Canto del magnificat al Pordoi per Tondini e Parolari
L'11/10 Nicola Tondini e Robertino Parolari hanno realizzato la salita integrale e in libera de "Il canto del magnificat" (900m, 7b max) da loro stessi aperta nel 2003, sulla parete Ovest del Pordoi (Dolomiti).
L'11 ottobre scorso Nicola Tondini e Robertino Parolari sono tornati sulla loro via "Il canto del magnificat", aperta e completata esattamente 3 anni fa, il 14 Ottobre 2003, sulla grandiosa parete Ovest del Pordoi... Di questi 22 tiri (con difficoltà max di 7b) mancava ancora la ripetizione integrale e in libera che è arrivata in questo bellissimo (e mite) autunno con un viaggio (in alternata) che ha concluso il sogno e il progetto. di Robertino Parolari E' stato come aver fatto un lungo viaggio, stai lontano da casa tanto tempo e piano piano i particolari dell'ambiente in cui sei vissuto tendono a svanire, ma nel momento in cui riapri la porta tutto riappare nitido e lucido : gli oggetti importanti che ti ricordano momenti felici, le fotografie di montagna che hanno segnato tappe importanti nella tua crescita alpinistica, le foto sorridenti dei tuoi figli, i cd della tua musica preferita… Il tuo cervello riapre quella porta e tutto ciò che sembrava dimenticato riappare come se fosse ieri . Questa è stata la sensazione a distanza di tre anni nel ritrovarmi con Nicola sotto la parete ovest del Pordoi per ripetere “ Il canto del Magnificat “. La sera dormiamo nel furgone e vengo assalito dai dubbi del giorno prima, non riesco a ricordare i tiri della via, non ricordo le difficoltà, temo di scoppiare prima del termine e tutto mi appare incerto. Normalmente sono molto meticoloso nella preparazione di una salita: mi documento sulla via, ne studio l'itinerario sulle fotografie, confronto più di una relazione, controllo l'avvicinamento e il rientro e eventuali altre vie sulla stessa parete; ma questa volta non ho fatto niente, non mi sono neanche preoccupato di riguardare la relazione. I dubbi continuano anche nel breve tragitto di avvicinamento ma, una volta giunti all'attacco ecco che automaticamente i miei occhi tracciano l'itinerario sulla parete, all'improvviso i tre anni passati si annullano, ora ricordo i passaggi difficili: come mi sono protetto, i chiodi piantati, i buchi per i tricam e le fessure per i friends. Adesso mi sento proprio a mio agio !! I tiri inizialmente facili scorrono veloci sotto le scarpette, poi gradualmente le difficoltà aumentano ma la testa e il fisico rispondono bene, i chiodi sono pochi ma ottimi non c'è neanche la necessità di ribatterli e le protezioni veloci si posizionano senza troppa difficoltà. Sono reduce da venti giorni di lavoro a Stromboli, su e giù dal vulcano per fare ammirare le esplosioni notturne e le fontane di fuoco; ho cercato di mantenermi in forma facendo boulder in spiaggia sulle nere colate laviche dalle forme irreali e con soddisfazione mi rendo conto che ha funzionato. Dopo quattro tiri facili ce ne sono sei impegnativi e nell'ultimo una fessura strapiombante con uscita su prese svase che durante l'apertura mi aveva fatto soffrire ; ora sono con un po' di fiato grosso ma dopo un ultimo friend di rincorsa supero il tratto duro continuando fino alla sosta su di un diedro bellissimo. Odore di zolfo… mi guardo le mani, sono segnate dall'arrampicata, sono ruvide e scure, le annuso e sanno di roccia e questo mi dà sempre una bella sensazione, mi sento più parte di questa materia che mi piace tanto. Ancora un paio di facili tiri, altri due discretamente impegnativi e con l'ultimo diedro di quarto siamo in cengia: abbiamo iniziato a arrampicare stamattina verso