Silvio Mondinelli in vetta al Cho Oyu, aspettando il Broad Peak

Il 02.05.07 Silvio Mondinelli ha raggiunto in sole 19 ore, e naturalmente senza ossigeno supplementare, la vetta del Cho Oyu (8201m), Himalaya, Nepal. Questa seconda volta in vetta alla Dea del Turchese è servita all'alpinista del Technical Team Ferrino per preparare l'appuntamento con il Broad Peak, l'unico Ottomila che ancora manca al suo straordinario curriculum di salite himalayane.
Martedì 2 maggio, alle ore 9,00 (ora nepalese) Silvio "Gnaro" Mondinelli ha raggiunto la vetta del Cho Oyu con una velocissima salita. Partito, alle 14,00 (ora locale) del 1° maggio dai 5.600 metri del Campo base, Mondinelli ha raggiunto il Campo 2 a 7000
metri, dove ha passato alcune ore, per poi proseguire nel cuore della notte verso la vetta, dove "Gnaro" ha messo piede alle 9,00 del 2 maggio. Il tutto in sole 19 ore dalla partenza! L'avventura della guida alpina di Alagna si è poi conclusa con una altrettanto veloce discesa al Campo Base, raggiunto verso le 14,00 dello stesso pomeriggio.

Al suo fianco come sempre Ferrino con i prodotti della linea HighLab ed una versione leggera dello zaino XMT 45 per un totale di soli 450 gr!!

Questa bella salita di "acclimatamento" sulla sesta montagna per altezza della terra (peraltro già raggiunta da Mondinelli nel 1997) fa ben sperare per l'appuntamento del prossimo giugno al Broad Peak. Ovvero l'unica vetta del club dei 14 Ottomila che manca al grandissimo curriculum himalayano all'alpinista del Technical Team
Ferrino che, con essa, può diventare il secondo italiano, dopo Reinhold Messner, ad aver salito tutte le montagne più alte della terra senza uso di ossigeno supplementare.


Dal diario online di Silvio Mondinelli

02.05.2007 - Vetta e ritorno al Campo base. Il primo tentativo alla vetta ha avuto pieno successo, con il raggiungimento della cima. Lunedì pomeriggio verso le 14.00, nonostante le condizioni atmosferiche non proprio ideali, Marco ed io abbiamo lasciato il CB, iniziando a risalire il pendio. Dopo una sosta di alcune ore al CII (7.000 metri), ospiti nelle tende di altre spedizioni, nel bel mezzo della notte siamo partiti per la vetta, molto motivati dal netto miglioramento del tempo.

Ho dovuto affrontare una via di risalita molto diversa da quella che mi si era presentata nell'autunno di 10 anni fa: in differenti periodi dell'anno cambiano la posizione dei campi alti e le condizioni delle pareti che in primavera in genere sgombre dalla neve.

Il nostro "cammino" è stato lungo e faticoso, comunque alle nove circa mi trovavo in cima. Mentre aspettavo l'arrivo di Marco, dalla vetta ho potuto ammirare in tutta la loro bellezza e maestosità l'Everest e il Lhotse.

La discesa al CB è stata diretta, se si escludono le brevissime fermate per recuperare il materiale lasciato lungo il percorso in salita. Giunto al CB nel primo pomeriggio, ho potuto finalmente mangiare un pasto caldo, mentre fuori ricominciava a nevicare.

La scelta dei tempi per il nostro tentativo alla vetta si è rivelata felice: abbiamo potuto approfittare della breve finestra di bel tempo che ci è stata concessa e fare rientro prima che riprendesse a nevicare. L'obiettivo è stato raggiunto e stasera posso dormire al caldo nelle nostre tende.

La gioia per questo successo tuttavia è stata turbata dagli eventi accaduti sul Dhaulagiri, dove la spedizione del mio compagno di tante avventure Mario Merelli è stata colpita da un lutto, la morte di un alpinista italiano avvenuta durante il tentativo alla vetta. Con il cuore e con la mente sono vicino a loro. Proprio a questo gruppo di
amici che, ne sono certo, hanno lasciato una parte di loro sulle pendici della "Dea dell'abbondanza" voglio dedicare la mia vetta.


Silvio "Gnaro" Mondinelli

11 maggio 2007

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