Arrampicata: Cima di Valscura, ripetizione della via Dal Pozzo - Fontana
Il 27/12 Alessio Roverato, Alessandro Baù e Francesco Marra hanno effettuato la probabile prima ripetizione della via aperta da Gigi dal Pozzo e Maurizio Fontana (280m, IX-) sul secondo pilastro della parete Sud Ovest della Cima di Valscura (Dolomiti Feltrine).
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Alessio sul terzo tiro
arch. A. Roverato
Una giornata in compagnia
di Alessio Roverato
Quest’estate ho avuto il piacere di conoscere una persona meravigliosa, con una grande passione per la montagna in particolare per le Dolomiti Bellunesi. E’ stata proprio questa persona a mettermi una gran voglia di conoscere questa misteriosa cima di Valscura. Per coincidenza poco tempo dopo sono venuto a sapere che su questa cima Gigi Dal Pozzo e Maurizio Fontana avevano tracciato delle vie per niente banali, quindi mi sono detto che dovevo per forza metterci il naso.
Venerdì 21 dicembre assieme a Francesco Marra entro nel meraviglioso vallone che è sovrastato dalla bella parete Sud della cima di Valscura, ci sembra di essere in un piccolo paradiso terrestre. La giornata è davvero stupenda con ottima visibilità, a volte ci fermiamo ad ammirare il paesaggio che ci circonda colorato dal sole che sta sorgendo. L’alba tinge di rosso le stalattiti di ghiaccio che scendono dai piccoli risalti di roccia vicini al ripido sentiero che ci fa restare in maglietta a maniche corte nonostante il “fresco” mattutino. Dentro i canaloni i piccoli torrenti sono ghiacciati e il silenzio e interrotto soltanto dal rumore dei nostri passi o dalle nostre parole.
Dopo l’ultimo tratto ripido di avvicinamento siamo al cospetto della parete: la via che ci attende corre sul secondo pilastro; rimaniamo lì in contemplazione ad ammirare quello che ci circonda, in attesa che il sole raggiunga il nostro itinerario visto che all’ombra non è proprio caldissimo…
Alle 10 finalmente attacchiamo, il primo tiro è un po’ fastidioso a causa del freddo, ma subito dopo abbiamo modo di scaldarci per bene su una bellissima arrampicata atletica che va dalla fessura alla placca leggermente strapiombante.
Ogni tanto parte qualche benedizione nei confronti di Gigi che non è molto generoso coi gradi.
Un po’ dopo aver superato il tratto duro, a causa di una errata interpretazione della relazione, sbagliamo gli ultimi tre tiri. Purtroppo quando ce ne siamo accorti non facevamo in tempo a tornare indietro perché il sole stava tramontando ed oltre esser buio le temperature non erano propriamente estive…
Decidiamo quindi di uscire per il camino della via “Babilonia”: quando arriviamo in cima l’ultimo barlume di luce ci permette di osservare il grandioso panorama che ci circonda, un grande senso di gratificazione ci invade. E’ una vera fortuna aver la possibilità di vedere questi luoghi.
Con una bella camminata di un paio d’ore al chiaro delle frontali siamo di nuovo all’auto: sotto di noi c’è la costellazione di luci delle case di Santa Giustina e più in là Belluno assieme a tutti i piccoli paesi adiacenti. Siamo molto felici della stupenda giornata che abbiamo trascorso, resta però il rammarico per quegli ultimi tre tiri finali che abbiamo mancato.
Torniamo dunque giovedì 27 dicembre, anche questa volta è una bella giornata con clima meno mite della volta precedente, assieme a me e Francesco c’è anche Alessandro che si è aggregato all’ultimo momento desideroso di vedere questo posto magnifico. In tre la compagnia è sicuramente megliore e ci si ritrova più spesso a ridere e scherzare, così il sentiero sembra meno lungo e anche meno ripido.
Tra un tiro e l’altro arriviamo fino al punto dove avevamo sbagliato, questa volta però becchiamo la sosta giusta da cui parte un meraviglioso tiro in placca, non banale, che si risolve con un bel gioco di piedi, dopo di che il sole ci abbandona, ma per fortuna con due facili lunghezze usciamo dalla via. Niente foto di vetta perché come al solito le batterie della macchina fotografica si scaricano al momento sbagliato…
La discesa questa volta passa più in fretta: tre puntini luminosi ballonzolano per il bosco silenzioso. Ogni tanto la quiete di questo posto viene interrotta dalle “rosee” esclamazioni di qualcuno di noi che si intralcia tra le foglie del sottobosco: pazienza, resterà qualche ricordino sulla pelle per i giorni seguenti. Finalmente in macchina ci si può rilassare un po’… anzi, per dire la verità Alessandro si abbandona ad un sonno profondo nel suo giaciglio sul sedile posteriore, mentre Francesco rimane sveglio e ogni tanto controlla se sono sveglio anch’io visto che sono il guidatore…
Ovviamente i nostri complimenti vanno agli apritori, autori di questa e di moltissime altre belle vie disseminate per le Dolomiti.
