Silvio Mondinelli, il Broad Peak e tutti i 14 Ottomila

Intervista a Silvio Mondinelli dopo la cima del suo 14° Ottomila raggiunto il 12/07 senza far uso di ossigeno supplementare, a cura di Vinicio Stefanello.



Come si sta dopo il tour su tutti i 14 Ottomila? Domanda retorica trattandosi di Silvio Mondinelli e di un traguardo che nasconde una passione che difficilmente si riesce a spegnere con il raggiungimento di una meta. Abbiamo chiamato al satellitare Silvio Mondinelli, da poco ritornato al campo base del Broad Peak. E abbiamo trovato il solito Mondinelli, lo stesso alpinista e uomo schietto e sincero di sempre, quasi che il traguardo dei 14 Ottomila non l'abbia quasi sfiorato. O meglio quasi che il traguardo non abbia scalfito per nulla la sua passione e la sua voglia di vedere aldilà delle apparenze.


SILVIO MONDINELLI - Campo Base BROAD PEAK
13/07/2007, intervista di Vinicio Stefanello, www.planetmountain.com

Silvio è arrivato anche questo Broad Peak, com'è andata?
Bene, alla fine bene... stiamo tutti bene.

Difficoltà?
C'era tanta neve per arrivare in forcella. Si sprofondava fino al ginocchio e bisognava battere traccia, lì è stata dura anche se il Broad Peak non presenta grandi difficoltà tecniche. E' stato molto bravo Ivan Vallejo... ho avuto anche una piccola crisi nell'ultimo pezzo prima della forcella e, ad un certo punto, gli ho anche detto che mi dispiaceva non potergli dare una mano...

E lui, cosa ti ha risposto?
Che di traccia e di strada ne avevo battuta quanto ne bastava e avanzava...





Poi, dopo l'anticima, c'è la lunga traversata alla cima "vera" del Broad Peak?
Sì, anche se in realtà a me non ha pesato più di tanto. In realtà credo sia perché sul Broad Peak si sale "guardando" costantemente al K2. Mi sono stupito di come attirava i miei pensieri e i miei sguardi. In qualche modo il K2 mi ha distratto; forse è per questo che è andata via veloce la traversata di andata e ritorno verso la cima. Sinceramente non mi ha dato più di tanto fastidio neanche che tirava aria... (in realtà l' "aria" era un signor vento, forte e fastidioso come può esserlo solo a 8000m nda). A parte questo devo dire che 50 anni fa Kurt Diemberger è stato un grande a ritornare sulla vetta insieme ad Hermann Buhl...

Eravate in tanti ieri a tentare la cima...
Sì, nel primo tratto sembrava la coda per andare alla Capanna Margherita, sul Monte Rosa; una sfilza di alpinisti da spavento. Poi però ci siamo sfilacciati e distanziati.

Era la cima del tuo 14° Ottomila, come l'hai vissuta?
E' stato strano, in cima non ho sentito dentro quella soddisfazione delle altre volte, quella che mi immaginavo... Non me lo aspettavo. Sono stato preso da una specie di malinconia. Pensavo a tutti quei miei amici che non ci sono più, a quelli che sono scomparsi fra queste montagne, ho pensato a Christian Kuntner. Mi hanno festeggiato gli altri che sono arrivati in vetta, Marco Confortola, Angelo Giovannetti, Fabio Iacchini, Edurne Pasaban, Gerlinde Kaltenbrunner, Ivan Vallejo e Ralf Dujmovits, ma io mi ero un po' assente. D'altra parte questo è il nostro mestiere e la nostra passione...

Ma sarai un po' soddisfatto di aver finito il "giro"?
Devo dire che adesso mi fanno ridere quelli che parlano di numeri. Certo è una soddisfazione averli finiti, averli saliti tutti... Mi ha fatto molto piacere la collana che mi hanno regalato gli hunza per festeggiare la cima.

Però...
Devo dire che mi sembra tutto così tranquillo, me l'ero immaginato diverso. Avevo preparato 4 birre al campo base ma ancora sono lì... Chiaro che sono contento, ma non posso pensare e non mi vedo andare in giro a "vantarmi" dei 14 Ottomila. Questo è un traguardo raggiunto, ma ho voglia di continuare a fare altre cose.

Tipo?
Magari fare delle vie nuove, si vedrà. Mi piacerebbe fare qualcosa di diverso... Ma non farmi litigare subito con mia moglie.

A presto Silvio, complimenti!
Grazie, un abbraccio a tutti!

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