Barmasse, Bernasconi e Peterlongo e il progetto dell'Ogre - Baintha Brakk

Venerdì 22 giugno 2012 l'alpinista valdostano Hervé Barmasse, il lecchese Daniele Bernasconi e il trentino Martino Peterlongo partiranno per L'Ogre o Baintha Brakk (7285m, Karakorum, Pakistan) con il progetto di salirne l'inviolata parete Nord, un vero sogno per un grande alpinismo.
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Ogre - Baintha Brakk
Pierre Neyret
Tra gli alpinisti si dice da sempre che bisogna cercare l'avventura su terreni nuovi. Altrettanto spesso si ribadisce che ormai tutto è stato fatto e che non c'è più spazio, o quasi, per l'esplorazione. Beh, sarà anche vero, ma nel caso del Baintha Brakk, meglio conosciuto come L'Ogre (ossia l'Orco), il nuovo e l'esplorazione ma anche la difficoltà e l'incertezza massima ci sono. Eccome se ci sono! Basti dire che questa bellissima e difficilissima montagna di 7.285m del Karakorum pachistano è stata salita solo due volte. La prima, nel 1977, ad opera di due miti dell'alpinismo britannico e mondiale come Doug Scott e sir Chris Bonington, racconta di un'impresa epica e straordinaria che rimarrà per sempre nella storia dell'alpinismo. Sia per la perseveranza con cui fu cercata e voluta la cima. Poi, quando alla prima doppia Doug si ruppe una gamba, per la lotta pazzesca per sopravvivere che i due ingaggiarono in discesa. Ci vollero 24 anni e più di 20 spedizioni perché la cima fosse nuovamente salita anche questa volta per il versante Sud, a farlo furono i fortissimi Thomas Huber, Urs Stoecker e Iwan Wolf nel 2001. Da allora più nulla.

Questa doverosa premessa per dire che quello che il progetto di Hervé Barmasse, Daniele Bernasconi e Martino Peterlongo punta davvero in alto. Anzi rilancia quello che finora è stato fatto. I loro piani infatti prevedono non solo di salire una nuova via in stile alpino e “leggero” ma di farlo per l'inesplorato versante Nord. Chi segue le cronache dell'alpinismo sa cosa significhi ciò e quanti margini d'incertezza (leggi possibilità di fallimento) comporti anche su una montagna “normale”. Il versante nord è sempre sinonimo di difficoltà, freddo e pericoli. Figurarsi sull'Ogre dove non ci sono versanti “abbordabili” ma solo muraglie di roccia e ghiaccio alte più di 2500m. Un bel “mostro” insomma. A cui si aggiunge la particolare collocazione “remota e selvaggia” del tutto, ovvero nel bel mezzo dello Snow Lake, un vero e proprio ghiacciaio stile “artico”.

La partenza dei tre è fissata per il prossimo 22 giugno, con l'arrivo al campo base previsto ai primi di luglio e un tempo complessiovo per la spedizione di 55 giorni. Il team è forte, e quasi non ha bisogno di presentazioni. Hervé Barmasse, guida alpina e fortissimo alpinista negli ultimi anni si è impegnato nel progetto di riscoperta alpinistica delle Alpi dopo aver partecipato a molte spedizioni extraeuropee sempre su montagne “fuori dalle solite rotte”. Daniele Bernasconi, guida alpina, geologo nonché presidente dei Ragni di Lecco è considerato un autentico strong man in quota ma non solo, con il Makalu e l'Annapurna, ricordiamo anche la sua prima salita della parete Nord del Gasherbrum II (8.035 metri) con Karl Unterkircher e Michele Compagnoni. Martino Peterlongo presidente delle guide alpine trentine ha un'esperienza a tutto campo. Per loro inizia un grande viaggio di esplorazione. Ripetiamo: il progetto è difficile e l'esito non è per nulla scontato. Insomma, è una vera avventura! Anche perché i tre hanno scelto di non dotarsi di alcun strumento satellitare per la comunicazione (se non in caso di soccorso). E anche questo fa la differenza... In bocca al lupo!




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