Alessio Roverato
Cima di Valscura (2110 metri) parete Sud-Ovest
Via Dal Pozzo – Fontana” al secondo pilastro
Primi salitori: Gigi Dal Pozzo e Maurizio Fontana, luglio 2004
Ripetizione: Alessio Roverato, Alessandro Baù, Francesco Marra
Difficoltà: IX-
Sviluppo: 280 metri (8 lunghezze)
Materiale: 2 corde da 60 metri, chiodi e friends
Discesa: a piedi lungo il versante Nord
Alessio Roverato ringrazia SCARPA e Crema Sport (Padova)
di Alessio Roverato
Quest’estate ho avuto il piacere di conoscere una persona meravigliosa, con una grande passione per la montagna in particolare per le Dolomiti Bellunesi. E’ stata proprio questa persona a mettermi una gran voglia di conoscere questa misteriosa cima di Valscura. Per coincidenza poco tempo dopo sono venuto a sapere che su questa cima Gigi Dal Pozzo e Maurizio Fontana avevano tracciato delle vie per niente banali, quindi mi sono detto che dovevo per forza metterci il naso.
Venerdì 21 dicembre assieme a Francesco Marra entro nel meraviglioso vallone che è sovrastato dalla bella parete Sud della cima di Valscura, ci sembra di essere in un piccolo paradiso terrestre. La giornata è davvero stupenda con ottima visibilità, a volte ci fermiamo ad ammirare il paesaggio che ci circonda colorato dal sole che sta sorgendo. L’alba tinge di rosso le stalattiti di ghiaccio che scendono dai piccoli risalti di roccia vicini al ripido sentiero che ci fa restare in maglietta a maniche corte nonostante il “fresco” mattutino. Dentro i canaloni i piccoli torrenti sono ghiacciati e il silenzio e interrotto soltanto dal rumore dei nostri passi o dalle nostre parole.
Dopo l’ultimo tratto ripido di avvicinamento siamo al cospetto della parete: la via che ci attende corre sul secondo pilastro; rimaniamo lì in contemplazione ad ammirare quello che ci circonda, in attesa che il sole raggiunga il nostro itinerario visto che all’ombra non è proprio caldissimo…
Alle 10 finalmente attacchiamo, il primo tiro è un po’ fastidioso a causa del freddo, ma subito dopo abbiamo modo di scaldarci per bene su una bellissima arrampicata atletica che va dalla fessura alla placca leggermente strapiombante.
Ogni tanto parte qualche benedizione nei confronti di Gigi che non è molto generoso coi gradi.
Un po’ dopo aver superato il tratto duro, a causa di una errata interpretazione della relazione, sbagliamo gli ultimi tre tiri. Purtroppo quando ce ne siamo accorti non facevamo in tempo a tornare indietro perché il sole stava tramontando ed oltre esser buio le temperature non erano propriamente estive…
Decidiamo quindi di uscire per il camino della via “Babilonia”: quando arriviamo in cima l’ultimo barlume di luce ci permette di osservare il grandioso panorama che ci circonda, un grande senso di gratificazione ci invade. E’ una vera fortuna aver la possibilità di vedere questi luoghi.
Con una bella camminata di un paio d’ore al chiaro delle frontali siamo di nuovo all’auto: sotto di noi c’è la costellazione di luci delle case di Santa Giustina e più in là Belluno assieme a tutti i piccoli paesi adiacenti. Siamo molto felici della stupenda giornata che abbiamo trascorso, resta però il rammarico per quegli ultimi tre tiri finali che abbiamo mancato.
Torniamo dunque giovedì 27 dicembre, anche questa volta è una bella giornata con clima meno mite della volta precedente, assieme a me e Francesco c’è anche Alessandro che si è aggregato all’ultimo momento desideroso di vedere questo posto magnifico. In tre la compagnia è sicuramente megliore e ci si ritrova più spesso a ridere e scherzare, così il sentiero sembra meno lungo e anche meno ripido.
Tra un tiro e l’altro arriviamo fino al punto dove avevamo sbagliato, questa volta però becchiamo la sosta giusta da cui parte un meraviglioso tiro in placca, non banale, che si risolve con un bel gioco di piedi, dopo di che il sole ci abbandona, ma per fortuna con due facili lunghezze usciamo dalla via. Niente foto di vetta perché come al solito le batterie della macchina fotografica si scaricano al momento sbagliato…
La discesa questa volta passa più in fretta: tre puntini luminosi ballonzolano per il bosco silenzioso. Ogni tanto la quiete di questo posto viene interrotta dalle “rosee” esclamazioni di qualcuno di noi che si intralcia tra le foglie del sottobosco: pazienza, resterà qualche ricordino sulla pelle per i giorni seguenti. Finalmente in macchina ci si può rilassare un po’… anzi, per dire la verità Alessandro si abbandona ad un sonno profondo nel suo giaciglio sul sedile posteriore, mentre Francesco rimane sveglio e ogni tanto controlla se sono sveglio anch’io visto che sono il guidatore…
Ovviamente i nostri complimenti vanno agli apritori, autori di questa e di moltissime altre belle vie disseminate per le Dolomiti.
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Alessio Roverato ringrazia SCARPA e Crema Sport (Padova)
Note:
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