Alla Furcia Rossa (Dolomiti) Hubert Eisendle e Simon Kehrer scovano 'Hinterm Horizont'

Tra il 2021 e 2022 Hubert Eisendle e Simon Kehrer hanno aperto 'Hinterm Horizont' alla parete sud della Furcia Rossa (2791m) nel gruppo di Fanis nelle Dolomiti. Il report di Eisendle.
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L'apertura di Hinterm Horizont alla Furcia Rossa nelle Dolomiti (Hubert Eisendle, Simon Kehrer)
Simon Kehrer

Spesso la sera, seduti in gruppo con altri alpinisti, parliamo delle possibilità di trovare nuove vie nelle Dolomiti. Sorge continuamente il dubbio se ci siano ancora pareti inviolate. Di solito arriviamo alla conclusione che tutte le pareti buone siano già state scalate, e che le rimanenti presentino una roccia per lo più troppo friabile.

Sono quindi rimasto molto sorpreso quando un giorno Simon mi ha inviato una foto di una bellissima montagna, con una parete ripida e invitante, che non era ancora stata scalata. Incredulo, ho subito chiesto se ne fosse sicuro. Simon pensava di sì ma, aggiungeva, che per averne la certezza bisognava andare sul posto e vedere coi propri occhi.

Vista la nostra curiosità, non ci è voluto molto prima di scendere, carichi di materiale, dal colle accanto alla Furcia Rossa nella valle di Travenanzes. Attraverso vecchi sentieri di guerra e tracce di camosci siamo arrivati sotto questa misteriosa parete. Il sole era caldo e faceva risplendere il muro; quando l'abbiamo vista per la prima volta siamo rimasti stupiti e a bocca aperta. Rapiti dalla sua bellezza! Non ci aspettavamo colori e forme simili. Placche grigie, sovrastate da strapiombi di un bianco brillante, che poi terminavano con una serie di fessure rossastre, gialle o marroni che conducevano verso l'alto con un'inclinazione ed un'esposizione non comune.

Il nostro cuore batteva più forte. Avevamo davvero l'opportunità unica di essere i primi a salire qualsiasi linea su questa parete. Ci siamo seduti per calmarci ed ammirare la vista sulla Val Travenanzes e sul gruppo della Tofana. Abbiamo assorbito la speciale atmosfera di questo posto incredibile. Volevamo davvero che questo momento non finisse mai. Finché una scoreggia di Simon non ci ha riportato alla realtà ;-)

Ancora storditi dal gas, abbiamo studiato la parete. Era più ripida e liscia di quanto pensassimo inizialmente. Inoltre, la roccia non era solida ovunque. Così abbiamo deciso di affrontare la parte destra più placcosa e il risultato è stata Princess Soreghina, una via molto bella, con una lunghezza in placca molto difficile. Ma così facendo non avevamo centrato il vero obiettivo! L'evidente fessura centrale che portava direttamente in vetta: quella era la linea logica della parete. Era quindi solo questione di tempo prima che trovassimo il coraggio di affrontare la vera sfida della parete.

Il 27 ottobre, in una bella giornata autunnale, è giunto il momento. Ho salito il diedro in mezzo alla parete e dopo 40 metri con roccia un po' friabile ho traversato, assicurato da uno spit, sotto un tetto a sinistra fino ad una cengetta dove ho fatto sosta. Simon mi ha seguito, poi ha superato un piccolo strapiombetto e, dopo un lungo traverso verso sinistra seguendo una cengia, ha raggiunto un'altra cengia dove ha fatto sosta. Sopra di noi c'era il punto interrogativo. Il grande scudo di placche grigie che dominava il muro centrale ci bloccava la strada, quindi ho provato a salire in diagonale verso destra per raggiungere le parti meno inclinate della parete, poi lentamente ho proseguito sulle placche. La salita è stata difficile, ma assicurato da spit, sono riuscito a fare dei buoni progressi. Dovrebbe essere il tiro più difficile della via, mi sono detto! Sono così riuscito ad arrivare al grande sistema di fessure e camini che ci avrebbero poi portati in vetta.

Sebbene avessimo una linea ovvia davanti a noi, la strada da percorrere sembrava tutt'altro che facile. E cosi era! Abbiamo salito altre 2 lunghezze lungo la fessura, che è rimasta sempre molto ripida e in parte friabile, fino a quando non ci siamo fermati sotto un altro strapiombo. Qui Simon ha tentato la fortuna a sinistra su per una sezione ripida, ma è stato così difficile che è dovuto tornare indietro. Vista l'ora, abbiamo depositato un po' di materiale e siamo scesi in corda doppia. L'inverno è poi arrivato. Quasi esattamente un anno dopo - il 26 ottobre - siamo tornati nello stesso posto, ma questa volta abbiamo cercato di raggiungere il sistema di fessure sul piccolo pilastro a destra. E Simon ci è riuscito! Dopodiché ha superato altri passaggi boulderosi, fino a raggiungere l'ultimo tiro che ci portati brevemente a sinistra su una cresta e in vetta. Finalmente sul punto più alto, poco prima del tramonto.

Lì ci siamo resi conto di aver aperto una via molto bella e impegnativa. Ci siamo seduti con gratitudine sulla panchina in vetta e, mangiando le ultime provviste, ci siamo goduti il tramonto. Alla fine, mentre stavamo scendendo dall'ormai familiare Furcia Rossa, abbiamo riflettuto sul nome della via. Abbiamo deciso di chiamarla Hinterm Horizont, dietro l'orizzonte. Perché questa via, su una parete inviolata, era possibile solo perché nascosta dietro l'orizzonte e quindi fuori dalla vista. E anche perché, forse, questa via sarà uno stimolo in futuro per guardare oltre un po' più spesso.

di Hubert Eisendle

SCHEDA: Hinterm Horizont, Furcia Rossa, Dolomiti

Simon Kehrer ringrazia: Edelrid, Blizzard, Tecnica, Moroder Alpine, Panorama Diffusion.

Info: www.simon-kehrer.it 




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