le 7,30 ora sono le 14,30, Nicola mi dice che usciremo al pelo dalla via, e così sarà… Si ricomincia con un tiro di sessanta metri su roccia nera e solidissima, Nicola lo sale correndo, quello successivo è corto ma con la prima parte friabile, cerco di proteggermi con qualcosa ma inutilmente e rivolgendomi al mio compagno dico “non ero riuscito a mettere niente allora e non è cambiato niente ora”, quindi i primi dieci metri se ne vanno senza protezioni con Nicola che attento mi osserva in compagnia della cengia sotto di me! Un chiodo, un friend e via in sosta . Ora a Nicola tocca un tiro veramente faticoso; si tratta di un diedro fessura strapiombante e obliquo verso destra, durante l'apertura avevamo pochi friends ed era sembrato molto duro, ora le difficoltà non sono cambiate ma tre friends in più alleggeriscono la tensione; questo però, complice lo zaino e un appiglio rotto, non mi risparmia la faticaccia e neppure un bel voletto inaspettato con pendolo e urlo al seguito. Arrivo in sosta provato, ora, dopo 19 tiri, la stanchezza si fa sentire e con mia gratitudine Nicola si offre di tirare il non facile tiro successivo. Penso che l'affiatamento in una cordata sia anche sapere che il proprio compagno nei momenti di difficoltà sia sempre pronto ad intervenire ma senza per questo far pesare la sua superiorità. Ancora un tiro non troppo difficile e siamo alla classica ciliegina in cima alla torta : il penultimo tiro, il più duro : un bel 7b con la prima sezione tecnica e di continuità su prese piccole e di non facile lettura. E' il turno di Nicola (per fortuna…) che con decisione ed eleganza sale e libera il tiro che ci dà accesso al pianoro sommitale, mentre un picchio muraiolo spaventato dal muoversi della corda vola via mostrandomi con il suo volo elegante il bel cerchio rosso che le sue ali spiegate formano. Eccomi in cima; sono stato via tanto tempo, ma lui, il Pordoi, subito mi ha riconosciuto, mi ha dato il bentornato e accolto benevolmente, ora ormai al buio mi saluta raccomandandomi di mandare altri amici fidati che possano ancora accarezzarlo nelle sue pieghe più nascoste e gioire per la soddisfazione di giornate come queste . Alla prossima… Robertino Parolari SASS PORDOI - parete Ovest Il canto del Magnificat Apertura: Nicola Tondini e Robertino Parolari, 2/08/2002, 13-27/08/2003, 14/10/2003; Prima salita integrale: 11/10/2006 Sviluppo: 900m, 22 tiri Difficoltà: 8+/9- (7b), R3, III; EX- (tecnica, chiodatura, ambiente; complessiva) Attacco: Da Pian de Sciaveneis, prendere il sentiero che attraverso la Val Lasties sale al rif. Boé. Quando il sentiero arriva a costeggiare la parete Ovest del Sass Pordoi abbandonarlo e in pochi metri si è all'attacco della via (punto più basso della parete). Materiale: TCU, freends (fino al 3 camelot, meglio raddoppiare l'1 e il 2), tricam, una decina di kevlar, 2 corde da 60m Discesa: A piedi dalla cima oppure in doppia fino alla grande cengia, quindi a piedi verso il Passo Pordoi: dalla cengia la discesa in doppia risulta essere difficoltosa. Nota: Tutte le soste (eccetto la 7, con 3 clessidre) sono attrezzate con almeno un fix.
Nelle foto: Robertino Parolari e Nicola Tondini su Il canto del magnificat al Pordoi (arch. N. Tondini). |
||||||||
Ultime news
Expo / News
Expo / Prodotti
Uno scarpone dal taglio mid-cut agile e leggero per hiking su terreni misti.
Scarpone da montagna da donna pensato per il trekking, l’escursionismo e il backpacking.
Un secondo strato termico robusto ed efficace.
Piccozza tecnica da alpinismo evoluto
Giacca da montagna leggera minimalista
Rinvio arrampicata super versatili con moschettone Keylock