Beauty and the Beast, prima salita sul Gargoyle in Alaska

Nella Ruth Gorge in Alaska gli austriaci Alex Bluemel e Gerry Fiegl hanno effettuato la prima salita di Beauty and the Beast (7a+ 650m A3) sul Mt. Gargoyle. Poco dopo i due alpinisti tirolesi hanno effettuato la prima ripetizione del lungo "Tooth Traverse". Il report di Gerry Fiegl.
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La linea di Beauty and the Beast (7a+ 650m A3, Alex Bluemel, Gerry Fiegl) Mt. Gargoyle, Alaska
© Bluemel / Fiegl
Siamo partiti da Talkeetna il 19 maggio 2013 dopo l'ultima grande tempesta che aveva depositato persino ad Anchorage alcuni centimetri di neve fresca, e siamo quindi atterrati in una Ruth Gorge stracolma di neve. La gente del posto ci aveva parlato di un'ottima stagione per fare ghiaccio, così pensavamo di dover iniziare cercando delle belle linee di ghiaccio.

Al nostro arrivo però si è formata un'eccezionale alta pressione che alzato di molto la temperatura. Dal punto di vista meteorologico era tutto meraviglioso, ma presto le montagne hanno cominciato a scrollarsi di dosso il loro abito invernale, a volte in maniera davvero paurosa.

"Ma se c'è tutto questo bel tempo in Alaska non bisogna perdere un minuto, facciamo gli zaini e proviamo qualcosa" è stato il nostro pensiero. Eravamo da soli sul ghiacciaio e quindi senza alcuna informazione sulle condizioni delle vie. Così la nostra prima settimana è stata difficile, segnata da insuccessi e tentativi falliti per cadute di ghiaccio o valanghe.

"L'inverno è definitivamente finito ma l'estate è ancora lontana" è stata la nostra conclusione, ma siccome il bel tempo continuava, non abbiamo desistito. Una linea di fessure e diedri sembrava promettente e dopo un paio di tentativi andati a vuoto, finalmente siamo stati fortunati. Il 29 maggio abbiamo raggiunto la cima del Gargoyle dopo due giorni di arrampicata ed un bivacco in parete. Felici di questa nuova via, dopo un giorno di riposo eravamo nuovamente ai piedi del Gargoyle per liberare tre tiri saliti in artificiale nella parte bassa. Così è rimasto soltanto un tiro ancora da liberare: una combinazione peperina di roccia friabile, neve sovrastante, roccia bagnata e poche protezione per 30m di A3. Un gioco psicologico; e probabilmente la lotta su questo tiro non sarebbe molto più piacevole nemmeno con roccia asciutta...

Il nome della via è stato trovato in fretta perché la "Bestia" è quel tiro appena descritto, mentre più in basso c'era la "Bella", un tiro di 40m di fessura trad, con piccoli tetti e belle lame. Roccia perfetta, bellissima da salire ed una rarità nella Ruth Gorge come ci siamo resi conto di persona durante questo soggiorno. Abbiamo lasciato in parete soltanto uno spit sul tiro di artificiale ed una manciata di chiodi normali sul resto della via.

Anche se ci sono sicuramente posti con roccia migliore, sin dall'inizio gli alpinisti austriaci hanno svolto un ruolo importante nella storia dell'arrampicata nella Ruth Gorge. A questo punto è doveroso menzionare soprattutto Andi Orgler ed il suoi compagni di cordata che hanno aperto linee su cime famose come "The Winebottle" sul Mt. Dickey e "The Pearl" sul Mt. Bradley.

Dopo due settimane di alta pressione, l'incredibile finestra di bel tempo è stata interrotta da un paio di giorni di brutto tempo. Siamo rimasti in tenda e abbiamo socializzato con i nostri vicini Freddie Wilkinson, Renan Ozturk e Alex Honnold. I primi due conoscono questa zona molto bene visto che vengono qui quasi ogni anno. "Per le vie su roccia è ancora troppo presto, e la stagione del ghiaccio è finita!" era il loro commento. Non ci rimaneva che salire le creste e quando gli statunitensi ci hanno raccontato della loro ultima avventura, era chiaro: dovevamo tentare il Tooth Traverse. Si tratta della lunga cresta di 8 chilometri che collega sei impressionanti cime sopra il Ruth Gorge, completata per la prima volta, dopo alcuni tentativi, soltanto l'anno scorso da Freddie e Renan.

L'alta pressione è tornata e siamo partiti il 6 giugno alle 22:00 in direzione "Sugar Tooth", che abbiamo raggiunto lungo la cresta sud a mezzogiorno del giorno successivo. Dopo un breve riposo, due calate lungo la via "Talkeetna Standard“ di Jeff Hollenbaugh e Steve House ci hanno portate in direzione Eye Tooth. Dopo 24 ore di scalata eravamo contenti del nostro primo bivacco, posto già quasi sotto la cima dell' Eye's Tooth. Da qui ed in 12 ore abbiamo salito la cresta del "Bear Tooth", dove abbiamo fatto un secondo bivacco. Il terzo giorno è stato lungo: 6 doppie per la "Via russa" ci hanno portati dalla Bear Tooth sotto la parete sud del "Mooses Tooth", cima che abbiamo raggiunto, alle 22:00, dopo circa 14 ore, salendo per la via "Swamp Donkey". C'era ancora da scendere lungo la cresta ovest che, a causa delle grandi cornici e dei ripidi pendii, si è rivelata più difficile del previsto, richiedendoci nuovamente piena concentrazione.

'Stra felici di aver ripetuto il "Tooth Traverse" ad un anno della prima salita, siamo rientrati a campo base il 10 luglio alle 9:00 del mattino, dopo un totale di 83 ore. Un ringraziamento speciale a Freddie e Renan per averci ispirato a tentare il Tooth Traverse e per le ottime informazioni sulla via!

Ringraziamento: Salewa, Dynafit e adidas eyewear


Note:
Expo.Planetmountain
Expo Dynafit
Expo Salewa



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