Cima Busazza, nuova via per Manrico Dell'Agnola e Maurizio Giordani
La Cima della Busazza è sicuramente una delle pareti più impressionanti delle Dolomiti e forse anche una delle meno celebri. Con i suoi 1100 metri la sud ovest della Busazza domina il lato meridionale del gruppo della Civetta sovrastando anche la Torre Trieste, sua bellissima e famosissima vicina. A proposito di bellezza: l'enorme spigolo ovest della Busazza (una prua davvero impressionante) non teme confronti. Proprio qui corre la grande via aperta nel 1929 da Renzo Videosott, Leo Rittler e Domenico Rudatis, ricordata anche come il primo 6° grado italiano. D'altra parte la sud ovest della Cima Busazza è nata per le grandi vie.
L'ultima in ordine di tempo è quella aperta la settimana scorsa da Manrico Dell'Agnola e Maurizio Giordani. Una cordata d'eccezione, di due alpinisti e arrampicatori che non hanno bisogno di presentazioni. Dell'Agnola è sicuramente tra i maggiori conoscitori della Civetta, le sue salite in velocità e le vie nuove sono lì a dimostrarlo. Giordani è uno tra i più attivi dolomitisti basti pensare a quanto ha fatto sulla Sud della Marmolada. Va da sé che entrambi hanno un'enorme attività anche sulle montagne di tutto il mondo. La loro nuova via sulla sud ovest della Cima Busazza sale, per circa 800 metri, tra la grandissima via aperta da Aldo Anghileri, Giuseppe Fumagalli e Vittorio Meles nel 1973 e “Luci nella notte” aperta dallo stesso Dell'Agnola con Ivano Zanetti ed Alcide Prati, per poi uscire, negli ultimi 350m, sullo spigolo Videssot-Rittler-Rudatis.
Ecco quello che Manrico Dell'Agnola ci ha scritto di questa nuova salita: “Assaporo al massimo la leggera brezza che mi rinfresca, è il mattino dopo, stanchezza e senso di appagamento, le travi di legno della mansarda mi fanno sentire a casa, e cosa c’è meglio della casa per il riposo del guerriero? Trent’anni fa sarei già stato agitato per un nuovo progetto, ora invece mi godo semplicemente il momento. 114 anni in due, due lunghissime e complicate giornate in parete, con quella Torre Trieste che non ne voleva sapere di abbassarsi. La parete sud ovest della Busazza è un enorme scoglio di più di 1100 metri di altezza, camini insidiosi e friabili si alternano a placche compattissime, e solo uno dei grandi pilastri potrebbe ospitare una grande via. Tanti anni fa con Ivano Zanetti ed Alcide Prati aprii “Luci nella notte” che saliva a sinistra dei primi grandi strapiombi, stavolta invece sono con Maurizio Giordani, grande alpinista; poco materiale, niente spit. L’idea è quella di superare le grandi placche al centro, intento non riuscito del tutto ma sufficiente per regalarci momenti di grande avventura. 15 tiri inediti su roccia abbastanza buona, pochi chiodi, solo un breve tratto di A2, il resto con difficoltà massime sino al VII/VII+. L’uscita è per lo spigolo Videsott-Rudatis, il progetto comunque è di tornare."