Symon Welfringer Bike & Climb su le Pestel de Glandasse in Francia
Episodio 1: "le Pestel"
Salita in solitaria autoassicurata del Recto-verso 250m/7b con avvicinamento in bicicletta da Grenoble, andata e ritorno in autonomia 220km / 4000m D+.
I progetti vanno e vengono nella mia testa.
Come per i semi delle piante se si innaffiano o meno, alcuni germogliano ed altri svaniscono.
Ho sempre avuto problemi a innaffiare assiduamente le piante e molto meno a immaginare progetti nella mia piccola testa.
Quando sono tornato dal Pakistan quest'estate, ho fatto fatica a riprendere gli allenamenti per tornare a un buon livello di arrampicata; la mia motivazione era altrove. E più pedalo in bicicletta, più mi dico che mi piace.
Quest'anno ho avuto diverse opportunità di abbinare l'arrampicata su lunga distanza, l'alpinismo e l'arrampicata in generale con il ciclismo.
Coinvolgenti, intense e stimolanti, queste combinazioni di "bike and climb" hanno risvegliato i miei sensi e mi hanno permesso di immaginare progetti difficili e di ampio respiro partendo dalla porta del mio appartamento di Grenoble.
Ho quindi immaginato una nuova possibile associazione con la caratteristica principale della totale autonomia. Non sono abituato a fare le cose da solo e volevo davvero scoprire cosa volesse dire immergersi nella più totale solitudine per un po’.
Immaginando di arrampicare su vie lunghe in solo ed autosicura mi sono reso conto che posso caricare tutta l'attrezzatura sulla mia bicicletta e scalare quello che voglio senza alcun aiuto esterno o compagno di cordata viaggiando veramente leggero.
Per la mia prima esperienza, ho scelto una via attrezzata di un livello che avrei dovuto padroneggiare senza eccessivi problemi. Però ho scelto una linea che volevo davvero salire da tempo. Era la fine di agosto e il tempo era capriccioso, con neve a media quota che mi ha fatto cambiare programmi più volte.
Mi sono diretto a sud, nella regione del Diois, per scalare "la più bella formazione calcarea di Francia" secondo i miei amici del camptocamp: "le Pestel de Glandasse".
Ho scelto la via Recto Verso, aperto dal signor Mussatto, di cui ho sentito tanto parlare. 7b max, quindi dovrei essere in grado di farcela da solo, almeno lo spero...
110 km di pedalata e 2.300 m di dislivello con una bici di 34 kg pensando che le strade del Sud fossero piatte; le mie cosce sembra che sostengano il contrario...
Dopo una notte sotto le stelle sotto il campanile dell'Abbazia di Valcroissant, sono ripartito alla volta del monolite. Il primo tiro, un 7a, è stato particolarmente impegnativo; era il primo tiro che salivo con la tecnica dell'autoassicurazione e devo ammettere che non ero per niente rassicurato; mi sembrava chiaramente di fare un'intera solitaria, e nella mia testa non c'era modo di cadere. La paura, ma anche il freddo, mi hanno fatto arrivare alla sosta del primo tiro con molti dubbi sul resto della mia avventura. A parte qualche tutorial su YouTube, non conoscevo questa tecnica di assicurazione e avrei fatto meglio a praticarla prima in falesia. Era l'avventura che cercavo ed eccomi servito!
Fortunatamente il resto della salita è stato più rilassante; per rassicurarmi, mi sono lasciato cadere all'inizio del secondo tiro, il sistema sembrava funzionasse e la cosa mi ha permesso di affrontare il resto della salita con più serenità.
Questa giornata intensa è stata un vero piacere, perché ho scoperto nuove sensazioni di arrampicata: scalare in questo modo mi ha costretto a concentrarmi al massimo, a non correre rischi e ad essere sicuro di ogni mossa. Così, dopo aver scalato il 7b, ho la sensazione di aver dato a me stesso l'energia per scalare molto più duramente. Certo, una caduta non è così fatale come una solitaria completa, ma comunque si pensa ad una caduta in modo molto diverso rispetto a quando si è assicurati da un'altra persona.
Ogni mossa assume un'importanza diversa e gli errori sono fuori discussione.
Tutto è andato alla perfezione e passo dopo passo ho scalato questo bellissimo "Pestel" per la prima volta. I tiri sono fantastici e mi è piaciuto molto scalarli. Una volta in cima, sono stato sopraffatto dalla gioia.
Ma c'è ancora molta strada da fare per arrivare a Grenoble e alla fine della mia avventura...
Continueremo nella prossima puntata!
Un grande ringraziamento al mio Léo Dequivre che è venuto il giorno stesso per scattare queste bellissime foto, e grazie per la dritta sulla scorciatoia sulla via del ritorno.
Non vedo l'ora di vivere le nostre prossime avventure insieme!
Symon Welfringer
Testo tradotto dal francese da ELBEC (partner ufficiale)
Info: www.elbec.it
ELBEC è il marchio di una azienda che produce calze ed accessori in lana merinos per il trekking, l’alpinismo e l’outdoor in generale. I prodotti si differenziano per la qualità dei materiali e per l’attenzione all’ambiente in tutte le fasi di produzione. I prodotti sono interamente realizzati in Italia con macchinari di ultima generazione oppure a mano direttamente in Dolomiti nell’ambito del progetto Manifattura Diffusa. L’azienda cerca di promuovere un rapporto con il consumatore basato sulla totale trasparenza e partecipa attivamente alla promozione di attività ed azioni che propongano una fruizione alternativa della Montagna più rispettosa dell’ambiente.