpa nella giornata di ieri, purtroppo ogni aiuto è arrivato troppo tardi ed è di questa mattina la triste notizia della sua morte. Come sempre ci vorrà tempo per capire e comprendere cosa sia successo realmente, nel frattempo una cosa è certa: "Juanjo se queda en el cielo", Juanjo Garra rimane nel cielo.
Come sempre sono ancora da approfondire le dinamiche e i fatti di questi giorni, ma sembra che il 49enne sia caduto in fase di discesa dopo aver raggiunto la cima giovedì 23 maggio. Una caduta sopra il Campo 3 che gli ha procurato la frattura di una caviglia, inizialmente descritta come "un piccolo incidente" che però gli ha impedito di raggiungere il Campo.
Secondo quanto scrive la rivista spagnola Desnivel, Garra ha quindi trascorso una notte sopra gli 8000m ed altri tre giorni in quota. Garra, che aveva salito nove cime di 8000m, era anche stato raggiunto da Kheshap Sherpa che era risalito dal Campo 3 per aspettare insieme a lui i soccorsi. Ancora una volta Simone Moro e Maurizio Folini hanno giocato un ruolo importante nell'operazione di salvataggio portando, secondo l'Eco di Bergamo, tre Sherpa con cibo, ossigeno e vestiti a quota 6300 metri con l'elicottero. Il forte vento ha impedito a Moro e Folini di volare ancora più in alto e anche se Garra è stato raggiunto da due Sherpa nella giornata di ieri, purtroppo ogni aiuto è arrivato troppo tardi ed è di questa mattina la triste notizia della sua morte. Come sempre ci vorrà tempo per capire e comprendere cosa sia successo realmente, nel frattempo una cosa è certa: "Juanjo se queda en el cielo", Juanjo Garra rimane nel cielo.
Note:
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juanjogarra.wordpress.com |
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