Civetta in Dolomiti: nuova Via degli studenti sulla parete NO
La nuova via corre, grossomodo per circa 1000m, la zona di parete tra la Via degli Amici, aperta nel 1967 da Heini Holzer, Sepp Mayerl, Reinhold Messner e Renato Reali, e la Solleder, aperta nel 1925 dai tedeschi Emil Solleder e Gustl Lettenbauer. Nel dettaglio, la Via degli Studenti parte a destra della Messner e supera tutto il pilastro alto circa 500m raggiungendo difficoltà fino al VII grado. Alla sommità del pilastro incrocia la Messner, dove questa devia verso destra, e attacca direttamente la parte più strapiombante della parete. Questa è stata risolta con quattro difficili tiri, aperti con "pochi movimenti in artificiale e resting sulle protezioni", con difficoltà massime che si attestano intorno al VIII- / A0. Una volta fuori dagli strapiombi altri due tiri, saliti al buio, li hanno condotti ad un posto di bivacco. Dopo altri due tiri hanno raggiunto la Solleder, con cui la nuova via ha due tiri in comune, poi hanno proseguito dritto lasciando la Solleder sulla loro destra per incrociare dopo altri due tiri, oramai poco sotto alla cima, la Via Comici che traversa tutto a destra.
"Gli ultimi due tiri sono probabilmente quelli della variante Cassin" hanno spiegato Dejori e Walpoth, aggiungendo che "sulle rocce appoggiate sotto la cima abbiamo scelto la strada più facile, ogni altra cosa ci sembrava forzata, e quindi abbiamo percorso in tutto 4 tiri di vie già esistenti (2 lunghezze della Solleder e 2 della Cassin)." Per farlo, per salire questi circa 1000m di via, sono stati necessari due tentativi, il primo l’8 settembre 2014 quando insieme a Marta Mozzati sono stati aperti i primi sette tiri, e il secondo il 3 e 4 agosto di quest’anno per completare l’opera. Da notare che poco dopo il primo tentativo Alex Walpoth e Martin Dejori hanno ripetuto la vicina Colonne d'Ercole sulla Punta Tissi, mentre lo studio del tracciato è stato effettuato da Giorgio Travaglia e Marta Mozzati all'inizio estate 2014.
Per quanto riguarda lo stile d’apertura, Dejori e Walpoth hanno precisato: "Abbiamo portato 5 spit di sosta in zaino e qualche rivetto, non volevamo rischiare di non trovare una buona sosta, dato che eravamo in 4 con un sacco pesantissimo. Sulla via poi ci siamo quasi scordati di averli perché la parete ci è venuta incontro." Dejori e Walpoth hanno spiegato appunto che alcune sezione sono state aperte in artificiale dal capocordata, ma poi salite in libera dal secondo. Rimarrebbe da effettuare la prima libera, ma gli alpinisti non sono intenzionati a ritornare. Anzi, "già così siamo contenti" hanno raccontato i due altoatesini.
Per il grado complessivo ci vorrà più tempo, ma questo dettaglio a parte ci sentiamo di poter affermare che si tratta di una linea di spessore, forse addirittura di una sorta di "superdirettissima" sognata da tempo su una delle pareti più belle ed importanti delle Dolomiti.