Ciucchinel… 30 candeline

Tappa storica dell'Ice Tour: Romeo Isaia e Piero Marchisio, trent'anni dopo su Ciucchinel. Ovvero una delle cascata (se non la prima) con cui hanno iniziato il gioco (e la storia) del cascatismo italiano...
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Piero Marchisio e Icio Barbero (Ciucchinel - Val Varaita)
Planetmountain

3 febbraio 2007


E’ stata una di quelle emozioni forti, che ti fanno luccicare gli occhi senza riuscire a nasconderle. Mi sono ritrovato lì,sulla cascata simbolo del cascatismo italiano e anche europeo,sono entrato in punta di piedi, o meglio di ramponi,nel ghiaccio storico, insieme ad un “pezzo” di storia… Piero Marchisio e con Romeo Isaia, altro personaggio che è inutile descrivere. Hanno iniziato un gioco che ancora adesso non è finito e non ha un vincitore: salire per questi flussi ghiacciati, effimeri, come avrebbero detto Giancarlo Grassi e Gianni Comino.

Ero un ragazzino di 18 anni quando questi mostri mi parancavano letteralmente su,appeso come un salame alle corde e a delle piccozze che non si piantavano neanche nel burro. Che voglia e che pazienza tirarsi dietro una zavorra che non era neanche in grado di offrigli un bicchiere di vino nelle osterie della valle. Eppure mi hanno insegnato un sacco di cose, non solo alpinistiche,tanto che sono riuscito a lanciarmi nel dicembre ‘79 sul primo tiro di Limo Nero (all’epoca non aveva ancora un nome) insieme a Elio Panero; la provvidenziale rottura di un rampone ci ha evitato di farci veramente del male sui tiri che sarebbero venuti.

Riesco comunque a salire qualche anno dopo alcune cascate della valle Gesso, valle bellissima anche per i flussi ghiacciati,ma più intrigante rispetto ad altre valli più famose, perché non si sa mai quali siano le condizioni se non facendo ore di avvicinamento che purtroppo a volte risultano inutili.

30 anni sono passati dalla prima salita della Ciucchinel eppure rivedere Piero che sale con lo stesso entusiasmo di allora e con una disinvoltura che molti dovrebbero invidiare, è un qualcosa di unico. Un personaggio simpatico e ironico (basta solo pensare al nome che dava alle cascate salite!) che riesce sempre a sdrammatizzare anche le situazioni più dure. Guida alpina,compagno di Grassi nell’apertura di numerose cascate diventate oggi dei simboli dello scalare su ghiaccio, Patrì, Flash Estivo, Erfaulet, couloir Ghigo, ecc. ecc.,

Pietro, nonostante tutti i numeri che ha, ha sempre odiato i distintivi e il “banfare”, e non ha mai snobbato una salita, anche la più facile, facendoti capire che la montagna è bella in tutti i suoi aspetti e non solo quelli estremi, ma anche nella semplice passeggiata in mezzo ai boschi. Ancora adesso stargli dietro, sia su ghiaccio che in una gita di sci alpinismo, è veramente duro, ma l’entusiasmo che trasmette ti dà la forza per continuare.

E poi, oggi, non poteva mancare quello splendido sorriso di Betty, nuovo talento dell’alpinismo,e non solo femminile. Ci siamo conosciuti due anni fa in modo anomalo, cioè attraverso un computer, e poco dopo, quando ci siamo incontrati di persona è subito nata una profonda amicizia. Ragazza caparbia, con una voglia di fare e una determinazione che farebbe invidia a molti, ma nello stesso tempo dolce e gentile, sempre un sorriso per tutti, cosa che al giorno d’oggi è così raro vedere. E poi, cosa più importante, non disdegna le piole, perché sono il toccasana e la ciliegina sulla torta dopo una salita in montagna… non è vero?

Abbiamo fatto qualche salita insieme, poi ha avuto quello spiacevole incidente, dove una scarica di sassi le ha rotto una gamba. Rivederla e legarmi nuovamente con lei, dopo tutto quel tempo di riabilitazione che ha dovuto fare, è stato bello e anche stimolante perché ci fa capire che se si ha una passione, alla fine questa vince sempre.

Grazie Piero, grazie Betty per la splendida giornata passata insieme e un saluto anche a Romeo che non è venuto con noi ma la cui ombra sulla cascata c’era.

Icio Barbero

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