I camini fuori moda: la Gilberti-Castiglioni alla Cima Busazza
Ci sono montagne che lasciano il “segno”, lo lasciano nei ricordi vissuti, nelle persone incontrate, negli attimi di paura e gioia. Montagne di roccia all’apparenza inutile, ma importanti per chi sa amare la roccia!
Nel meraviglioso gruppo della Civetta c’è una Montagna a cui sono molto legato, che sento “amica” e conosco abbastanza bene. Lei, la Cima della Busazza, mi ha lasciato transitare lungo i suoi appigli diverse volte, in estate e d’inverno, solo e in compagnia, sul nuovo e nel vecchio... sono caduto e mi sono rialzato, ho dormito e sognato.
La roccia della Busazza è di qualità “mutevole”, come del resto tutte le Grandi Montagne. Nell’agosto del 1931, con un bivacco in parete, due dei più formidabili e puri arrampicatori dell’epoca tracciano lungo la vertiginosa parete ovest una via degna dei loro nomi: Celso Gilberti e Ettore Castiglioni. La loro è una salita dalla logicità impeccabile, un levigato e profondo camino oggi ripetuto raramente, ma temuto e apprezzato nel secolo scorso.
L’arrampicata in camino non conosce grado, il facile si può trasformare in difficile con un movimento sbagliato, forse questo è il motivo per cui vie come quella della Busazza, negli ultimi anni sono percorse sempre meno... ed è un peccato!
Celso Gilberti è stato una “meteora” nel mondo della montagna, un banale incidente l’ha portato via a soli 23 anni al termine di un ascensione sulla Paganella, ma il suo talento è scolpito nella roccia lungo tre linee entrate nella storia del verticale: Presolana, Busazza e Agner.
Ettore Castiglioni è colui che ha tracciato vie ovunque, non c’è gruppo nell’arco alpino che non possegga una “Castiglioni”. Le sue introvabili e dettagliate guide, frutto di passione e dedizione, sono ancora oggi per chi ha la fortuna di possederle (io sono fortunatissimo!) fonte d’ispirazione nonché importanti documenti storici.
Sul "foglio" storico dei Camini della Ovest negli anni hanno messo la firma altri famosi personaggi, come non ricordare la guida Svizzera Michel Vaucher, autore della velocissima prima salita solitaria il 10 agosto del 1958, quando ancora si scalava scarponi ai piedi (provare per credere) e i forti trentini d’inverno, quando gli scarponi sono obbligatori! Sergio Martini, Franco Gadotti, Marcello Rossi e Giovanni Costa dal 29 dicembre 1975 al 1 gennaio 1976... un bellissimo e freddo capodanno.
L’elegante parete ovest della Busazza si può ammirare in tutta la sua imponenza dalla cima della Torre Venezia, è stato da lì, dopo una mattina solitaria sulla Tissi che è nato il mio amore per quel castello di roccia. Un affetto che, a distanza di anni, sento ancora vivo e che mi fa sognare altri viaggi tra le sue crepe.
Ho scritto queste poche righe per “stimolare” chi non ha mai provato l’ebbrezza di trovarsi a gambe aperte in camini levigati, poco proteggibile e antichi... le mode cambiano e chissà che questa famosa via non ritorni conosciuta!
L’altra sera un Amico mi ha chiesto: “Hai fatto i camini sulla ovest della Busazza?”, “Sì” ho risposto... “Ti andrebbe di rifarla?”... “Perché no!. Questa estate ci andiamo insieme!”.
Buone arrampicate
Ivo Ferrari