Il Club Alpino Norvegese e l'etica per l'arrampicata in Norvegia
In seguito alle ultime salite di Robert Jasper in Norvegia, di cui abbiamo dato notizia la settimana scorsa, il Club Alpino Norvegese ha pubblicato un comunicato stampa in cui chiarisce la sua posizione rispetto all'uso degli spit in montagna. Fondato nel 1908 e membro del UIAA, il Club rappresenta circa 500 soci. Il comunicato ovviamente non riguarda soltanto le ultime vie ed è forse il primo appello di questo genere rivolto a tutti coloro che si recano ad arrampicare in Norvegia.
Senza voler entrare troppo nel merito, va detto che l'etica arrampicatoria è una cosa sia estremamente importante, sia in continua evoluzione. Si sa, è difficile che ci sia un'assoluto e a volte ci sono molte sfumature ed eccezioni, come si legge anche dal testo che Jasper ci ha gentilmente inviato - nel quale fra l'altro si afferma che sui 1000m di Fosslimonster (una delle vie in questione) sono stati utilizzati 9 spit di sosta, 5 di via più 3 chiodi e 1 nut.
Ci auguriamo che questa possa essere un'occasione positiva per riflettere sull'etica locale e per rendersi conto che se da una parte il Club Alpino Norvegese sottolinea giustamente l'importanza dell'avventura, dall'altra bisogna precisare che queste ultime vie certamente non sono da considerare "plaisir". Anzi.
Statement ufficiale del Club Alpino Norvegese (Norsk Tindeklub)
Nel febbraio 2009 ci sono state prime salite di due vie in Norvegia probabilmente da inquadrare come due delle vie più avventurose ed isperate al mondo: “Fosslimonster” (800m, WI6+, M8+) e “Into the Wild” (900m, WI6 X), entrambe sulla costa ovest della Norvegia. Le vie sono state salite da un gruppo internazionale di ice climber che non ha seguito le linee guide appropriate, e non ha raggiunto gli standard norvegesi di buon stile.
In Norvegia, la comunità alpina tesora altamente il nostro codice di etica, riassunto in: "non lasciare traccia". Generalmente viene considerato inaccettabile aggiungere spit sulle soste su vie di ghiaccio e vie di montagna, per facilitare, rendere più sicuro e più comodo la salita delle vie. Lo stesso vale per gli spit lungo i tiri.
Il Club Alpino Norvegese considera la protezione naturale una parte importante ed integrale delle vie su ghiaccio e in montagna. Il nostro scopo è di preservare per le prossime generazioni il potenziale per l'arrampicata di avventura sulle montagne della Norvegia. Il nostro codice etico quindi rende necessario aspettare le condizioni giuste ed acquisire le capacità necessarie, invece di aggiungere spit. Questa è l'unica strada per garantire che l'avventura completa ed incontaminata rimanga per tutti da esplorare, non soltanto per il primo salitore.
Inoltre, il Club Alpino Norvegese trova totalmente inaccettabile che gli arrampicatori rivendichino il loro diritto di scegliere lo stile e l'etica per arrampicare in Norvegia. Troviamo che questo non valga solo in Norvegia, ma sia applicato anche in altri paesi, come il regno Unito, per esempio per l'arrampicata su gritstone e l'arrampicata invernale in Scozia.
Il Club Alpino Norvegese dà il benvenuto ai climber stranieri in Norvegia, ed invita tutti a venire ed esplorare uno dei pochi paradisi rimasti veramente selvaggi in Europa e nel mondo. Diamo però per scontato che gli arrampicatori seguono il nostro codice etico. La Norvegia è una degli ultimi posti rimasti per gli arrampicatori che sperano di scoprire la magia di linee naturali che richiedono per essere affrontate la gamma completa delle capacità alpinistiche.
Le precisazioni di Robert Jasper
Ho arrampicato in Norvegia molte volte, per vari mesi ed in molte zone diverse. Nella maggior parte delle zone ho trovato vie a spit, sia su roccia sia sul ghiaccio. Per esempio a Sedesdal, Rjukan e Hemsedal e su alcune vie di più tiri. A Hemsedal ho trovato anche degli adattamenti artificiali per l'aggancio delle piccozze su alcune vie di misto. Dal mio punto di vista, credo ci sia una grande differenza tra uno spit per le soste, uno spit per le calate, come protezione lungo un tiro, o creare artificialmene un buco per agganciare le picche e salire! Inoltre, mi sembra strano che alcuni arrampicatori norvegesi, che secondo il Club Alpino Norvegese seguono un'etica cosi severa, si recano in posti così remoti e incontaminati come l'Antartide o l'Isola di Baffin dove piantano spit per le soste e creano degli adattamenti artificiali per l'aggancio delle piccozze sulle vie.
Prima di andare in Norvegia mi sono messo in contatto con due locals norvegesi per avere più informazioni, ma entrambi non hanno mai menzionato queste linee guida, e ciò non è accaduto neppure le altre volte in cui ho arrampicato in Norvegia. In passato ho trovato sia spit che adattamenti artificiali per l'aggancio delle piccozze su vie aperte da arrampicatori norvegesi, quindi non potevo supporre che ci fosse una linea guida etica così severa, e mi dispiace!
L'etica è chiaramente una questione importante, io stesso provo sempre a spittare il meno possibile. In ogni caso Fossilmonster (dove, su 1000m di via, abbiamo usato 9 spit sulle soste, 5 sui tiri, più 3 chiodi e 1 nut) è una via pericolosa: salirla senza gli spit ci sembrava da irresponsabili; ovviamente ognuno è libero di salirla evitandone l'utilizzo a suo rischio e pericolo. Credo che tutti siano promotori di un etica di arrampicata, ma bisogna anche seguirla poi in realtà, non soltanto a parole o a frasi scritte. L'etica riguarda prima di tutto noi stessi e non solo gli altri!
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