Gabriele Franceschini ci ha lasciati
Anche Gabriele ci ha lasciati, mercoledì 2 settembre a Fiera di Primiero si sono svolti i funerali del “povero vecchio” come soleva definirsi lui prendendo spunto dalle diverse lettere che scambiava con Dino Buzzati.
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Gabriele Franceschini
Planetmountain.com
Con la sua anima, si porta dietro in maniera indissolubile anche l’anima delle Pale di San Martino, colui che più di ogni altro, con 100 vie aperte (tra le quali la prima solitaria della Solleder al Sass Maòr) conosceva ogni piega del Massiccio, dallo sterminato Altopiano alla più piccola Guglia.
Con lui ho discusso giornate intere su vie, accessi più o meno reconditi, ripetizioni, difficoltà, mi ha spiegato e rispiegato il suo modo di andare in montagna, mi ha descritto i suoi compagni, le sue tante avventure di roccia e le sue tanto avventure amorose di cui anche se avanti con gli anni si ricordava perfettamente.
Gabriele nato a Feltre nel 1922 si innamorò presto delle Pale di San Martino su cui trasferì tutta la sua passione per l’alpinismo e per l’esplorazione. Quando cominciò ad esercitare come guida, accompagnava i vari clienti a tracciare vie nuove tra i quali Re Alberto dei belgi e Dino Buzzati con il quale intrecciò una sincera e duratura amicizia provata dal fatto di numerose lettere che i due si scambiarono fino alla dipartita di Dino. E da questa amicizia nacque anche la sensibilità letteraria di Gabriele che sfociò con la pubblicazione di due libri “Nel silenzio dai monti” con il quale vinse nel 1953 il Premio Cortina di letteratura di montagna e “Vita breve di roccia” nel quale possiamo trovare un Dino Buzzati impegnato sui tre fronti di giornalista-scrittore e alpinista.
A causa di un incidente a una caviglia Gabriele smise di arrampicare nel 1964, a sentire lui “ancora troppo giovane”e così si mise a scrivere guide alpinistiche per rimanere in qualche modo attaccato alla sue Pale. Ne scrisse ben 7, sia alpinistiche che escursionistiche (oggi la maggior parte sono introvabili) e aiutandomi in questi ultimi anni nella stesura delle due guide del CAI TCI che già furono di Ettore Castiglioni.
Si ritirò, nella sua casa a Ormanico, chiuse i contatti con le persone la maggior parte delle quali lo considerava un “orso” ma continuava a leggere e soprattutto a parlarmi delle sue vie, odiava le celebrazioni, a malavoglia nel 2003 venne alla presentazione della mia prima Guida delle Pale Ovest e solo perché lo obbligai così come lo obbligai a rimanere in vita fino all’uscita della seconda Guida delle Pale Est, e quando circa 1 mese fa gliela consegnai, si emozionò.
Si è concluso un ciclo, al funerale non c’erano tantissime persone, non ci sono stati né cori né canzoni di montagna, ma così è come avrebbe voluto lui, se n’è andato ascoltando il silenzio dei monti e lasciando dietro di sé quello che più gli interessava e cioè delle tracce sulle cime.
Lucio De Franceschi
Con lui ho discusso giornate intere su vie, accessi più o meno reconditi, ripetizioni, difficoltà, mi ha spiegato e rispiegato il suo modo di andare in montagna, mi ha descritto i suoi compagni, le sue tante avventure di roccia e le sue tanto avventure amorose di cui anche se avanti con gli anni si ricordava perfettamente.
Gabriele nato a Feltre nel 1922 si innamorò presto delle Pale di San Martino su cui trasferì tutta la sua passione per l’alpinismo e per l’esplorazione. Quando cominciò ad esercitare come guida, accompagnava i vari clienti a tracciare vie nuove tra i quali Re Alberto dei belgi e Dino Buzzati con il quale intrecciò una sincera e duratura amicizia provata dal fatto di numerose lettere che i due si scambiarono fino alla dipartita di Dino. E da questa amicizia nacque anche la sensibilità letteraria di Gabriele che sfociò con la pubblicazione di due libri “Nel silenzio dai monti” con il quale vinse nel 1953 il Premio Cortina di letteratura di montagna e “Vita breve di roccia” nel quale possiamo trovare un Dino Buzzati impegnato sui tre fronti di giornalista-scrittore e alpinista.
A causa di un incidente a una caviglia Gabriele smise di arrampicare nel 1964, a sentire lui “ancora troppo giovane”e così si mise a scrivere guide alpinistiche per rimanere in qualche modo attaccato alla sue Pale. Ne scrisse ben 7, sia alpinistiche che escursionistiche (oggi la maggior parte sono introvabili) e aiutandomi in questi ultimi anni nella stesura delle due guide del CAI TCI che già furono di Ettore Castiglioni.
Si ritirò, nella sua casa a Ormanico, chiuse i contatti con le persone la maggior parte delle quali lo considerava un “orso” ma continuava a leggere e soprattutto a parlarmi delle sue vie, odiava le celebrazioni, a malavoglia nel 2003 venne alla presentazione della mia prima Guida delle Pale Ovest e solo perché lo obbligai così come lo obbligai a rimanere in vita fino all’uscita della seconda Guida delle Pale Est, e quando circa 1 mese fa gliela consegnai, si emozionò.
Si è concluso un ciclo, al funerale non c’erano tantissime persone, non ci sono stati né cori né canzoni di montagna, ma così è come avrebbe voluto lui, se n’è andato ascoltando il silenzio dei monti e lasciando dietro di sé quello che più gli interessava e cioè delle tracce sulle cime.
Lucio De Franceschi
Note:
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