Alexander Huber e Fabian Buhl liberano Sueños de Invierno al Naranjo de Bulnes
Dopo anni vissuti quasi in secondo piano, sembra che l’enorme monolito del Naranjo de Bulnes stia finalmente godendo la popolarità internazionale che le sue splendide pareti di calcare meritano. Infatti, ogni estate il Picu Urriellu - meglio conosciuto tra gli alpinisti come Naranjo de Bulnes - attira sempre più l’attenzione dei climbers di tutto il mondo, persino dei fuoriclasse Alexander Huber e Fabian Buhl che a settembre hanno effettuato la prima libera di Sueños de Invierno, una della vie storiche che supera la sua strapiombante parete NO della montagna.
Correva l’anno 1983 quando José Luis García Gallego e Miguel Ángel Díez Vives hanno aperto la loro "direttissima" di 540m sulla pancia chiamata "Desplome de la Bermeja" (rosso chiaro), affrontando difficoltà fino al 6a e A4+. Si trattava all’epoca della prima via in Spagna che superava queste difficoltà in artificiale ma, forse più importante di queste difficoltà, c’era il fatto che i i due avevano trascorso 69 giorni ininterrotti in parete - un assoluto record - dal 1 marzo al 8 maggio.
L’inverno del 1983 era stato particolarmente duro, caratterizzato da forti raffiche di vento, temperature fino a -30° C e soltanto 20 giorni di bel tempo. Dopo la loro salita l’allora Re di Spagna Don Juan Carlos aveva inviato un telegramma di congratulazioni a tutta la piccola spedizione, composta anche da Francisco Javier Rodríguez Gordillo, Jose Antonio Navarro, Ángel Ortiz e Pablo Fernández. La prima ripetizione invernale della via è stata effettuata 18 anni più tardi, nel febbraio 2001, dai russi Viktor Bolodin, Alexander Klenow, Anatoliv Moshnikov, Nikolai Totmyamin e Tengiz Verulashvilli. Di diritto attorno alla via si è creata un'aura di leggenda quindi, rafforzata negli anni da poche ripetizioni e racconti di protezioni inaffidabili e sparse.
Sueños de Invierno - il sogno d’inverno - era quindi rimasto un mito, caduto come d’incanto in una sorta di letargo fino a quest’estate quando i tedeschi Alexander Huber e Fabian Buhl si sono recati sulla montagna simbolo della Spagna. I due hanno lavorata la via per cinque giorni poi, in 9 ore il 23 settembre, hanno effettuato la prima libera. Le difficoltà in libera vanno fino all' 8a ma, come confermano i climber tedeschi, non sono le difficoltà tecniche della via che la rendono impegnativa, ma le protezioni distanziate.
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