Aiutaci ad aiutarti: il progetto ALPI!
A chi si rivolge il progetto ALPI? A tutti coloro che, non solo per motivi strettamente associati ad attività sportiva agonistica ma, semplicemente per turismo, escursionismo, alpinismo amatoriale o lavoro, hanno avuto occasione di soggiornare in altitudine. Questa patologia infatti insorge più frequentemente sopra i 2500 metri di altitudine. Di seguito una breve intervista le cui risposte sono state fornite dalla Dottoressa Lorenza Pratali dell’Istituto di Fisiologia Clinica di Pisa e dal Dottor Gianpaolo Nadali dell’Unità Operativa di Ematologia dell’Ospedale di Verona responsabili scientifici del progetto ALPI
>> ACCEDI AL QUESTIONARIO - www.epid-prod.ifc.cnr.it oppure visitando il sito della Società Italiana di Medicina di Montagna.
Come e da chi è nata l’idea di un progetto come AL.P.I.?
Nell’ambito della Società Italiana di Medicina di Montagna si è spontaneamente costituito un gruppo di ricercatori con competenze multidisciplinari (nei settori della neurologia, cardiologia, ematologia, fisiologia dello sport, terapia intensiva) interessati alla creazione del primo registro nazionale sul male acuto di montagna (AMS).
Quale esigenza vi ha spinto a ideare il progetto? E quale è il fine?
Si avvertiva, nel campo non solo scientifico ma anche operativo, l'esigenza di avviare un processo di ampliamento delle conoscenze nell’ambito delle patologie causate dall’alta quota (> 2500 s.l.m.). Lo scopo del progetto AL.P.I. (acronimo di AL.titudine e P.atologia in I.talia) è quindi quello di creare, nella prima fase, un registro che raccolga una base di dati cui attingere per identificare sul piano epidemiologico la prevalenza di elementi predisponenti il rischio di sviluppo di male acuto di montagna (AMS).
In Italia è la prima volta che si costituisce un gruppo di lavoro con tali finalità e, pertanto, risulta fondamentale il contributo di coloro che accetteranno di partecipare al progetto, per determinare la portata del problema e, nel prossimo futuro, consentire l’elaborazione di protocolli di studio e strategie di prevenzione per permettere a tutti di frequentare in maggior sicurezza le nostre montagne.
In cosa consiste praticamente?
Si tratta di un semplice questionario, accessibile via web attraverso il sito della Società Italiana di Medicina di Montagna (www.medicinadimontagna.it) oppure in formato cartaceo presso le sedi CAI. Le domande sono relative alle abitudini di frequentazione della montagna e ad eventuali problemi di salute che i singoli soggetti hanno potuto presentare durante le loro attività. E’ rivolto pertanto sia a chi frequenta la montagna per ragioni professionali (guide alpine, maestri di sci, operatori del soccorso alpino ecc.) che per motivi turistici o amatoriali.
In quale realtà nazionale e internazionale si inserisce il progetto ALPI?
Il progetto ALPI si propone come il primo studio sistematico riguardante il mal di montagna sul territorio nazionale italiano. Nell'attuale letteratura scientifica infatti mancano studi analoghi su questa patologia in Italia. Diversamente, in ambito internazionale, sono disponibili ricerche su questa patologia effettuate sia in altri paesi dell’arco alpino che extraeuropei. E’ proprio per questo che è importante disporre di studi sulla popolazione italiana per poter confrontare i dati con quelli di altre realtà.
Chi ha aderito al progetto? Avete trovato difficoltà a trovare adesioni?
Il progetto ha riscontrato un importante interesse scientifico ed è stato patrocinato oltre che dalla Società Italiana di Medicina di Montagna, dal CAI attraverso la sua Commissione Centrale Medica e dall’Azienda USL della Valle d’Aosta.
Il progetto sta avendo anche una buona adesione da parte di coloro che frequentano la montagna tuttavia maggiore sarà la sua diffusione sul territorio maggiore sarà la "forza" dello studio, quindi è importante continuare a diffonderlo nelle diverse realtà che compongono il variegato mondo degli appassionati di montagna.
Quale durata avrà il progetto? Quali saranno gli sviluppi?
La durata sarà quella necessaria a raggiungere l’obiettivo di almeno 1500-2000 questionari compilati. Lo sviluppo immediato sarà l'identificazione, sul piano epidemiologico, degli elementi predisponenti il rischio di sviluppo di AMS nella popolazione italiana che frequenta la montagna a scopo ludico o professionale, per poi arrivare all'elaborazione di linee guida nazionali per la prevenzione e la cura.
I risultati come verranno utilizzati e comunicati?
I risultati saranno comunicati innanzitutto sotto forma di articoli scientifici sulla stampa specializzata ma anche su stampa nazionale di settore per sensibilizzare la popolazione sulla frequenza e sulla gravità delle principali complicanze che si possono realizzare in alta quota. Questo progetto infatti vuole mantenere anche una finalità pratica che possa aiutare concretamente coloro che più si espongono al rischio di sviluppare il mal acuto di montagna.
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ACCEDI AL QUESTIONARIO
La compilazione del questionario che ti proponiamo richiederà circa 2 minuti del tuo tempo! Se frequenti la montagna aiutaci compilando il questionario direttamente a questo link: www.epid-prod.ifc.cnr.it oppure accedi visitando il sito della Società Italiana di Medicina di Montagna.