Himlung in Nepal, alpinismo fuori dalle solite rotte
Nel mese di ottobre tre alpinisti italiani, il lucchese Riccardo Bergamini, la guida alpina Luca Montanari e il roveretano Giorgio Sartori hanno organizzato una spedizione alpinistica al Monte Himlung, una bellissima montagna di 7126 metri nel distretto del Peri Himal. La sua cima é divisa tra il Nepal e il Tibet. La scelta é derivata dalla ricerca di trovare una meta da poco aperta agli alpinisti con un avvicinamento alla montagna fuori dai normali circuiti dei trekking, per ritrovare in qualche maniera lo spirito pionieristico degli anni delle prime spedizioni. E infatti i tre non sono rimasti delusi, scoprendo una zona remota e bellissima, trovando senso dell'avventura e la condivisione pura della normale vita di tutti i giorni delle popolazioni locali.
HIMLUNG di Riccardo Bergamini
La zona é bellissima, fuori dai circuiti più frequentati, vedi Everest, Annapurna e Manaslu. All’inizio del trekking il clima é tropicale, molto verde, caldo e alberi di banane. Piano piano che si sale, a circa 3000/3500m, gli scorci cambiano, con un ambiente simile alle nostre Dolomiti, solo che le pareti sono il doppio se non il triplo! Poi inizia il tipico ambiente alpino con la vista di splendide montagne ed enormi ghiacciai. Il trekking, essendo aperto da poco, dispone solo di un paio di lodge, di come si conoscono nelle valli più famose, la sera si fa tappa in case private, abitate da famiglie di provenienza tibetana, si dorme in camere spartane. Ovviamente durante il percorso si incontrano poche persone, fra locali e turisti e possono passare anche ore prima di incontrare qualcuno.
Per la salita alla montagna, ho fatto la via classica, se così si può chiamare, mantenendomi sempre vicino alla cresta a sinistra della parete. La salita alla vetta l 28 ottobre é stata piuttosto dura, perché siamo partiti direttamente dal campo 2 (6100m) e, intrapreso un percorso alternativo da quello così detto normale, siamo scesi di quota e per risalire abbiamo dovuto fissare delle corde fisse su pendii di circa 50/60 gradi. Dal Campo 2 alla vetta, data la quota persa, abbiano salito circa 1500 metri di dislivello. In cima eravamo solo io lo sherpa, Mingma Sherpa. La discesa é stata complicata, perché il tempo é cambiato rapidamente e per circa 4/5 ore ci siamo beccati fortissime folate di vento, grandine e neve. Quando abbiamo raggiunto il Campo 2, alle ore 19,30, c'erano almeno 30 cm di neve fresca.
In generale della spedizione mi ha colpito, l'incontrare poche persone, sia durante il trekking che al campo base. Sono stato più volte in Nepal, prima di questa con altre 4 spedizioni, ma in questo caso ho vissuto una esperienza più famigliare, sia con lo staff del campo base che gli altri 3 componenti della spedizione. Avevo già salito in precedenza montagne di 7000 e 8000 metri, nel 2013 sono salito in cima al Cho Oyu e nel 2012 al Pik Lenin, ma questa valle e montagna da poco conosciute mi hanno fatto vivere un alpinismo di almeno 10/15 anni fa.