Il Gran Zebrù e lo sbaglio. Di Ivo Ferrari
Arriviamo la sera al parcheggio dei Forni, c'è poco da fare, abbiamo preparato tutto a casa nella calma del sabato mattina. Si va a nanna come le galline, ma dormire mi piace parecchio!
Non siamo soli nel buio della notte, un gruppo di giovani ci segue a poca distanza, siamo tutti diretti al Gran Zebrù. Al rifugio Pizzini il "gruppo" si ferma e, Federica ed io, prendiamo il largo. La neve è portante e mi avvicino alla stupenda montagna di buon passo… Federica mi segue con gli sci.
La luce ci "raggiungere" alla base del Canale Meraldi, sgranocchiamo qualcosa e calzati i ramponi partiamo. Capisco subito che Federica fatica, di solito è lei che comanda il ritmo. Dopo un centinaio di metri, all'inizio della strettoia la mamma dei miei bimbi decide di scendere, e qui, viene fuori la parte peggiore di me, vorrei e dovrei accompagnarla in discesa ma l'egoismo mi spinge a salire. E sì che ho già percorso questo canale, sono salito molte volte sulla Cima del Gran Zebrù.
Continuo, vengo raggiunto da un ragazzo molto più in forma di me, dovrei scendere… sulla cima mi fermo poco, il senso di colpa è entrato nella mia testa, ma lo sbaglio non si può più correggere.
Federica sta meglio, la stringo a me, lei è contenta per me, io invece dentro, nel nascosto sono triste, troppo egoista!
La prossima volta non lascerò da sola la mia compagna, una cima e tutto l'alpinismo non vale la compagnia della propria "compagna".
di Ivo Ferrari
Link: FB Ivo Ferrari